<Per colpa tua Francesco sta diventando uno stronzo.> Eva accarezzò il gattino che stava loro intorno, guardò Axel e lo vide aggrottare le sopracciglia.
<Perché?>
La ragazza incrociò le gambe, lasciando l'abito ondeggiare sulla panchina. Chinò la testa all'indietro e la treccia si sporse dall'altra parte dello schienale: <Ieri gli ho fatto vedere la foto di un tipo bello da paura. Ma non bellino e basta, proprio bello bello.>
Axel passò l'indice tra le orecchie dell'animale e lui sbatté la piccola testa sul suo braccio.
<Gli ho chiesto cosa ne pensasse, perché mi aveva appena iniziato a seguire su Instagram e volevo un parere. Lui l'ha guardato per un po', poi ha guardato me, poi ha riguardato lui e alla fine mi ha fatto "Ho standard più alti".>
Axel sentì un piacevole calore avvolgergli le guance e si raggomitolò sulla panchina. Si trovavano in una stradina secondaria del paese e a lui sembrava di essere al centro del mondo.
<Arrossisci pure, tanto sei tu gli standard.>
Sorrisero in silenzio, Axel che continuava ad accarezzare il gatto come se fosse l'unico rimasto sulla faccia della Terra.
<Prima o poi mi spiegherai come fai a fare amicizia con ogni singolo animale.>
Axel sollevò le spalle: <Non lo so, ti giuro. Io non faccio niente, loro arrivano e vogliono farsi accarezzare.> Il ragazzo continuò a passare i polpastrelli sul pelo morbido del gatto: <Appena vado a vivere da solo ne prendo uno. O due. Dipende.>
<Da cosa dipende?>
<Dal cane guida. Non posso avere due gatti e un cane tutti insieme, poi non li so gestire.>
<Tanto tra qualche anno ti trasferisci qui. Li gestiamo tutti insieme.> Eva aveva, ormai, adottato una politica secondo la quale era certo che, prima o poi, avrebbero frequentato l'università nella stessa città, condividendo un appartamento. Lo aveva preso come dato di fatto e non avrebbe accettato altri risvolti. Le piaceva creare scenari.
<Dobbiamo prendere una villa, altrimenti non ci stiamo.>
<Ci stringiamo. Tanto tu e Francesco state sempre appiccicati, in due occupate lo spazio di una persona sola.>
Axel sorrise perché sorrideva ogni volta che qualcuno nominava Francesco. Guardò il gatto e gli occhioni verdi del felino lo inglobarono, tanto che gli sembrò di vederci dentro il passaggio della luce attraverso una foglia.
<Comunque ti sei preso una sbandata enorme. L'ottanta per cento di quello che c'è nella tua testa è Francesco Francesco Francesco.>
<Sbandata? Io sarei pronto a sposarlo domani.>
<Dici così perché è la prima volta che tocchi un cazzo in vita tua.> Eva si prese il lusso di scherzare perché sapevano entrambi che tutto quello che avevano non dipendesse da ciò che era successo qualche sera prima.
Axel prese in braccio il gatto e lo fissò: <È stato così delicato, Eva. Sembrava un sogno.> La testa del felino ondeggiò ed il ragazzo la sorresse: <È stato terribilmente, eccessivamente, sconvolgentemente bello.>
Lei attese, cercando di studiare l'espressione di Axel: <Ti aspettavi tipo sesso violento? No perché penso che con Francesco non farai niente del genere neanche dopo dieci anni di relazione.>
Lui si chiese se Eva volesse farlo arrossire apposta, ma non le volle dare la soddisfazione di poter constatare da sola il suo successo. Quindi lasciò gli occhi appollaiarsi su un fiorellino stanco ai piedi della panchina.
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Lux
RomancePer amore la gente fa cose strane. C'è chi stermina eserciti, chi piange per giorni, chi attraversa nazioni intere desiderando un solo bacio, chi legge libri in codice braille in lingue che non conosce. Francesco faceva parte di tutti e quattro i gr...