"Jungkook" bisbigliai " Non vorrei allarmarti, ma c'è un gruppo di persone che ci sta fissando. Cosa facciamo?" l'ansia mi stava assalendo.
I suoi occhi furono per un attimo sorpresi, come in preda al panico, poi sembrò riprendere il controllo.
"Ho un'idea. Tu fai solo quello che faccio io; ora ci alziamo, usciamo dal locale e camminiamo con passo normale verso destra, ok?"
Annuii. Ero sollevata avesse un piano ed io cercai di seguirlo al meglio. Guardai negli occhi Jungkook, il quale mi fece un cenno. Mi alzai, lui fece lo stesso e come ci eravamo detti prima, uscimmo dalla caffetteria. Tutto sarebbe andato alla perfezione e quell'incontro si sarebbe concluso come programmato. La missione sembrava praticamente essere già compiuta, ma forse, avevo cantato vittoria un po' troppo presto; anche quel gruppo di persone si era alzato e si accingeva ad uscire, ma pensai fosse solo una coincidenza. Stavo camminando affianco a lui, quando mi accorsi della loro presenza dietro di noi.
"Jungkook, ci stanno seguendo" dissi a bassa voce.
"Tranquilla, ho tutto sotto controllo" le sue parole mi davano sicurezza. Mi fidavo ciecamente di lui anche se non lo conoscevo affatto.
Improvvisamente mi afferrò per mano; rimasi impietrita davanti a quel gesto.
" Corri" mi sussurrò.
Jungkook iniziò a correre, ed io, che ancora facevo fatica a credere a ciò che stava accadendo, non potei fare a meno di fare lo stesso, anche perché la sua mano non sembrava aver intenzione di lasciare la mia. Gli individui dietro di noi iniziarono ad aumentare il passo. Lungo la via principale, che stavamo percorrendo a tutta velocità, trovammo una strada laterale dove avvistammo un negozio nel quale entrammo immediatamente. Finalmente ci fermammo; in quel momento faticavo a respirare. Non ero mai stata una persona sportiva, e quella corsa mi aveva distrutto; persino Jungkook sembrava essere stanco.
"Ce l'abbiamo fatta, li abbiamo seminati!" disse, dopo aver abbassato la mascherina, porgendomi un piccolo sorriso.
Anche in quella situazione, con i capelli scompigliati e il viso bagnato dal sudore, Jungkook riusciva ad essere bellissimo. Quando la frequenza dei miei respiri tornò ad essere regolare, mi accorsi che la mia mano era ancora stretta a quella di Jungkook. Anche lui sembrò rendersene conto, e immediatamente lasciò la presa.
"Mi dispiace averti trascinata in questo casino" disse lui.
Non seppi che rispondere, perché per quanto potesse sembrare assurdo, non mi ero mai sentita così eccitata come quando eravamo scappati insieme, e in quel momento, non mi sarei voluta trovare in nessun altro luogo se non quello.
"Possiamo andare ora?" gli chiesi io, dopo diversi minuti, mentre già avevo la mano sulla maniglia della porta per uscire.
Mi sentii strattonare "Aspetta! Fuori ci sono ancora quei tipi"
Così rimanemmo in quel negozietto per diverso tempo. Iniziai a guardarmi intorno e Jungkook fece lo stesso; era una boutique dell'usato. Generalmente non apprezzavo gli oggetti usati, perché erano già appartenuti a qualcuno, ma la loro storia mi affascinava immensamente. In una vetrinetta, nell'angolo della stanza, trovai un ciondolo molto particolare; era pieno di zirconi bianchi, con al centro una pietra verde, che mi ricordava la pietra di Giada.Jungkook, vedendomi probabilmente incantata davanti a quell'oggetto, mi chiese che cosa stessi tenendo in mano.
"Solo un ciondolo" gli risposi.
"No ragazza, quello non è solo un ciondolo" disse una voce proveniente da dietro di noi.
Immediatamente ci voltammo e trovammo un vecchietto dai capelli grigi, dal viso sorridente, che indossava spessi occhiali da vista con montatura d'oro. Era il proprietario del negozio.
"Cosa intende dire che non è un semplice ciondolo?" chiesi io incuriosita.
"Vedi ragazza, quel gioiello ha una storia molto antica. Si dice che quello fu donato alla principessa di Silla, un regno fondato qui in Corea nel 57 a.C. , dal suo amato. Lei era destinata a sposare il principe di un altro regno, per sancire un'alleanza politica, ma si innamorò di un generale che combatteva nelle truppe reali. Il giovane, sapendo di questo amore impossibile, andò da uno sciamano per chiedergli aiuto. Quest'ultimo prese a cuore il ragazzo, e decise di donargli questo ciondolo. Gli raccontò che l'oggetto univa i cuori di due persone innamorate, legandoli con un filo rosso indissolubile, da niente e da nessuno; proprio per questo, la coppia avrebbe vissuto la loro vita uniti insieme nella felicità. Ovviamente questo racconto è considerato solo una leggenda, ma nessuno ci garantisce che non sia accaduto veramente"
Sia io che Jungkook rimanemmo a bocca aperta davanti a quel racconto. Mi piacque pensare che ciò che il signore ci aveva narrato fosse vero.
"Siete interessati a comprarlo? Si vede che siete una bella coppia" l'anziano ci guardava con occhi sognanti.
"Signore, si sbaglia, noi non stiamo insieme" dissi io imbarazzata. Jungkook invece, senza avere alcuna reazione, continuò a fissare il ciondolo.
"Secondo te se ne sono andati?" chiesi a Jungkook dopo ormai mezz'ora.
"Aspetta, controllo" aprii leggermente la porta, e infilando fuori la testa guardò la strada "Via libera, possiamo andare"
Così uscimmo entrambi dal negozio, dopo aver salutato con un profondo inchino il proprietario del negozio e averlo ringraziato per l'ospitalità. Appena fuori, mi resi conto che avrei dovuto salutare Jungkook, forse per sempre, e che probabilmente non lo avrei rivisto mai più di persona, se non ad un concerto.
"Mi dispiace per oggi" disse lui tenendo gli occhi bassi.
"Non hai nessuna colpa" sospirai "Grazie ancora per avermi riportato il cellulare" volevo essere la prima ad andarmene, perché probabilmente, vederlo allontanarsi mi avrebbe fatto soffrire più del dovuto "Ora vado"
"Aspetta! Tieni" mi porse una busta; la aprii e guardai il suo contenuto. Era un biglietto per il concerto del mese prossimo dei BTS, ed era un biglietto gold!
"No, non posso accettarlo" scossi la testa.
"Tienilo, è un pensiero da parte mia" Jungkook respinse la mia mano che tentava di ridargli quel prezioso dono "Mi dispiace tantissimo che tu sia stata male quel giorno, quindi spero tu possa goderti almeno il prossimo concerto"
Ero letteralmente senza parole e al settimo cielo.
Senza che io potessi ribattere, iniziò ad allontanarsi a passo veloce, e dopo un po' si girò ed urlò
"Allora ci si vede al concerto!"
Ero immobile, incapace di avanzare di un singolo passo; l'unica cosa che riuscii a fare fu salutarlo con la mano e sorridere.
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My Dream
Fanfiction"E se dicessi che ti amo, cambieresti idea?" Anche davanti a quelle parole, che mi avevano letteralmente spaccato il cuore, noi due rimanevamo distanti, in due realtà diverse, lontani come il mare che cerca sempre di raggiungere la riva, ma che po...