"E se dicessi che ti amo, cambieresti idea?"
Anche davanti a quelle parole, che mi avevano letteralmente spaccato il cuore, noi due rimanevamo distanti, in due realtà diverse, lontani come il mare che cerca sempre di raggiungere la riva, ma che po...
Ci pensai a lungo, ma alla fine presi una decisone : sarei andata in Italia con mia mamma per il matrimonio di sua cugina. Credevo che forse lasciare per un pò la Corea mi avrebbe aiutato a dimenticare Jungkook, o almeno ad attenuare il dolore che stavo provando.
Mancava solo un giorno alla partenza, così iniziai a preparare la valigia con tutto il necessario. Quando tornò a casa mia madre, aprì improvvisamente la porta della mia cameretta
"Jade, perchè stai preparando le valigie?" mi chiese confusa
"Mamma, posso venire con te in Italia?" le feci un sorriso
"Certo, nessuno problema, basta aggiungere un biglietto aereo" fece una pausa, si tolse il cappotto e si avvicinò a me "Non avevi detto che non volevi venire?"
"Si, ma ci ho ripensato. Voglio passare del tempo con te"
"Sei sicura che vada tutto bene?" forse il mio tono non era abbastanza convincente
"Si, tutto bene"
"E' successo qualcosa con Jungkook?" solo sentendo il suo nome, mi si formò un groppo in gola, che non riuscivo a mandare giù; sapevo che stavo per piangere, così per non farlo notare, mi voltai e continuai a piegare le magliette che erano sul letto. Nel farlo, qualche lacrima iniziò a scendere e a bagnare i vestiti che stavo sistemando.
"Jade, dimmi la verità. Sei mia figlia, ti conosco, e capisco quando stai male" non le risposi
Così mi prese per le spalle, e mi abbracciò. Mi era mancata così tanto quella sensazione di familiarità che mi sentii libera di esprimere ciò che provavo; così mi lasciai andare e le raccontai tutto, senza tralasciare neanche un dettaglio.
Quando l'aereo era alto nel cielo, e potevo vedere le nuvole sotto di me, tirai un sospiro di sollievo, perchè in qualche modo mi sembrava di essere riuscita a fuggire, almeno temporaneamente, dai miei problemi.
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{Jungkook's pov}
"Jungkook, ti ricordi che oggi riprendono le prove, vero?" una voce mi chiamava fuori dalla porta. Non risposi.
"Jungkook, sei vivo? E' da giorni che non esci da quelle quattro mura!"
Così mi decisi a dire qualcosa, per scongiurare un loro possibile ingresso "Oggi mi sento poco bene, non credo di riuscire a venire". Da pochi giorni, le notizie riguardanti una mia possibile relazione si stavano calmando, quindi il manager aveva ritenuto indispensabile iniziare di nuovo a provare; tuttavia quest'ultimo mi aveva parlato di una 'soluzione finale' , così l'aveva chiamata lui, per mettere per sempre le voci a tacere, ma non avevo idea di cosa si trattasse.
Dal corridoio non dissero più nulla, sentii solo dei passi allontanarsi. In quel momento, non avevo voglia di parlare con nessuno, nè tantomeno fingere di stare bene davanti ai ragazzi. Preferii restare tutta la mattina a letto, coperto fino alla testa e con la faccia piantata nel cuscino. Nei giorni successivi all'incontro con Jade, non l'avevo più contattata nè cercata. Avevo provato a non pensare a lei, ma mi era risultato davvero difficile. Continuavo a ripensare a ciò che mi aveva detto, che la nostra relazione era stata solo un gioco, che aveva perso interesse e che quella notte non aveva avuto nessun valore per lei. Avevo notato il suo atteggiamento nel dirmi quelle parole; non sembrava sè stessa. Tuttavia, se questo era ciò che voleva, non potevo far altro che accettare la situazione e lasciarla andare.
Nei giorni successivi però non resistetti, e andai con l'auto alla sua università. Non la cercai, ma mi limitai solo ad aspettarla nel luogo in cui era solita passare con il suo amico. Giorno dopo giorno, a percorrere quella strada era solo Lee Jong Suk, nessuna traccia di Jade. Temetti il peggio; così una mattina scesi dalla macchina e corsi dietro a Jong Suk.
"Jong Suk, aspetta!" lui si voltò, ma quando mi vide, anziché fare ciò che speravo, aumentò la velocità del passo.
"Jong Suk!" lo chiamai ancora; lo stavo praticamente rincorrendo.
Lo presi per una spalla "Perchè scappi da me?"
"Non ho nulla da dirti"
"Va bene, non devi parlare con me, voglio solo sapere una cosa. Perchè Jade non viene più all'università?"
"Adesso mi chiedi di Jade? Da quando in qua te ne importa qualcosa? Dopo che ha sofferto così tanto per te, non hai il diritto di sapere nulla di lei"
"Io non le ho fatto nulla, è lei che mi ha lasciato, ed era lei a stare con te mentre io la definivo la mia ragazza"
Mi guardò dritto negli occhi con uno sguardo pieno d'ira e riprese a camminare.
"Lee Jong Suk!" urlai con tutta la voce che avevo "Rispondi alla mia domanda!"
"Se io ti rispondo poi mi lascerai in pace?" disse con tono infastidito
"Va bene"
Si avvicinò a me "Jade è tornata in Italia"
Non potei credere a ciò che avevo sentito; anche se le nostre strade si erano divise, il pensiero di non poterla più vedere, neanche da lontano, mi fece male. In quel momento un senso di disperazione mi assalì, e mi sentii con l'acqua alla gola, perchè anche se avessi voluto, non sarei mai potuto andare in Italia in quel momento.
"In che senso in Italia? Per sempre?" sperai con tutto il mio cuore che la risposta fosse negativa
"Diciamo che si è presa una pausa dalla Corea; mi ha detto che prima o poi tornerà. Ora hai finito con le domande?"
Tirai un sospiro di sollievo, ma rimasi impietrito e mi limitai solamente a guardare Jong Suk allontanarsi.