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Quando Jungkook aprì la porta, e mi vide, fece un sorriso enorme e, scansando il povero Jimin, corse ad abbracciarmi.

"Come stai, va tutto bene, vero?" mi chiese mentre mi teneva avvinghiata a lui. Sentivo dal suo tono che era preoccupato.

"Jungkook, non è il momento di preoccuparsi per gli altri; piuttosto tu come stai?"

Jungkook tentennava a rispondere; forse non voleva mentirmi, quindi piuttosto che dire qualcosa rimase in silenzio.

"Ragazzi io vado, ok?" disse Jimin interrompendo il nostro dialogo "Jade, a che ora ti riporto a casa?"

"Beh, quando prefer-"

"Stasera rimane a dormire qui" mi interruppe Jungkook.

Rimasi sbigottita dalla sua risposta, al che mi allontanai da lui per poterlo guardare negli occhi.

"Ok, allora buona serata" Jimin se ne andò facendo un ghigno e chiudendo la porta dietro di sè.

Tentai di uscire per dirgli di riportarmi a casa, ma Jungkook mi tirò per una mano.

"Non vuoi restare con me? Lo sai che di me ti puoi fidare" disse facendo gli occhi da cucciolo.

Così mi arresi alla sua volontà; la verità è che non volevo restare con lui per più tempo perchè ero consapevole di cosa quell'incontro nascondesse, sapevo che alla fine lo avrei dovuto salutare una volta per tutte, e il prolungare quel momento non faceva altro che aumentare e allungare l'agonia. Tuttavia, convinsi me stessa di dover passare al meglio quegli istanti, perchè sarebbero stati gli ultimi con lui.

Quando superai la zona d'ingresso, mi ritrovai in una sala immensa, arredata in stile moderno. Il pavimento era interamente ricoperto di marmo bianco dalle venature nere, dal soffitto pendeva un immenso lampadario di cristallo, e nella sala si dilungava un divano di pelle bianco sul quale avrebbero potuto dormire dieci persone.

"Ti piace la mia nuova casetta?" Jungkook vide che stavo ammirando l'appartamento sorridendo, come un bambino che va per la prima volta al luna-park.

"Già, è molto bella, e ben arredata" dissi atteggiandomi come un designer professionista.

"Ordino qualcosa da mangiare?" mi chiese.

Così mentre aspettavamo da mangiare, io ero seduta sul divano a sfogliare una rivista che avevo trovato in giro per casa, e Jungkook cercava un film da guardare insieme. Il silenzio era smorzato da un dolce canzoncina  di sottofondo. Non potevo fare a meno di pensare e ripensare ai commenti d'odio che avevo letto, e il mio sguardo passava dal giornale a Jungkook; vedevo com'era impegnato nella sua ricerca, sembrava così piccolo e così indifeso. Mi sentivo in colpa, perchè ciò che stava passando era tutta colpa mia.

"Ti va di guardare questo?" Jungkook si rivolse verso di me e i nostri sguardi si incrociarono.

Ora che vedevo i suoi occhi, diretti nei miei, sentivo il petto stringermi, le lacrime salirmi e nonostante cercassi di trattenerle, scoppiai a piangere.

"Jade, non piangere" "Perchè piangi?" Queste erano le frasi che Jungkook continuava a dirmi, mentre io piangevo ininterrottamente fra le sue braccia.

Quando ritrovai nuovamente la calma provai a parlargli.

"Jungkook, cosa pensi di fare adesso?"

"Inerente a cosa?"

" A tutto quello che sta succedendo, a tutto l'odio che stai ricevendo solo per colpa mia".

"Assolutamente niente. La situazione si sistemerà, ne sono sicuro. Inoltre, non è colpa tua, non è colpa di nessuno. Le persone che non riescono ad accettare la nostra relazione se ne andranno, e rimarranno solo coloro che veramente tengono a me"

Ascoltando le sue parole, sembrava completamente tranquillo, ma in cuor mio sapevo che non lo era, e che si sentiva ansioso, agitato e triste almeno quanto lo ero io, se non di più. Avevo deciso che non gli avrei mai detto della proposta fattomi dal suo manager, nè della mia decisione di rompere la nostra relazione; se glielo avessi detto, ovviamente me lo avrebbe impedito.

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