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Dopo quasi tredici ore di volo, arrivammo all'aeroporto di Seul alle 21.00 di sera. Quando mi guardai intorno, le persone attorno a me erano nettamente diverse da quelle in Italia; finalmente mi sentivo a casa.

"Jade, andiamo un attimo in bagno?"

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"Jade, andiamo un attimo in bagno?"

"Mamma vai tu, io non ne ho bisogno, ti aspetto qui"

Così rimasi sola e mi sedetti su una panchina, con le mille valigie che ci eravamo portate.

Nel normale frastuono dell'aeroporto, tra il vociare delle persone, e gli annunci degli imminenti arrivi degli aerei, un brusio, un insieme di urli scomposti, si stava avvicinando verso la mia direzione. Non mi allarmai, né pensai fosse qualcosa di anomalo, perché in questo aeroporto, tutti i giorni, c'erano idol che partivano e arrivavano, e di conseguenza gli sciami di fan che li inseguivano erano all'ordine del giorno. Tuttavia, la mia curiosità prevalse, volevo scoprire di quali idol si trattasse; così, quando in lontananza vidi mia mamma che tornava, le feci cenno di aspettarmi e smollai lì, appoggiati alla panchina, i bagagli.

Andai incontro a quel vociare, e vidi un gruppo di persone che seguivano un ragazzo, vestito interamente di nero, che correva, nella mia direzione.

"Jungkook oppa!" sentii urlare da una ragazza

"Jungkooook" da un'altra

"Jungkook?" pensai. Era impossibile lui fosse lì, ma tutto quel casino me lo faceva sospettare. La distanza tra me e quel gregge di persone stava diminuendo pericolosamente, così iniziai a pensare di aver fatto la cosa sbagliata ad avvicinarmi. Mi voltai dalla parte opposta, e con passo spedito mi diressi verso mia madre, che in tutto quel tempo mi stava fissando. Proprio mentre ero a pochi passi dalla panchina dove avevo lasciato le valigie, qualcuno da dietro mi prese la mano e iniziò a correre. Stavo essendo trascinata, e non avevo modo di fermarmi. Per quanto cercassi di divincolarmi quel tizio non voleva mollarmi. Notai però un dettaglio : la mano aveva dei tatuaggi, e nonostante si muovesse freneticamente, riconobbi che appartenevano a Jungkook. La corsa, che mi stava lasciando senza fiato, ebbe fine nel momento in cui, svoltando velocemente a destra e accostandoci ad un muro, il gruppo di persone perse le nostre tracce. Quando riacquistai la calma, notai che i nostri corpi erano estremamente vicini; io ero appoggiata alla parete, e lui, come uno scudo, mi stava coprendo completamente, come se fossi qualcosa da nascondere. Appoggiai le mani al suo petto, e con una leggera spinta lo allontanai. Lo guardai per un attimo, e ritrovai degli occhi a me familiari; dentro di me avevo una tempesta di emozioni, ero stupita di vederlo, ero arrabbiata per le notizie che erano uscite in quei giorni sulla sua nuova relazione, ma soprattutto ero felice, perchè mi era mancato come l'aria. Non potevo e non volevo dimostrare tutti questi sentimenti, così, distolsi lo sguardo, mi voltai verso un corridoio che mi avrebbe riportato da mia madre e feci un passo verso quella direzione per andarmene.

"Jade, dove stai andando?!" Jungkook mi aveva nuovamente afferrato

"A casa" risposi con una voce talmente gelida da non sembrare mia e mi divincolai dalla sua presa

"Jade, adesso basta!" il suo tono era furioso, non lo avevo mai sentito rivolgersi nei miei confronti in quel modo. Percorse quella poca distanza che ci separava e si piazzò davanti a me.

Mantenni lo sguardo basso, e come se nulla fosse, lo superai e provai ad andarmene. Jungkook, appoggiò un braccio contro il muro, così mi impedì di andare avanti, e quando provai a fare retromarcia, poggiò anche l'altro; in quel modo mi aveva bloccato completamente. Non mi rimase altro da fare, se non ascoltare ciò che aveva da dire.

"Cosa vuoi Jungkook?" incrociai le braccia al petto

"Jade, non ti sembra il momento di chiarirsi una volta per tutte e tornare ad essere quello che eravamo?"

"Quello che eravamo..."per quanto quelle parole fossero state dette velocemente mi avevano colpito, una per una, come frecce. Non dovevo tuttavia cedere.

"Non c'è nulla da chiarire, e lo dovresti sapere bene. Ormai 'noi' non esiste più; io sono fidanzata con Jong Suk e tu con Joy, quindi no-" Jungkook mi interruppe

"Jade, smettila con tutte queste stronzate! So tutto, so che non sei mai stata innamorata del tuo migliore amico, so che mi amavi, che non avevi perso interesse per me, che quello che siamo stati non era solo un gioco, ma che soprattutto mi hai lasciato solo per proteggermi!" fece una pausa " Quindi adesso basta, non voglio più che né io né te soffriamo per questo"

Solo in quel momento lo guardai negli occhi.

"Non...non è vero. Ciò che hai detto non è vero" non sapevo davvero cosa dire "E poi tu ora hai Joy, no? Quindi cosa vuoi da me?" trovai l'unica cosa a cui potevo ancora appigliarmi. Quello scudo anti-Jungkook che mi ero creata si stava lentamente lacerando

"Joy è solo una farsa, è una relazione finta che l'agenzia ha creato per coprire la mia vera ragazza, che sei tu, e solo tu"

"Beh, non sembrava da come vi atteggiavate..." mi stavo letteralmente aggrappando agli specchi; ero felice di sentire quelle parole da lui e sapevo che stavo per crollare.

"Jade, lo sai anche tu che il mio comportamento è ben diverso quando sono con la persona che amo" mi fissava negli occhi, ma io non riuscivo a mantenere lo sguardo, così per la maggior parte del tempo fissavo il pavimento. Non avevo più nulla da dire.

"Posso andare adesso?" il mio tono era ancora rigido, ma un pò rassegnato

"Jade, te lo chiedo qui, ora, per l'ultima volta" lo guardai in faccia "Vuoi davvero chiudere la nostra storia per sempre? Se è questo che vuoi, cancello immediatamente il tuo numero, e torneremo ad essere due completi estranei. E' ciò che vuoi?"

No, non era assolutamente quello che volevo, ma forse, per la sua vita pubblica rispondere di sì sarebbe stata la cosa migliore per lui, ma non ci riuscivo. Così, con la testa china feci un piccolo cenno affermativo.

"Si? Allora se è così perchè non me lo dici guardandomi negli occhi"

Alzai lo sguardo, ma vedendo il suo viso, non riuscivo a dire una parola.

"Siccome non mi dai una risposta, la cercherò da solo"

Una mano, che era ancora contro al muro, la appoggiò alla mia guancia, mentre l'altra la mise dietro alla schiena, con la quale mi avvicinò a lui. Il suo viso si fece più vicino al mio, le sue labbra cercarono le mie e si appoggiarono delicatamente; era uno di quei baci tanto soffici che amavo. Poi il contatto divenne più intimo, più passionale, e per quanto tentassi di non ricambiarlo, le nostre lingue si intrecciarono. Mi era mancato tremendamente tutto ciò. Il mio corpo si muoveva da solo, si era avvicinato a quello di Jungkook, e ora entrambe le braccia avvolgevano il suo collo. Quel momento decretò la mia sconfitta; l'amore che provavo per lui aveva battuto la razionalità che mi aveva costretto per settimane a separarmi da lui.

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