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Tornai finalmente a casa; le luci della cucina erano ancora accese, il che voleva dire che c'era ancora qualcuno sveglio. Provai a non farmi notare, attraversai la sala in punta di piedi, ma quando stavo per entrare in camera mia, qualcuno alle mie spalle mi parlò.

"Jungkook? Dove sei stato?"

Era ovviamente la voce di Namjoon.

"Sono andato a fare una passeggiata" gli dissi cercando di non voltarmi; temevo che i miei occhi confessassero la bugia.

Inoltre nella rissa di poco prima, il biondino era riuscito a tirarmi un pugno, provocandomi un occhio gonfio e il labbro spaccato; ovviamente non potevo farlo vedere a Namjoon.

"Buonanotte" cercai di tagliare corto.

"Buonanotte Jungkook...ma perché non mi guardi?"

Provai, in silenzio, senza rispondergli, ad entrare in camera, ma lui si mise davanti a me, ed ovviamente scoprí tutto, come sempre d'altronde; era impossibile nascondere qualcosa a Namjoon, perché in qualche modo, lo avrebbe comunque scoperto.

{Jade's pov}

La mattina dopo...

Quella notte non avevo dormito bene, ma finalmente la mattina era arrivata; come sempre accesi il telefono e controllai Twitter. Strabuzzai gli occhi quando notai che uno degli hashtag più virali in quel momento conteneva il nome di Jungkook; velocemente guardai che cosa dicessero tutti quei tweet. Vidi diverse foto di Jungkook che faceva a botte con dei ragazzi, una foto in cui aveva il labbro insanguinato e una con l'occhio gonfio.

C'erano commenti che dicevano

'Jungkook è un bullo che pensa di poter fare a botte solo perché è famoso'

e altri che lo difendevano

'Se è arrivato alle mani ci sarà stato un motivo'

Nonostante ciò che era successo il giorno prima, gli mandai impulsivamente un messaggio, chiedendogli della rissa.
Passai tutta la giornata a scrivergli, ma lui non rispose mai; quando fuori ormai si era fatto buio, e da lui non avevo ricevuto ancora nessun riscontro, decisi di chiamarlo, più volte, ma niente di niente. Jeon Jungkook sembrava scomparso dalla faccia della terra. Forse dopo ieri sera non voleva parlarmi, ma io ero tremendamente preoccupata per lui.

Diversi giorni dopo...

I giorni passavano, ma di Jungkook nessuna notizia. In compenso sui social la notizia era scemata; infatti, Jungkook aveva rilasciato un'intervista grazie alla quale quella rissa era passata come un'aggressione e quindi il suo gesto come legittima difesa. Anche se con me non aveva avuto nessun contatto, ero felice di vedere che stava bene.
Intanto ero presa dai preparativi per la mini vacanza a Jeju. Avrei dovuto portare un po' di tutto, perché sull'isola le temperature erano abbastanza altalenanti.

Il giorno della partenza per Jeju...

Alle prime luci dell'alba, Jong Suk mi passò a prendere in auto; arrivammo al porto, dove ci imbarcammo per l'isola. Durante il viaggio non potei fare a meno di pensare a Jungkook e al concerto che avrebbe tenuto quella sera; tuttavia cercai di distrarmi, e di non pensare al fatto che non lo sentivo ormai da due settimane. In un certo senso mi convinsi, che probabilmente quella breve ed irrealistica storia che avevo vissuto, era già giunta al termine.
Arrivammo finalmente a destinazione, e in macchina facemmo una strada che costeggiava l'oceano. Abbassai il finestrino, e con l'aria tra i capelli sentii l'odore del mare; il paesaggio era mozzafiato.
Percorrerendo una stradina, giungemmo nel cortile di una casetta bianca piena di dettagli e decori rosa. Non potei fare a meno di notare quanto il giardino fosse curato e pieno di girasoli e rose, i miei fiori preferiti. La casa sporgeva sul mare, e mentre Jong Suk scaricava i bagagli, siccome aveva rifiutato il mio aiuto, scattai diverse foto.

"Finito!" disse il mio amico sorridente "Mia nonna dovrebbe arrivare a momenti, mi ha detto che è andata a fare la spesa"

"Vieni, facciamoci una foto insieme!" gli indicai con la mano la posizione accanto alla mia.

Così lui venne vicino a me, mi prese il telefono, e con il mare come sfondo ci scattammo diversi selfie.

"Ma che carini che siete...Jong Suk dammi il telefono, ve ne scatto una io" disse qualcuno.

Ci voltammo verso quella voce; a venirci in contro era una signora sulla settantina, molto curata, con qualche ruga, capelli ramati e vestita di tutto punto.

"Mettetevi in posa" afferrò il cellulare, puntando l'obiettivo verso di noi.

Così Jong Suk si mise accanto a me.

"Suvvia Jong Suk stalle più vicino"

Allora il mio amico mi mise una mano sulle spalle; una smorfia della signora gli fece capire che quella posa non era ancora adatta, quindi cercò di accontentarla. Si mise dietro di me e mi abbracciò da dietro; le sue braccia mia cingevano delicatamente la vita, e il suo volto era vicino al mio. All'inizio rimasi sorpresa e anche un po' interdetta, perché un abbraccio del genere non lo avevo mai ricevuto da nessuno, ma dopo trovai non ci fosse nulla di male; in fondo era il mio migliore amico.

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