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"Piacere, io sono la nonna di Jong Suk, ma puoi chiamarmi So-yon"

Apprezzai molto il fatto che rendendosi conto che io fossi straniera, mi strinse la mano, oltre che fare l'inchino.
La signora preparò da mangiare, e anche lei come il nipote, rifiutò il mio aiuto; iniziai a pensare che quello fosse un vizio di famiglia.

"È prontooo!!!" la signora urlò dalla cucina.

Tutti e tre ci accomodammo in una bellissima sala da pranzo, ricca di souvenir e foto provenienti da varie parti del mondo; ad ogni boccone che mangiavo non potevo fare a meno di sorridere, perché tutti i piatti erano saporiti e deliziosi.
Nel pomeriggio, siccome faceva molto caldo, e sia io che Jong Suk avevamo portato il costume, decidemmo di andare in spiaggia. L'acqua era stupenda, e la sabbia bianca come borotalco.

"Facciamo il bagno?" urlò Jong Suk entusiasta.

"Ma fa freddo" gli dissi io.

"Eddaiii..."

Rimasi in silenzio e continuai a camminare lungo la spiaggia; immergermi in acqua con il vento che tirava, era davvero l'ultima cosa che volevo fare. Improvvisamente due braccia mi sollevarono da terra; mi sorpresi nel vedere quanto Jong Suk fosse forte, tanto da riuscire a sollevarmi, perché io non ero di certo leggera. Con me in braccio si avvicinò all'acqua, mentre io lo minacciavo, perché sapevo esattamente cosa gli passava per la testa; ma poi lui, dondolandomi, iniziò a cantare

"E uno..."

"E due..."

"E tre..."

Inutile dire che al tre mi lanciò in acqua, che era gelida. Quando riemersi vidi il mio amico letteralmente piegato in due dal ridere. Così mi alzai, mi avvicinai lentamente a lui, e lo spinsi in acqua.

Fu uno dei giorni più divertenti della mia vita.

{Jungkook's pov}

Dopo ciò che era successo con quei ragazzi al locale, ero sempre sotto controllo, e perennemente rinchiuso nella sala prove. Namjoon mi vietò addirittura di scrivere a Jade fino al giorno del concerto a Seoul, perché sosteneva che quella rissa fosse la conseguenza della mia discussione con lei, e che sarei stato senz'altro più prudente se non avessi avuto la testa tra le nuvole. Mi diede addirittura un altro telefono con solo i numeri essenziali, con la promessa che mi avrebbe ridato il mio dopo il concerto.
Ovviamente io non ero d'accordo con lui, e il non poter contattare Jade mi rendeva nervoso ed impaziente, ma d'altronde dovevo solo aspettare fino al giorno del concerto.

Il giorno del concerto...

Era il momento di andare allo stadio di Seoul per il concerto e le prove; fino all'ultimo momento mi rigirai tra le mani il biglietto che era destinato a Jade, e mi domandai cosa stesse facendo in quel momento, se era con Jong Suk, a cosa aveva fatto nel periodo in cui non ci eravamo sentiti e a cosa pensava ora di me.
L'unica cosa che mi consolava era che dopo quella serata avrei potuto fare di nuovo ciò che volevo.

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