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Passarono esattamente due settimane e il momento di salutare nuovamente Jungkook, arrivò prima di quel che pensassi. Dopo quella sera in cui ero stata male a casa del mio ragazzo, avvertivo spesso un certo senso di nausea; così mia mamma, preoccupata che potesse essere nuovamente una gastroenterite virale, mi aveva portato a visitare, ma per fortuna l'esito fu negativo. Così dissero che probabilmente era dovuto ad una scarsa idratazione; in effetti in quel periodo, avevo iniziato a bere meno del solito, quindi anche io ero abbastanza convinta che quello fosse il motivo.

Come sempre salutare Jungkook fu uno strazio soprattutto perché sapevo che quello sarebbe stato il viaggio più lungo di tutto il tour. Prima di andare via, gli regalai  un piccolo coniglio, simile a quello che gli avevo dato quando ci eravamo conosciuti ma questo, a differenza dell'altro, indossava una gonna di pizzo rosa, finemente lavorata a maglia ed una maglietta azzurro chiaro. Così gli spiegai il motivo di quel regalo : siccome sapevo che il piccolo animaletto che gli avevo regalato in passato era per lui un portafortuna che portava ovunque, il nuovo peluche rappresentava me. Così, i due coniglietti insieme eravamo io e lui. Quando vide il regalo i suoi occhi brillarono come quelli di un bambino; fui estremamente felice di vederlo così.

Tre settimane dopo...

I concerti dei ragazzi in Europa stavano avendo un successo strabiliante ed io non potevo che esserne felicissima. Nonostante io e Jungkook cercassimo di sentirci tutti i giorni, qualche volta non era possibile, perché questa parte del tour sembrava essere più impegnativa della precedente.

Quella mattina avevo deciso di andare, dopo le lezioni all'università,  a studiare nel mio caffè preferito; Jong Suk purtroppo aveva già un impegno con  un suo amico che non vedeva da tempo, perciò non era riuscito ad accompagnarmi. Quando arrivai nel locale mi sedetti nel mio solito tavolo, quello vicino alla vetrata e ordinai un cappuccino e una bella fetta di torta al cioccolato; divorai entrambi prima di iniziare a studiare. Poco dopo, sembrò come se il mio stomaco si ribellasse a ciò che avevo appena ingerito e nuovamente, quel senso di nausea che ormai mi era familiare, mi sopraggiunse. In men che non si dica, lasciai tutto ciò che avevo, cellulare compreso, al mio posto, e corsi in bagno.

Quando mi ripresi da quel momento, mi sedetti un attimo. Iniziai a domandarmi che cosa non andasse in me; avevo seguito il consiglio del medico, avevo iniziato a bere diversi litri d'acqua al giorno, ma era come se i miei sforzi fossero stati inutili. Poi, come un lampo a ciel sereno, mi tornò in mente una stupida supposizione, che in quel momento non mi sembrava più così tanto sciocca. Potevo davvero essere incinta? Eravamo sempre stati attenti, quindi la reputavo un'ipotesi impossibile, ma la continua nausea sommata ad un ritardo, a cui non avevo dato molto peso, la rendevano alquanto realistica. Al solo pensiero di poter diventare mamma il cuore mi rimbalzava nel petto; non ero affatto pronta, e non credevo lo sarei mai stata. Tuttavia, non potevo ignorare quel sospetto, che mi si era conficcato nel petto, e non faceva altro che crescere. Così, per una volta, ignorai lo studio, presi tutte le mie cose e corsi in farmacia. Nel cammino chiamai mia madre; nel raccontarle cosa mi era successo, e le mie paure, iniziai a piangere. Mamma cercava di dirmi parole di conforto, ma sembravo inconsolabile. Prima di entrare in farmacia, cercai di sistemare il mio aspetto il più possibile e di asciugare i miei occhi pieni di lacrime.

"Salve, vorrei un test di gravidanza" era una delle cose più imbarazzanti che avevo mai chiesto.

Quando arrivai a casa, la prima cosa che mia madre fece fu abbracciarmi stretta a lei.

"Stai tranquilla Jade, qualsiasi sia il risultato, lo affronteremo insieme"

Quando uscii dal bagno, con in mano il test, lo reggevo appena con due dita, come se fosse stato qualcosa di estremamente fragile; lo appoggiai sul tavolo, e me ne allontanai.
I minuti che dovetti aspettare affinché il risultato comparisse, furono i più lunghi e snervanti della mia vita. Mi ero seduta sul divano in salotto e appoggiavo il viso tra le due mani; mi immaginai tutti gli scenari possibili : se fossi diventata madre, cosa avrei fatto? Non avevo nemmeno finito l'università...e per quello che riguardava Jungkook? Era nel pieno della sua carriera, non potevo mettergli di certo i bastoni tra le ruote in quel modo, ma dall'altra parte, non glielo potevo di certo nascondere.

"Jade" disse mamma, appoggiandomi una mano sulla spalla, dopo essersi seduta vicino a me " Non ti fasciare la testa prima di rompertela. Abbi pazienza, tra pochi minuti sapremo la verità e agiremo di conseguenza "

Così smisi di pensarci; quando il timer sul mio telefono indicò che il tempo necessario era già passato, mi alzai di scatto, ma a pochi passi da dove avevo appoggiato il fatidico test, mi bloccai.
Non riuscivo ad andare né avanti né indietro.

"Vuoi che lo guardi prima io?"

"No!" risposi quasi urlando alla domanda di mia madre.

Mi feci coraggio, e quasi con gli occhi chiusi afferrai il test, ma aspettai a guardare il risultato. Mi ripetetti mentalmente come leggere il risultato : due linee incinta, una linea nessun bambino all'orizzonte.

Così contai fino a tre.
"Uno"
"Due"
"Tre"
Voltai il test.

Le linee erano due. Sapevo benissimo cosa volessero dire. Nella mia pancia c'era un piccolo esserino. Sarei diventata madre per davvero.

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