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{Jade's pov}

Nonostante ciò che era accaduto quel giorno all'università, Jungkook aveva continuato a scrivermi messaggi su messaggi, a cui io non davo una risposta. Se separarmi da lui era già stata un'impresa, questa situazione non faceva altro che peggiorare il mio stato d'animo. Era una vera e propria agonia. L'ultimo messaggio che ricevetti fu

'Jade, so che leggi i messaggi ma non mi rispondi. Vorrei parlarti di persona, da solo. Ti prometto che se verrai, non ti contatterò mai più. Ti aspetto alle 16.00 davanti al negozio di antiquariato in cui siamo entrati quando ci eravamo appena conosciuti'

Questo incontro era proprio ciò che non volevo, perchè ero terrorizzata che dei paparazzi potessero vederci e complicare ancora di più la situazione di Jungkook. Tuttavia, pensai che forse quello era l'unico modo per far si che lui rinunciasse a me per sempre. Così risposi al suo messaggio.

Nel primo pomeriggio mi preparai per il tanto atteso incontro; mentre mi vestivo e mi truccavo, il cuore batteva all'impazzata e le mie mani tremavano. Presi un taxi per giungere al luogo accordato. Quando scesi dall'auto, imboccai a piedi la via che mi portava al negozio, e appoggiato al muro vidi una figura, che riconobbi immediatamente essere Jungkook.

"Eccoti" mi disse non appena mi avvicinai a lui "Andiamo in quel caffè?"

"Non hai paura ti veda qualcuno?"

"No, perchè il posto appartiene a un amico di mio padre e sapeva che oggi sarei venuto qua, quindi non è aperto al pubblico"

"Sei sicuro che nessuno ci possa fotografare insieme?"

"Da quando in qua sei così terrorizzata dai paparazzi?" il suo tono era diverso dal solito, era leggermente più freddo e distaccato "Poi anche se ci vedessero non mi importerebbe"

In effetti, quando entrammo nel piccolo locale, non c'era anima viva, se non un cameriere e il proprietario, che appena vide Jungkook, lo salutò con un affettuoso abbraccio

"Jungkook, dove preferisci stare? Al piano di sopra o qua?"

"Al piano di sopra, grazie"

Ci sedemmo ad un piccolo tavolino rotondo, di metallo rosa. Tutto l'ambiente era decorato con fiori rosa, giallo chiaro e turchesi; era molto carino ed accogliente. Come ai vecchi tempi, entrambi ordinammo un banana milk; i ricordi legati a quella bevanda mi riemersero nella mente vividi, e una leggera nostalgia mi travolse.

"Grazie" Jungkook ringraziò il cameriere che ci aveva appena portato la nostra ordinazione; ne bevve un sorso e iniziò a parlare.

"Jade, sai anche tu perchè ti ho chiesto di incontrarci. Vorrei sapere perchè"

"Il perchè di che cosa?" gli chiesi io facendo la finta tonta

"Perchè ti sei comportata così, perchè dopo quello che è successo tra me e te sei scomparsa e perchè Lee Jong Suk dice di essere il tuo ragazzo" fece un respiro "Dimmi cos'ho sbagliato". Sembrava le parole facessero fatica ad uscire dalle sue labbra.

Mentre venivo qua, mi ero preparata una serie di risposte che gli avrei potuto dare, ma in quel momento nella mia mente c'era solo fumo, che mi impediva di ricordarmi ciò che avevo pensato. Ero in ansia, così tanto che iniziai a giocare nervosamente con un fazzoletto di carta, fino a quando lo ridussi in brandelli.

"Jade, guardami negli occhi e dimmi la verità" mi appoggiò una mano sulle mie; forse le aveva viste muoversi freneticamente. Ero combattuta, avrei davvero voluto dirgli le mie preoccupazione e la verità dietro al mio comportamento, ma se lo avessi fatto, tutti i miei sforzi per lasciarlo andare, per fargli vivere una vita senza preoccupazioni, sarebbero state vane. Così presi coraggio e gli risposi.

" Quello che ha detto Jong Suk è vero" sapevo quanto potessi ferirlo dicendo ciò, forse era peggio di una pugnalata al cuore, ma era l'unico modo per convincerlo a lasciarmi

"Quindi quello che c'è stato tra me e te è stato tutto un gioco? Hai solo giocato con me, giusto?"

"All'inizio eri il mio idolo, e volevo davvero conoscerti, ma poi con il tempo, ho perso interesse verso di te" in quel momento, il dolore che provavo nel dire quelle cose, era paragonabile a mille schegge di vetro che si conficcano nel corpo. Stavo per piangere, ma non dovevo farlo.

"Quindi per te la notte che abbiamo passato insieme non ha contato nulla? La tua promessa di essere solo mia, era tutta una farsa?"

"Mi dispiace, ma è stato un errore" smise per un attimo di guardarmi negli occhi

"Ti chiedo l'ultima cosa e poi la pianto con le domande" la sua voce sembrava rotta "Allora da quand'è che stai con Jong Suk?"

"Da tre mesi" gli risposi seccamente

"Quindi vuoi dirmi che mentre eri la mia ragazza, stavi anche con lui?"

"Esatto"

In quel momento non riuscivo più a restare lì, in piedi davanti a lui a continuare a dirgli parole che non pensavo; dovevo a tutti i costi andarmene, soprattutto perchè ero terrorizzata che quel guscio rigido che avevo costruito attorno a me, potesse crollare da un momento all'altro.

"Ora che hai ricevuto tutte le risposte, posso andare?" feci per alzarmi

"Perchè non riesci a guardarmi negli occhi?" ignorai le sue parole e iniziai a scendere le scale.

"E se dicessi che ti amo, cambieresti idea?" urlò Jungkook.

Per un attimo il mio corpo si bloccò. Anche davanti a quelle parole, che mi avevano letteralmente spaccato il cuore, noi due rimanevamo distanti, in due realtà diverse, lontani come il mare che cerca sempre di raggiungere la riva, ma che poi è costretto ad andarsene. In questo caso, io ero il mare, che nonostante non voglia, deve lasciare la spiaggia. Così me ne andai, questa volta per sempre, dando un vero addio a Jungkook. Le nostre vite erano troppo diverse, ed era impossibile unirle, senza che uno dei due ne soffrisse.

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