{Jungkook's pov}
Entrai nel dormitorio con Jade in braccio, cercando di fare meno rumore possibile. Joanna, la nostra domestica, mi venne incontro, ma non appena vide in che situazione mi trovavo, rimase sconcertata e senza dire nulla, indicò la ragazza con espressione confusa. Le chiesi di non fare parola di ciò che era successo con nessuno, tantomeno con i ragazzi, e di preparare la mia camera con lenzuola e asciugamani puliti. Per quella notte, il mio letto sarebbe stato il divano in salotto.
Una cuscinata in faccia fu il mio buongiorno, e come avevo immaginato, a svegliarmi era stato Taehyung; solo lui poteva riservarmi quel trattamento.
"Perché stai dormendo nel salotto?" mi chiese, non appena mi svegliai definitivamente.
Ovviamente non gli avrei mai potuto dire nulla dell'ospite inatteso, perché una delle regole del dormitorio era il divieto assoluto di fare accedere persone sconosciute, ad esclusione di parenti e amici stretti.
"Non riuscivo ad addormentami" mi limitai a rispondergli, cercando di chiudere velocemente il discorso.
"Sei di poche parole oggi!" esclamò afferrando il cuscino e lanciandomelo nuovamente addosso.
Non potei che rispondere al suo attacco, e in men che non si dica, iniziò una guerra di cuscinate; tutto quel trambusto fece svegliare anche Namjoon, il quale aveva il sonno così leggero, che anche una mosca lo avrebbe potuto svegliare. Seppur all'iniziò si lamentò della confusione e cercò di fermarci, dopo aver ricevuto diversi cuscini in faccia, si arrese, e si unì alla battaglia. Dopo meno di dieci minuti, ci ritrovammo tutti e tre a cercare di sistemare il casino che avevamo combinato.
"Jungkook, vado un attimo in camera tua, devo prendere in prestito una cosa dal bagno" urlò Namjoon mentre si stava avviando lungo il corridoio.
In un primo istante non ci trovai nulla di strano, anzi, fui quasi meravigliato che mi avesse avvisato; spesso mi ritrovavo profumi e dentifrici finiti proprio per colpa sua. Poi, come un fulmine a ciel sereno mi ricordai della ragazza; preso dal panico, corsi il più velocemente possibile per fermarlo, ma quando arrivai, era già troppo tardi. Namjoon aveva aperto la porta della camera, e persino quella del bagno, trovandosi faccia a faccia con Jade.
{Jade's pov}
Restai immobile davanti a quella persona. Le mie gambe iniziarono a tremare, forse sia perché avevo ancora in mano il profumo di Jungkook, sia perché in pochi secondi realizzai che la persona di fronte a me era Namjoon. Fui esterrefatta da quella visione; non potevo credere di aver visto da così vicino già due membri dei BTS. Tuttavia, quando mi accorsi della situazione in cui mi trovavo, rimasi impietrita, incapace di fare qualsiasi cosa.
Poco dopo, dietro di lui, apparse Jungkook affannato; sembrava avesse corso una maratona. In quel momento così assurdo, Jungkook aveva l'espressione di un coniglietto spaventato, e capii perché tutti lo paragonavano ad un coniglio.
Quando mi sbloccai da quel momento di paralisi, salutai Namjoon con un profondo inchino, e con un piccolo sorriso, gli camminai accanto e lo superai; il mio obiettivo era scomparire il più velocemente possibile. Mi sentii afferrare un braccio.
"Chi è lei?" chiese Namjoon a Jungkook indicandomi con lo sguardo.
"Posso spiegare, non è come sembra! Ora ti racconto tutto, ma ti prego di mantenere il segreto" si toccò con una mano la fronte frustrato "Questa situazione è davvero imbarazzante"
Ci sedemmo tutti sul letto, io compresa, e Jungkook iniziò a raccontargli cosa fosse successo la notte precedente. Non capii perché io dovetti restare ad assistere al loro dialogo, tuttavia, non mi azzardai ad andarmene. La situazione era davvero irreale; nonostante fossi nella stessa stanza dei miei cantanti preferiti e potessi trascorrere del tempo con loro, il modo in cui c'ero arrivata mi faceva vergognare e voler nascondere sotto terra.
Mentre Namjoon sembrava serio, Jungkook aveva la stessa espressione timorosa di prima; quando parlava, cercava di scegliere le parole con cura e di essere il più chiaro possibile.
Ci fu un momento di silenzio tra i due, così pensai che quello fosse il momento giusto per tagliare la corda.
"Scusatemi davvero tanto per il disturbo, prometto che una cosa del genere non accadrà più" guardai entrambi negli occhi sorridendo timidamente "Ora, dovrei tornare a casa" feci come per alzarmi.
"Aspetta" disse Namjoon " Se uscissi dall'entrata principale, sarebbe alquanto strano, in quanto in molti ti vedrebbero e si spargerebbero voci insensate" non disse nulla per qualche secondo. La sua espressione sembrava concentrata, come se stesse cercando una soluzione.
"Ho un'idea, vieni con me, ti accompagno all'uscita secondaria. Lì non c'è mai nessuno perché il portinaio è impegnato con altre mansioni, e spesso il posto è vacante".
Così, senza esitare salutai con un inchino Jungkook, e seguii Namjoon. Dopo aver attraversato diverse porte, arrivammo in una hall quasi abbandonata; non c'era davvero anima viva e persino le luci erano spente. Poco dopo, quando mi ritrovai fuori dall'edificio, potei tirare un sospiro di sollievo.
Presi un taxi, che in una ventina di minuti mi portò fino a casa; così scoprii che il dormitorio dei BTS si trovava sorprendentemente vicino alla mia abitazione.
"Ciao mamma, sono tornata" la salutai non appena varcai la porta; ero in ansia che si infuriasse per non averla chiamata, e ancora una volta pregai che Izumi mi avesse aiutata.
"Ciao, com'è andato il pigiama party con Izumi?" grazie al cielo la mia amica aveva inventato una scusa credibile; più tardi avrei dovuto ringraziarla come si deve.
Non appena mi feci una doccia, cercai in tutta la camera il telefono per scrivere un messaggio ad Izumi; frugai ovunque, nelle tasche, nella borsa, nel cappotto, ma di quell'aggeggio nessuna traccia. Cercai di fare mente locale, di ripercorrere tutti i momenti in cui avevo usato il cellulare nel corso della giornata; poi realizzai. Lo avevo lasciato nel bagno di Jungkook, appoggiato sul lavandino, e per la fretta non lo avevo preso.
STAI LEGGENDO
My Dream
Fanfiction"E se dicessi che ti amo, cambieresti idea?" Anche davanti a quelle parole, che mi avevano letteralmente spaccato il cuore, noi due rimanevamo distanti, in due realtà diverse, lontani come il mare che cerca sempre di raggiungere la riva, ma che po...