La prima cosa che mi venne spontanea fare, fu allentare la presa del braccio del mio amico, ma lui non sembrò cedere di un millimetro; forse, non si era nemmeno accorto del mio gesto, perché era troppo impegnato a guardare Jungkook dritto negli occhi, con fare cagnesco.
Solo dopo realizzai cosa stesse accadendo; Jungkook era lì, davanti a me, completamente esposto agli occhi di chiunque passasse in quella zona.
Riuscii a malapena a salutarlo, perché in men che non si dica, Jungkook, senza proferire parola, mi trascinò via.
Jong Suk davanti a quella scena rimase interdetto e, mentre mi allontanavo e tentavo di salutarlo, si avvicinò a me e mi prese il braccio che avevo libero; quella scena mi sembrava talmente assurda che faticavo credere fosse vera.
Mi ritrovai afferrata da una parte dal mio migliore amico, e dall'altra dal mio possibile ragazzo.
Jungkook non lo definivo ancora il mio ragazzo; ci eravamo baciati, più volte, ma io e lui non eravamo ancora nulla. Era una sensazione strana, anche fastidiosa, perché quando ero con lui, mi sentivo come se ci appartenessimo, ma quando lui non c'era, non sapevo come definire la nostra relazione."Jade aspetta" diceva Jong Suk.
"Andiamo" affermava Jungkook.
Ero strattonata un po' da una parte, un po' dall'altra, e sentivo che nell'area iniziava ad esserci una certa tensione; si guardavano come due che presto o tardi si sarebbero presi a pugni, ed io ero letteralmente la povera malcapitata in mezzo a loro.
"Scusa ma chi ti credi si essere per trascinarla in questo modo!?" urlò Jong Suk.
"Io sono il suo ragazzo, piuttosto tu chi sei!"
Nel sentire ciò che aveva detto Jungkook rimasi a bocca aperta; quell'affermazione significava che lui mi considerava a tutti gli effetti la sua ragazza? Non credevo alle sue parole.
Quando smisi di pensare a tutto ciò, mi accorsi che diversi ragazzi nei dintorni ci stavano fissando, alcuni si erano addirittura fermati a guardarci e bisbigliavano tra di loro; ero terrorizzata che qualcuno potesse riconoscere Jungkook. Per un attimo fui presa dal panico, ma subito dopo il mio cervello riacquistò lucidità. Siccome Jungkook sembrava pronto a ribattere e Jong Suk anche, decisi di concludere io la situazione, nel modo più semplice che mi venne in mente.
"Jong Suk, ci vediamo domani" mi liberai dalla sua presa e trascinai via Jungkook.
"Ma..." piagnucoló il mio amico. Si vedeva che era sconcertato dalla mia reazione, così, mentre me ne andavo mi voltai e urlai
"Ti chiamo dopo!"Appena uscimmo dall'area universitaria mi fermai di colpo; mi ero stancata di seguire Jungkook, che nel frattempo aveva iniziato a camminare tenendomi per mano senza dire una parola, e senza badare a me che riuscivo a malapena a stare dietro al suo passo veloce. In quel momento lui si bloccò, e mi guardò con aria interrogativa.
"Si può sapere cosa ti è saltato in mente? Perché ti sei messo a litigare con Jong Suk? E per di più davanti a tutti! Cosa avresti fatto se ti avessero riconosciuto!" strillai alterata.
"E tu perché gli tenevi la mano? È per caso il tuo ragazzo?"
"Sei arrivato totalmente a caso, non mi hai nemmeno salutato, mi hai trascinato via e adesso sei arrabbiato?" feci una pausa per ripensare a quello che aveva detto "No, lui non è il mio ragazzo, e neanche ce l'ho, se è per questo!" Quelle parole mi uscirono dalla bocca senza neanche accorgermene; subito mi sentii in colpa, perché mi ricordai di ciò che lui aveva detto a Jong Suk, ma nonostante ciò con me non ne aveva mai parlato, erano solo parole senza un fondamento.
Jungkook, davanti a ciò che affermai rimase impietrito, così per completare il casino che già avevo combinato, gli dissi anche ciò che avevo pensato sulla nostra relazione. Lo guardavo dritto negli occhi, come aspettassi una sua risposta; avrei davvero voluto che lui mettesse fine alla mia incertezza e urlasse una volta per tutte che io e lui, eravamo un noi. Il silenzio che si era creato mi suggerì che l'unica cosa che potessi fare era andarmene; così lo superai e iniziai a camminare.
Lui mi rincorse, e mettendomi le mani sulle spalle mi disse "Aspetta! Non vuoi sapere perché sono qui?"
Rimasi in silenzio ad ascoltarlo.
"Sono venuto perché ho preso una piccola pausa dalle prove e volevo vederti; in più volevo darti questo"
Con una mano cercò nella tasca posteriore dei pantaloni, dalla quale estrasse un ticket.
Subito capii che quello era un biglietto per il concerto di Seul.
Non appena lo vidi, una domanda mi sorse spontanea : come avrei fatto a rifiutare quell'invito senza ferire i suoi sentimenti?
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My Dream
Fanfiction"E se dicessi che ti amo, cambieresti idea?" Anche davanti a quelle parole, che mi avevano letteralmente spaccato il cuore, noi due rimanevamo distanti, in due realtà diverse, lontani come il mare che cerca sempre di raggiungere la riva, ma che po...