"Ti va di bere qualcosa?"
Questa era stata la domanda che aveva dato inizio alla serata; io e Jackson ci sedemmo al bancone e ordinammo un drink ciascuno.
"Vai sul classico?" mi chiese lui vedendo che la bibita da me scelta era un mojito.
"Sì, non conosco tanti cocktail, perché quando ne trovo uno che mi piace, ordino sempre quello"
Mentre parlavamo, il barman, vedendo i nostri bicchieri vuoti, continuava a portarci da bere, e io ogni volta, mi promettevo che quello sarebbe stato l'ultimo, ma ogni volta non riuscivo a dire di no. Ero sicura della mia resistenza all'alcol, infatti non mi ero mai ubriacata, ma giunta al quinto mojito, la testa mi iniziò a girare; pensai mi servisse una pausa, quindi decisi di andare un attimo in bagno, lasciando metà del sestò drink sul bancone. Nonostante mi stessi divertendo a parlare con Jackson, forse tornare a casa era la cosa migliore da fare, date mie condizioni; inoltre erano già le tre di notte, quindi m ero goduta la maggior parte della serata. Così tornai da Jackson e gli dissi che volevo tornare a casa.
"Jackson, forse è meglio se vado a casa, inizio ad essere abbastanza stanca" dissi non appena tornai da lui.
"Finisci almeno questo e poi vai!" indicò il drink che avevo lasciato.
Non volevo finirlo, perché ero timorosa di aggravare la mia situazione, ma la sua insistenza mi fece vacillare; così mi sedetti di nuovo accanto a lui, e quasi in un sorso terminai la bevanda.
"Come ti senti?" chiese lui con un sorridendo; non capii il motivo della sua domanda, tuttavia dedussi che anche lui si era accorto della mia leggera ubriachezza.
Dopo aver finito quel drink, iniziai a sentirmi molto peggio; la mia mente era in confusione, a malapena mi rendevo conto di dove mi trovassi e cosa stessi facendo. Improvvisamente, Jackson sentii la mano di Jackson sulla mia gamba; quel gesto mi fece rabbrividire.
"Ti va di ballare con me?" il ragazzo si era avvicinato notevolmente al mio viso.
Non ebbi nemmeno il tempo di rispondere, che mi ritrovai in pista; le sue braccia mi stringevano la vita e obbligavano il mio corpo a stare vicino al suo.
"A-a-aspetta Jackson, devo tornare un attimo alla toilette" biascicavo le parole; non riuscivo nemmeno a parlare propriamente.
"Va bene, baby" le sue parole mi fecero ribrezzo, tuttavia non controbattei nulla e corsi in bagno. Non appena chiusi la porta, cercai il telefono e chiamai Jungkook.
"Pronto?" per fortuna rispose.
{Jungkook's pov}
Non spegnevo mai il telefono, e quella sera non fu un'eccezione; era il cuore della notte, quando la suoneria mi svegliò. Ancora assonnato, allungai il braccio verso il comodino, afferrai il cellulare e aprendo leggermente gli occhi, controllai il display; a chiamarmi era Jade. All'inizio pensai mi avesse telefonato per farle compagnia, perché non riusciva ad addormentarsi; non sarebbe stata la prima volta a succedere una cosa del genere. Tuttavia mi sembrò strano mi avesse contattato così tanto tardi.
"Pronto?" dissi.
Dall'altra parte nessuna risposta, sentivo solo una musica assordante. Iniziai a preoccuparmi.
"Jade, ci sei?"
"J-J-Jungkook ti prego, vieni qui" i miei battiti aumentarono, fino a quando non mi sentii il cuore in gola.
"Jade cosa sta succedendo?" ero estremamente agitato, tuttavia cercai di rimanere razionale.
"Sono, sono, sono in- " sembrava non riuscire a comporre una frase sensata; qualcosa in lei non andava.
"Jade dove sei?"
Jade non parlava più, al suo posto udivo solo una voce maschile.
"Forza, andiamo a ballare" qualcuno si era avvicinato a lei e la stava portando chissà dove.
Continuai ad urlare al telefono, cercando di tornare in contatto con Jade, ma non ricevetti più risposta; sentii solo quella voce sconosciuta allontanarsi. Nonostante fossi abbastanza impanicato, non esitai un istante, indossai le prime cose che vidi e afferrai le chiavi dell'auto; uscii di tutta fretta dalla camera, e mi diressi verso l'scita. Nel corridoio trovai tutti i ragazzi, che mi guardavano con occhi stralunati; forse mi avevano sentito urlare.
"Jungkook, cos'è successo?" chiese Namjoon.
"Dove diavolo stai andando nel cuore della notte?" sentii urlare Taehyung.
Non risposi a nessuno.
Salii in macchina e impostai il navigatore con destinazione il nome del locale che mi aveva scritto Jade. In quel momento la mia mente vagava in tutte le direzioni, ipotizzava che cosa potesse essere accaduto a Jade. Ero fuori di me, non pensavo ad altro che arrivare il più velocemente possibile là, senza badare a limiti di velocità.
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My Dream
Fanfiction"E se dicessi che ti amo, cambieresti idea?" Anche davanti a quelle parole, che mi avevano letteralmente spaccato il cuore, noi due rimanevamo distanti, in due realtà diverse, lontani come il mare che cerca sempre di raggiungere la riva, ma che po...