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Jungkook mi venne incontro allargando progressivamente le braccia; più i nostri corpi si avvicinavano, più la mia mente diventava confusa. In pochi secondi mi ritrovai avvolta da un caldo abbraccio; mi era mancato sentirlo così vicino a me.

Senza dire nulla, mi fece salire nella sua auto, e si mise al posto di guida. Rimasi in silenzio, mentre aspettavo che la macchina partisse; ero curiosa di scoprire dove mi avrebbe portata, perché non aveva ancora accennato nulla sulla nostra destinazione. Per un secondo mi guardò negli occhi, poi abbassò lo sguardo su di me. Quando iniziò ad avvicinarsi, qualcosa in me iniziò a scalpitare, forse il cuore, o lo stomaco; ero convinta mi avrebbe baciata. Mi mancava sentire le sue soffici labbra sulle mie, ed avere un contatto più intimo con lui. Ma purtroppo, quelle che erano le mie speranze, andarono in frantumi. Allungò la mano e mi allacciò la cintura, della quale, presa dai miei pensieri, mi ero completamente scordata.

"La sicurezza prima di tutto" mi disse sorridendo.

Mi aveva lasciato letteralmente a bocca asciutta.

Anche se la mia mente vagava ancora su quel bacio mancato, cercai di distrarmi.

"Dove andiamo?" gli domandai.

"Sorpresa" rispose lui, con faccia soddisfatta, come fosse felice di essere riuscito a muovere i me questa curiosità.

Poco dopo, Jungkook annunciò il nostro arrivo; quando scesi dall'auto, mi ritrovai ai piedi di un grattacielo altissimo e tutto illuminato di svariati colori.
Mi sentii alquanto disorientata, forse perché non ero mai stata in un luogo del genere; probabilmente Jungkook se ne accorse e mi tese la mano, che io non esitai ad afferrare.
Prendemmo l'ascensore e salimmo al quarantesimo piano, dove c'era un immenso locale lussuoso. Era molto moderno, ed aveva un'atmosfera rilassata; ciò che trovai strano era come tutto l'ambiente fosse vuoto, ad eccezione di un tavolo al centro della stanza.

"Buonasera signore" disse un cameriere vestito alla perfezione, con giacca, cravatta e addirittura un fazzoletto nel taschino.

Sorrisi per come l'uomo avesse chiamato Jungkook.

"Ti diverti?" mi chiese scrutando il mio viso.

"Si signore" lo presi in giro.

Ci accomodammo in quel tavolo solitario; il ristorante era veramente elegante, quasi sofisticato, ed improvvisamente mi pentii di non essermi vestita meglio. Il soffitto della sala era costellato da lampadari di cristallo e stucchi dorati, mentre l'arredamento era moderno, ma il tutto creava un complesso organico, che lo faceva sembrare un unico stile.
Come immaginavo, anche le portate non erano da meno; era cucina occidentale rivisitata in chiave orientale. Erano sapori che non avevo mai assaggiato in vita mia, ed ero veramente felice di fare quell'esperienza insieme a Jungkook.
La cena era quasi giunta al termine, ma io e Jungkook non avevamo ancora raggiunto il nostro obiettivo, ovvero parlare e chiarire la situazione tra di noi. Arrivato il dolce, fu proprio lui a prendere la parola.

"Jade sai perché ti ho invitato a cena stasera, vero?" mi guardava dritto negli occhi con fare serio.

"Per chiarirci" risposi.

"Esatto" tirò un respiro profondo, per poi continuare a parlare "Per prima cosa ti voglio porgere le mie scuse; in questo periodo sono stato assente, ma non per mia volontà"

Il discorso continuò, e fui sollevata di scoprire che la sua assenza non era stata affatto volontaria, ma bensì causata da Namjoon. Tutti i dubbi e incomprensioni furono chiariti, e finalmente mi sentii di nuovo vicina a lui, forse più di prima.

Proprio quando pensavo che il discorso fosse giunto al termine, lui riprese inaspettatamente la parola.

"Un'altra cosa..."

Lo guardai con fare interrogativo, curiosa di sapere cos'altro avesse da dire.

"Jade, per me sei davvero importante. La nostra storia è iniziata casualmente; non avrei mai immaginato di incontrare la persona che amo in questo modo"

Sentire le sue parole mi fece battere il cuore più velocemente.

"Sei tu la persona che amo e quella con cui voglio condividere anche la più piccola cosa, sei tu la donna che vorrei avere accanto nel mio futuro. So che stare con me non è facile, che non sono uno qualunque e che la nostra relazione non sarà una di quelle ordinarie in cui ci si vede tutti i giorni, ma sappi che se mai accetterai di essere la mia ragazza, cercherò di essere il più presente possibile e di non farti mancare nulla"

Non sapevo cosa dire, ogni mio singolo muscolo si era immobilizzato.

Improvvisamente si mise a cercare qualcosa nella tasca della giacca.

"Tieni, questo l'ho comprato per te. Ti ricordi la leggenda ad esso collegata?"

Nella mano verso di me tesa, era appoggiato l'antico ciondolo che avevamo visto insieme io e lui nel negozio di antiquariato. Mi ricordavo bene la storia e il significato : l'oggetto univa i cuori di due persone innamorate, legandoli con un filo rosso indissolubile, da niente e da nessuno. Immediatamente capii che cosa intendeva dirmi Jungkook con quel gesto.

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