HARRY POV.
Il sabato mattina passò più in fretta di tutti gli altri. Era ormai da una settimana che non andavo a scuola e non mi ero nemmeno preoccupato di chiedere cosa avessero fatto, tuttavia Louis mi aveva detto che non avevano fatto assolutamente nulla a scuola sta mattina in quanto erano tutti, o la maggior parte comunque, impegnati nei preparativi della festa di questa sera.
Io ho semplicemente passato la mattinata con mia sorella ascoltando le sue buffe storie su i compagni di classe oppure sulle nuove maestre. Sono stato a guardarla mentre parlava e scriveva la letterina a Babbo Natale. Per Natale dovevo tornare a Londra dai miei nonni come ogni anno insieme a Lux. Mi chiedo se anche loro sapessero dell'adozione.Che domanda idiota è ovvio che sapevano dell'adozione cretino!
Non avevo pensato al Natale fino a quando lei questa mattina prese carta e penna ed iniziò a scrivere la sua letterina. Dovevo assolutamente ricordarmi di andarle a prendere qualcosa, probabilmente lei non sa che quest'anno avrà un regalo in più.
Si può sapere perché cazzo ogni fottuta cosa che faccio la devo per forza collegare ai nuovi genitori! Sta diventando una fottutissima ossessione!
Scossi la testa allontanando questi pensieri e lasciando da parte ogni cosa. Era già pomeriggio inoltrato e mia zia sarebbe arrivata a momenti a prendere Lux "Principessa tra poco arriverà la zia. Ti ricordi che devo andare alla festa questa sera vero?" "Dormo lì?" "Penso di si, non voglio svegliarti nel caso ti addormenti, farò tardi" "Okay" si alzò dal tappeto prendendo il suo zainetto "Aiutami a preparare il pigiama" disse guardandomi e tendendomi la mano di modo che potessi afferrarla. La presi forte stringendola con la mia estremamente più grande della sua, mi accompagnò davanti al suo cassetto e dopo una breve discussione sul pigiama da mettere nello zaino per quella notte mi portò verso il suo bagno: prese tutto quello che le serviva. Preparò infine i vestiti per il giorno successivo giusto in tempo per il campanello della porta che suonò distraendo tutti e due dalle risate provocate per uno stupido paio di calzini. Accompagnai mia sorella alla porta salutando velocemente mia zia e poi mi diressi a fare una doccia calda.
È impressionante come l'acqua calda della doccia sembri lavare via ogni tensione partendo dalle spalle e massaggiando piano piano ogni parte del corpo portando così tutte le tensioni. Lasciai che il calore del vapore annebbiasse il grande specchio sopra al lavandino e che mi avvolgesse una volta uscito dalla doccia. Mi avvolsi l'asciugamano in vita dirigendomi velocemente davanti all'armadio. Presi una camicia sui toni del marrone, pantaloni neri e giacca nera. Asciugai velocemente i capelli e poi uscì di casa dopo aver preso le chiavi dell'auto assicurandomi di chiudere bene la porta dell'appartamento.
La palestra della nostra scuola sembrava molto diversa dal solito: i grandi materassi e gli attrezzi da lavoro erano tutti spariti, probabilmente messi a caso nello sgabuzzino dove rinchiudevano ogni attrezzo l'ultimo giorno di scuola.
Mi avviai dentro l'edificio lasciando alla musica assordante libero accesso alle mie orecchie disturbando leggermente il mio udito. Cercai tra la folla un volto famigliare. Quando trovai la chioma bionda di Niall mi diressi verso il gruppo salutando tutti i ragazzi "Fratello cazzo è da un sacco che non ti vediamo" "Zayn, è passata solo una settimana" dissi ridacchiando quando fece spallucce gridando un "Va beh" per farsi sentire sopra il volume alto della musica. Ci spostammo verso il bar per ordinare un drink quando si avvicinarono le ragazze "Ragazzi!" "Ciaoo!" gridò Liam avvicinandosi alla sua ragazza baciandola cosa che fecero tutti gli altri. Guardai Louis che di solito in questi momenti mi guardava alzando gli occhi al cielo, ma sta sera anche lui era intento a baciare qualcuno. Scossi la testa. Ero felice che finalmente quei due si fossero decisi di mettersi insieme non sopportavo più! Come dice il detto: 'Tanto fumo poco arrosto'.
Mi girai e presi del punch e poi tornai a vedere i ragazzi: parlavano tutti animatamente di discorsi idioti, come al solito oserei dire, ma solo in quel momento, sentendoli parlare di cose assurde e senza senso, sentendoli ridere tra di loro, vedendo come cercavano in tutti i modi di passare del tempo con me non facendomi sentire escluso nonostante avessero le loro ragazze accanto, solo adesso mi rendo conto di quanto mi è mancato tutto questo.
Mio padre mi raccontava sempre del suo ultimo anno al liceo, di quanto mi sarebbe piaciuto, di come sarebbe presto diventato l'anno più bello di tutti i miei anni scolastici, di come fosse l'anno delle stronzate, delle feste, dei balli, delle sbronze, delle ragazze, ma anche l'anno di scelte mature e difficili, l'anno in cui avrei scelto cosa voglio fare della mia vita. E solo adesso, che sono qui con i miei amici, capisco che non posso lasciare che il mio anno delle stronzate venga sprecato per un sacco di problemi più grandi di me. Una voce mi riportò alla realtà "Allora ragazzi! Come andiamo?" un urlo collettivo si levò in aria riempiendo la sala "Bene! Così mi piacete" "Hey John spostati fai parlare anche me" risi quando vidi George salire sul palco. I due rappresentanti d'istituto erano completamente ubriachi e volevano tenere un discorso. Scossi la testa ridendo per una cazzata che avevano appena sparato. Mi persi la maggior parte del loro 'discorso' riuscendo però a sentire l'ultima parte ".....e quindi ragazzi, divertitevi e mi raccomando, niente rimorsi dopo sta sera" urlarono prima di scendere dal palco e andare in pista a ballare. "Niall, voglio ballare! Forza" detto questo Demi prese il biondo e lo portò a ballare, a seguito le altre ragazze trascinarono i ragazzi in pista lasciandomi lì da solo. Non protestai, non volevo che si perdessero la festa per stare con me. Presi un altro bicchiere di punch per poi girarmi verso la porta d'ingresso: strinsi la presa sul mio bicchiere che mi stava cadendo. Lei era lì, all'ingresso di quella palestra gremita di gente, lo sguardo spaesato di muoveva in cerca di qualcuno a lei famigliare. Sorrise probabilmente avendo individuato quel qualcuno, e giuro su dio di non avere mai visto nulla di più bello. Lei era lì. Allison.
STAI LEGGENDO
Looking through his eyes
Teen FictionAllison Leerman si è appena trasferita da Montreal a New York con i genitori e il fratello minore Logan per il lavoro del padre. Si spostavano continuamente e ormai aveva imparato a non affezionarsi troppo alla gente. I suoi occhi esprimono esattame...