Capitolo 56

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HARRY POV.

Entrai dalla porta chiudendola velocemente dietro di me. L'unica cosa bella del mercoledì, oltre all'avvicinarsi del week-end, è l'aula di musica messa a disposizione degli studenti.

Il giorno precedente era passato velocemente: la mattina a scuola, il pomeriggio al lavoro fino alla sera.
Non avevo abbandonato il lavoro dopo la storia di Lux, alla fine i soldi per mantenere la casa mi servivano ancora e un aggancio nel mondo del lavoro non mi avrebbe di certo fatto male in futuro. La sera avevo cercato velocemente qualche notizia sui possibili college da frequentare l'anno prossimo e avevo trovato cosa interessanti, sopratutto la scuola di musica ed arte. A New York c'era ma era davvero troppo selettiva, mentre quella di Seattle offriva grandi possibilità sia in campo artistico che, per esempio in campo economico o aziendale.

Scossi la testa non volevo pensare ad altro se non alla musica. Presi la chitarra e mi avvicinai alla finestra sedendomi sul grande davanzale e osservando fuori.
Le mie dita pizzicarono le corde della chitarre che rilasciarono le note di "If it means a lot for you" degli A day to remember.
Iniziai a canticchiare la canzone chiudendo gli occhi lasciando che la musica mi trasportasse con se.

Tutto il mondo intorno a me si annullò di colpo. Le note rimbombavano nella mia testa e il testo nel cervello arrivando alla bocca e lasciando che le pronunciasse liberando la mia voce.

A dire la verità non cantavo molto spesso, mi divertivo di più a lasciare la che il solo suono della chitarra interrompesse gli interminabili silenzi che riempivano li spazi vuoti della mia vita.

Una voce si aggiunse alla mia. Corrucciai la fronte credendo fosse solo frutto della mia fantasia volendo tornare alla pace precedente. Ma quella voce arrivava troppo chiara alle mie orecchie perché riuscissi veramente ad ignorarla.
Aprii finalmente gli occhi intenzionato a mandare via chiunque fosse entrato e smetterla di suonare per andarmene da li. Smisi il movimento delle mie dita sulla corde girandomi verso l'intruso e bloccandomi solo quando quella voce parlò di nuovo.

"Non farlo, continua a suonare ti prego"

Quella voce. La sua voce.

Mi sedetti di nuovo voltandomi verso di lei e ripresi a suonare. Non cantai però, lasciai che la chitarra rompesse il silenzio creatosi nell'aula e tra di noi.
Stavo per convincermi a cantare nuovamente quando la sua voce interruppe i miei pensieri. Cantava tranquillamente la canzone fissando incantata le mie dita muoversi sulla chitarra donandomi, solo qualche volta, un sorriso imbarazzato.

Scossi la testa riprendendomi e spostando lo sguardo sullo strumento nelle mie mani. Al ritornello ripresi a cantare lasciando che le nostre voci si unissero l'una all'altra. Sorrisi anche io quando sorpresa alzò il viso verso di me e si lasciò andare ad un sorrisi vivace.

Finimmo la canzone e imbarazzata abbassò lo sguardo a terra. "Credevo suonassi il piano" sussurrò guardando ancora il pavimento sotto di lei. Mi alzai in piedi stiracchiandomi leggermente le gambe "In realtà, suono molti strumenti. Solo che tu non lo sai -ammisi ridacchiando- veramente, ora che ci penso, nessuno lo sa" dissi infine portando la chitarra nella sua custodia.
"Io non sapevo che tu cantassi" affermai prendendo una sedia e mettendomi di fronte a lei. "Già, non sono poi così brava. Lo faccio solo ogni tanto" "Sei brava invece" affermai annuendo "Grazie" sussurrò cercando di nascondere un sorriso.

Guardami. Senti come il mio cuore comincia a correre quando ti vedo, ti parlo.







ALLISON POV.

Un tuono interruppe l'insopportabile silenzio presente nell'aula di musica facendomi sobbalzare.

Odio i temporali.

Mi strinsi nella mia felpa alzandomi velocemente dalla sedia "Mi spiace -cominciai a dire freneticamente- ma devo tornare a casa, questo tempo non promette nulla di buono e non voglio ammalarmi il concerto è domani e non esiste che..." "Ti accompagno io" smisi di parlare voltandomi verso di lui mentre finivo di infilarmi la giacca.

Prese la sua e aprì la porta incitandomi ad uscire. Sorridendo uscii dall'aula e mi diressi verso l'ingresso della scuola. Una volta fuori iniziammo a correre alla sua macchina e, una volta arrivati, ci infilammo dentro velocemente. Fece partire il riscaldamento e mentalmente lo ringraziai. Sperando che potesse in qualche modo aiutare a scaldarmi sfregai le mani le une con le altre, ringraziando Harry quando alzò ulteriormente il riscaldamento.

Mi accorsi solo dopo di star gocciolando sul sedile di pelle e cercai in vano di trovare un modo per smettere e asciugare il mio posto. Mi mossi nervosamente sul sedile portando i capelli su una spalla sola e passando la mano tra di essi pettinandoli e sciogliendo così i nodi.

Quando arrivammo davanti a casa mia mi girai per ringraziarlo. Lui sorrise e disse che era stato un piacere. Sorrisi di nuovo ed aprii la portiera pronta a correre all'ingresso di casa. La sua voce mi bloccò "Ci vediamo domani Allison, buonanotte" annuii augurandogli la buona notte prima di vederlo sfrecciare lungo la strada.







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Spazio autrice:

È CORTO LO SO! E fa anche schifo ma ho avuto davvero un blocco e in più mi serviva un capitolo di passaggio. Credo che il prossimo sarà un capitolo davvero complicato considerato che sarà anche uno dei più significativi e ho bisogno di tempo per elaborarlo.

Scusate infinitamente per l'attesa e tutto quanto, davvero sono desolata ma non ho tempo per fare nulla con la scuola in ballo ultimamente. Spero possiate perdonarmi.

Un'ultima cosa, sto già lavorando al capitolo successivo ma credo ci vorrà del tempo per farlo venire come voglio quindi abbiate pazienza.

Un bacio,
Alice

Looking through his eyesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora