CHARLOTTE POV.
Era passato solo un giorno dalla rissa di Luke e James e nessuno aveva fatto parola dell'accaduto. Ally continuava ad affermare che non importava se non volevo parlarle di James, che capiva che era una tasto dolente per me, ma la vedevo nel suo sguardo la curiosità impossessarsi di lei quando ogni tanto buttavo l'occhio su James, ed io in cuor mio sapevo esattamente di doverle dare delle spiegazioni. Dovevo farlo per lei. Dovevo farlo per me. Da fin troppo tempo avevo tenuto nascosti i miei sentimenti dopo quel giorno, schiacciandolo nel profondo del cuore e curando le mie ferite. Ma ho sempre saputo di doverne parlare con qualcuno, dovevo farlo altrimenti sarei esplosa. Temporeggiavo sempre in attesa del momento giusto per tirare tutto fuori, e a quanto pare il momento era arrivato.
Invitai Ally a casa mia il pomeriggio promettendo a me stessa di dirle tutto, dal nostro incontro, alla nostra distruttiva fine. Tornammo a casa con Louis evitando di prendere il pullman e in parte ringraziai il cielo quando ci disse che doveva uscire il pomeriggio. Parlare di lui con mio fratello in casa sarebbe stato ancora più difficile. Le gemelle erano a scuola, così come i piccolini e Felicity non sarebbe stata un problema. Mangiammo tranquillamente ridendo alle imitazioni che mio fratello faceva della prof. di matematica che a quando pare stava sui coglioni a tutti. Salutammo Lou quando uscì e andammo in camera mia "Allora bellezza. Che volevi dirmi di così importante?" chiese guardandomi mentre si sedeva sul letto "James" l'unica cosa che riuscì a pronunciare in quel momento fu il suo nome. La sua fronte si aggrottò e guardandomi seriamente mi disse "Lottie. Ti ho già detto che non sei obbligata a dirmelo se non te la senti" "È questo il punto Ally. Io devo dirtelo, non solo per la tua curiosità, ma per me. Devo sfogarmi com qualcuno, e credimi quando ti dico che per me è davvero difficile aprirmi con le persone. Ma con te voglio farlo" dissi prendendo un respiro profondo. Si fece più in là sul letto facendomi segno di sedermi accanto a lei "Okay allora. Ti ascolto" disse sorridendomi per incoraggiarmi.
Okay Lottie. Pensa. Da dove vuoi iniziare a raccontare. Dal principio. Da lì devo cominciare tutto "Novembre. Era novembre quando lo conobbi. I ragazzi insistevano tanto per andare a vedere quella stupida partita di football. Io e le ragazze cercammo in tutti i modi di fargli cambiare idea, ma loro volevano andarci assolutamente e così ci ritrovammo catapultati nel campo di football della scuola a vedere i ragazzi correre come dei dannati dietro ad uno stupido pallone" risi ricordandomi come Jessy aveva definito i giocatori come una massa di caproni che corrono inutilmente dietro ad un pallone "Quando la partita finì uscimmo da quel posto ma mi accorsi di aver dimenticato la mia giacca, così tornai indietro a prenderla e quando raggiunsi gli spalti lui la stava stringendo tra le mani guardando nella massa di persone che ancora dovevano uscire il proprietario. Lì lo incontrai per la prima volta, gli parlai per la prima volta" sorrisi amaramente al ricordo."È stato magnifico!" esclamarono i ragazzi battendosi il cinque "Dio che ci trovate di così 'magnifico' in una massa di caproni che corre inutilmente dietro ad un pallone" disse Jessy alzando gli occhi al cielo facendoci ridere "Sei una ragazza...per te 'magnifico' sono quelle che definisco io delle tizie che camminano su dei trampoli fastidiosi" disse Ash riferendosi probabilmente ai tacchi "Em...Lottie...stai tremando" "Sto congelando infatti" "Se magari ti metti la giacca" disse Cal ridacchiando. Aspetta "Merda! Ragazzi ho lasciato la giacca sugli spalti. Nonono cazzo cazzo" dissi tornando indietro a prenderla. Cercai di ricordarmi la strada verso gli spalti e quando finalmente li raggiunsi andai dov'ero seduta prima. Lì un ragazzo biondo con la felpa della squadra stringeva la mia giacca cercando qualcuno con lo sguardo tra la gente che ancora doveva uscire da lì. Mi avvicinai schiarendomi la gola per attirare la sua attenzione "Em...quella è la mia giacca" dissi indicando la giacca tra le sue mani "Oh...si stavo guardando se mancasse a qualcuno" disse sorridendomi "Bhe se non ti dispiace sto letteralmente gelando potresti ridarmela" dissi io. Non volevo essere così scontrosa ma stavo davvero congelando "Sono James" disse passandomela "Charlotte" dissi mettendomi la giacca guardandolo sorridere prima di girarmi e incamminarmi verso l'uscita "Ci si vede in giro Charlotte" urlò prima che sparissi completamente in mezzo alla gente che usciva.
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Looking through his eyes
Novela JuvenilAllison Leerman si è appena trasferita da Montreal a New York con i genitori e il fratello minore Logan per il lavoro del padre. Si spostavano continuamente e ormai aveva imparato a non affezionarsi troppo alla gente. I suoi occhi esprimono esattame...