ALLISON POV.
L'erba verde di Central Park si estendeva sotto i nostri piedi in un immensa distesa verde interrotta solo ogni tanto dalle margherite che crescevano spontanee sul terreno. Harry camminava affianco a me silenzioso come sempre, ma rispetto alle altre volte il cipiglio sul suo viso non c'era, era rilassato e un sorriso si dipinse sul suo viso quando fece un respiro profondo sentendo l'aria fresca del parco. Sorrisi istintivamente vedendolo così rilassato. Aveva deciso di fare un semplicissima passeggiata al parco, giusto per stare un po' all'aria aperta "Vieni conosco un posto bellissimo" mi disse degnandomi finalmente del suono profondo della sua voce roca. Lo seguì mentre camminava sicuro in mezzo all'erba abbandonando la strada all'interno del parco. Ero al suo fianco e continuavo a camminare in silenzio respirando l'odore della natura mischiata al suo profumo. Le nostre mani si sfioravano leggermente mentre camminavano verso la nostra meta. Ero così tentata di prendere la sua mano e intrecciate le mie dita alle sue anche solo per un secondo, bearmi del calore che emanavano, sentire quell'elettricità che mai avevo provato con nessuno, ma non è molto facile fare questo gesto così semplice e naturale con una persona come Harry. Uscivamo da un po'. Non sapevo nemmeno io esattamente cosa fossimo, so solo che in qualche modo sentivo di poterlo aiutare ad aprirsi. O forse stavo solo sperando che lo facesse con me, avrei mantenuto tutti i suoi segreti, avrei cercato di portare via tutto quel dolore che compariva ogni tanto nei suoi occhi facendoli scurire leggermente e facendogli corrucciare la fronte, avrei portato via tutte le sue cicatrici e le avrei conservate nella parte più remota del mio cuore, tenendolo segrete come se avessi paura che potesse condividere il suo dolore con qualcun altro all'infuori di me. Ma il punto è che lui non credo me lo avrebbe mai permesso. Posai lo sguardo sulle nostre mani che continuavano a sfiorarsi di tanto in tanto torturandomi con delle piccole scosse "Vieni di qua. Attenta stammi vicino potresti perderti" si girò verso di me sorridendomi e inchiodando il suo sguardo al mio, e diavolo se solo sapesse come mi sentivo ogni volta che lo faceva, se solo sapesse che comunque andassero le cose non sarei in grado di allontanarmi da lui, se solo sapesse.... Sobbalzai quando prese la mia mano a mi trascinò dietro di se. La famigliare elettricità si sparse all'interno del mio corpo e le mie mani, prima fredde, divennero improvvisamente calde. Aumentai il passo per stargli accanto senza mai lasciare la sua mano. Dopo cinque minuti di camminata in mezzo a dei piccoli sentieri che io personalmente non credo avrei mai trovato, si fermò. Fece un altro respiro profondo e sorrise guardando qualcosa che si estendeva sotto di noi. Ero troppo impegnata a vederlo sorridere per preoccuparmi di sapere il motivo del suo enorme sorriso. Solo quando si girò verso di me e mi disse "Allora. Che ne pensi?" riuscì a distogliere lo sguardo dal suo viso ritrovandomi qualcosa di ancora più meraviglioso. Un'enorme distesa verde piena di margherite si estendeva sotto di noi. Non riuscì a trattenere un sorriso. Non so con quale forza riuscì a slegare le nostre mani e ad incamminarmi in mezzo a quella magnifica distesa di fiori. Non mi girai indietro per vedere se mi stesse seguendo, in quel momento volevo solo lasciarmi andare a quella meraviglia. Non c'era nessuno in quel posto, la natura si estendeva incontaminata e l'unico suono udibile era il nostro respiro che si confondeva con il rumore delle macchine in lontananza. Senza pensarci mi sdraiai sull'erba lasciando che i petali leggeri dei fiori mi solleticasse il collo quando portai i capelli lontani da esso. Sorrisi per il leggero solletico e chiusi gli occhi. Un'immensa sensazione di pace si impossessò del mio corpo. Tutto intorno a me si annullò. Tutti i problemi, tutti i ricordi sparirono lasciando posto solo alla tranquillità. Non so per quanto rimasi così, con gli occhi chiusi, facendo respiri profondi e sorridendo incessantemente, so solo che aprì leggermente gli occhi quando sentì un leggero tocco sui miei capelli e qualcosa che veniva leggermente posato sopra. Seppi esattamente chi era nel momento in cui mi accarezzò lentamente la guancia e la scossa famigliare si ripresentò. Chiusi di nuovo gli occhi sotto il suo tocco e lo lasciai fare quello che aveva iniziato prima beandomi semplicemente del suo tocco leggero. "Apri gli occhi" sussurrò al mio orecchio e, nonostante vorrei davvero continuare a tenerli chiusi, si spalancarono per trovarsi immersi nel verde penetrante dei suoi. Prese il suo telefono e prima che potessi in qualche modo dire di no scattò una foto. Sorrise guardandola e mi scaldò il cuore. Lo rimise a posto e si sdraiò accanto a me, chiudendo gli occhi come stavo facendo io poco prima. Sorrisi prima di richiudere anche i miei sorridendo per la magnifica giornata.
"Ally...Ally tesoro svegliati" una voce interruppe la mia tranquillità, ma no era la voce di Harry, non più, era un altra voce, una voce che conoscevo fin troppo bene. Aprì gli occhi lentamente trovandomi davanti due occhi azzurri che osservavano come mi muovevo quasi spaesata alla ricerca delle margherite che fino a poco fa erano attorno a me "Tesoro devi andare a scuola avanti alzati". La dura realtà mi colpì come un doloroso schiaffo in faccia. Le margherite, la foto, la tranquillità, le nostre mani intrecciate, lui. Era tutto solo un sogno. Un bellissimo e meraviglioso sogno.
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Looking through his eyes
Genç KurguAllison Leerman si è appena trasferita da Montreal a New York con i genitori e il fratello minore Logan per il lavoro del padre. Si spostavano continuamente e ormai aveva imparato a non affezionarsi troppo alla gente. I suoi occhi esprimono esattame...