Capitolo 12

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ALLISON POV.

"Allison. Svegliati avanti" scossi la testa come se potesse andare via dalla mia testa "Allison. Farai tardi a scuola forza alzati" disse di nuovo la voce di mia nonna. Erano arrivati la sera precedente per cena da Montreal. Rimarranno qui una settimana per il compleanno di mia madre e poi torneranno a casa. Mi sono mancati un sacco. Quando vivevo a Montreal li andavamo a trovare spesso e quando papà andava via per lavoro loro stavano sempre con noi per aiutare mia madre. Sorrisi e aprì gli occhi. Non voglio andare a scuola. Starei tutto il giorno con loro se fosse possibile. Mi alzai e, dopo aver abbracciato mia nonna, andai a prepararmi. Salutai il resto della famiglia prima di correre verso la fermata dell'autobus. Mi sedetti al solito posto e misi le cuffie. Le note di "The silent man" mi accompagnavano lungo la strada. Non smettevo di ascoltarla da lunedì. Ripensai alla festa. Tutte le immagini di lunedì sera mi passarono per la testa. Il modo in cui si è girato quando ho urlato e mi ha guardata, con il solito cipiglio stampato in fronte, lo sguardo che vagava da me a Mark come se cercasse di capire. Quando mi guardò negli occhi lo stomaco iniziò a chiudersi, le mani iniziarono a sudare, il battito ad accelerare, volevo distogliere lo sguardo ma ormai era riuscito ad impossessarmi della mia anima che si era completamente lasciata andare al suo sguardo, che non riusciva a nascondersi davanti a quegli occhi curiosi che mi stavano fissando. Poi parlò. E nel mio stomaco semi chiuso mille farfalle svolazzavano facendo una strana danza. Quando caddi tra le sue braccia l'elettricità si espanse lungo il mio corpo. E poi quel bacio. Quel semplicissimo bacio sulla guancia era riuscito a farmi addormentare con un sorriso da idiota completa in faccia.
"Allison. Perché hai quel sorriso da ebete in faccia?" una voce ormai troppo famigliare mi risvegliò dai ricordi "Cosa?" chiesi togliendomi una cuffia "Ho chiesto come mai quel sorriso" disse Lottie ridacchiando e sedendosi in modo da potermi vedere meglio "Nulla stavo pensando..." dissi vaga. Ovviamente non potevo dire a Lottie che stavo pensando a Harry. Quell'Harry che lei conosce da una vita intera. Quell'Harry che non parla con nessuno. No. Non potevo "Pensando a chi?" chiese ghignando "Non ad un ragazzo....." dissi abbassando lo sguardo. Non sono mai stata brava a mentire. Non riesco a dire bugie. Basta guardarmi negli occhi per capire che sto mentendo "...ieri sono arrivati i miei nonni da Montreal e stavo pensando a loro" dissi sorridendo e alzando lo sguardo "Tu piuttosto signorina dovresti dirmi com'è andata con Luke. Ieri non ne abbiamo parlato" dissi guardandola e ridacchiando quando arrossì "Nulla...abbiamo ballato, in qualche modo, e poi mi ha riaccompagnata a casa" disse sorridendo "Adesso sei tu che hai un sorriso da ebete" dissi ridendo. Scoppiò a ridere anche lei e poi andammo avanti a raccontare varie cose. Quando arrivammo davanti all'atrio della scuola c'era un gruppo di persone messo a cerchio che urlava contro due persone in mezzo. Ci guardammo e Lottie sbiancò quando sentì la voce di Luke. Iniziò a correre verso il cerchio e io la seguì cercando di capire di chi fosse l'altra voce "SEI SOLO UN BASTARDO E LO SAI" urlò Luke "SEI TU IL COGLIONE CHE IERI SERA BALLAVA CON LEI NON IO" urlò l'altro ragazzo. Quando mi avvicinai lo riconobbi. È il ragazzo che passò davanti a Louis guadagnandosi un occhiataccia dal ragazzo e che Lottie mi aveva detto essere il suo ex. Luke rise di gusto "BALLAVO CON LEI PERCHÈ VOLEVO E COMUNQUE LEI NEMMENO TI VUOLE VEDERE PIÙ FIGURIAMOCI BALLARE CON TE" a quel punto il ragazzo gli tirò in pugno in faccia "VAFFANCULO HEMMINGS STA LONTANO DA LEI" disse lui tirandogli un altro pugno. Mi accorsi di non avere più Lottie accanto solo quando la vidi in mezzo ai due ragazzi "ADESSO BASTA! JAMES LASCIALO STARE!" urlò lei "STANNE FUORI TU! SPOSTATI" disse spingendola. Cadde atterra e guardò James con gli occhi spalancati "Lottie. Io...io...mi dispiace" disse quando si accorse che era lei avvicinandosi "STAI LONTANO DA ME!" urlò lei ma lui non l'ascoltò, si avvicino la prese dalle braccia e la tirò su "LASCIAMI NON TOCCARMI" disse con voce spezzata "Che diavolo succede qui?" Louis arrivò e appena vide James che teneva Lottie e lei che si dimenava lo prese dalla spalle e lo buttò atterra facendo cadere di nuovo Lottie. Corsi verso di lei e mi inginocchiai abbracciandola "TU! SE TI DICO DI STARE LONTANO DA MIA SORELLA LE STAI LONTANO OKAY TESTA DI CAZZO?!" disse Louis prendendolo per il colletto della camicia e sbattendolo al muro "HAI CAPITO!" gli disse ancora "Io la stavo solo aiutando" disse lui "L'hai spinta atterra idiota" disse Luke guardandolo con disprezzo mentre Jessy cercava di fargli fermare il sangue dal naso "Sta zitto figlio di puttana" sputò James "Senti grandissima testa di cazzo se osi solo sfiorare mia sorella un altra volta giuro su dio che ti stacco le palle" disse Louis lasciandogli la camicia e facendolo accasciare contro il muro "Sono stato chiaro?" chiese Lou guardandolo con disprezzo. Non rispose. Annuì. Lottie continuava a singhiozzare tra le mie braccia e quando Lou si avvicinò la sollevai. Si guardarono per un po'. Nessuno dei due faceva nulla. Un altro singhiozzo uscì dalla sua bocca e allora lui la abbracciò. Mi voltai verso Luke e gli mimai un 'stai bene' lui annuì per poi riportare la sua attenzione su Lottie. La guardava piangere e cercava di alzarsi per andare da lei. Ma qualcosa lo frenava dal raggiungerla. Il sangue continuava a scendergli dal naso e non accennava a smettere. Mi voltai verso il gruppo di Louis. Erano tutti lì. Passavano lo sguardo da James, a Luke, ed infine a Lottie. Le loro espressioni cambiavano da disprezzo, a dispiacere, a tristezza. Ed io stavo lì. Insicura su cosa fare, spaventata dalla situazione, le gambe tremolanti, gli occhi spalancati. Cercavo di capirci qualcosa ma era tutto inutile. Passavo lo sguardo da un gruppo all'altro. Quando lo vidi il mio cuore si fermò. Mi stava guardando con il suo solito sguardo. Permisi ai suoi occhi di leggere i miei senza provare a fermare questa cosa. Non avevo le forze per farlo. Cercavo solo di capire. Quando vide quanto ero spaventata il suo sguardo si addolcì e mi fece segno di avvicinarsi. Tutte le persone attorno a noi erano impegnate a farsi i cazzi loro a parte i ragazzi che cercavano di calmare Luke e Louis che cercava in qualche modo di far cessare il pianto di Lottie. Mi avvicinai a lui che si era intanto spostato dal gruppo. Stava semplicemente fermo lì. Ad aspettarmi. Continuando a leggere dentro di me. Dimenticandosi di tutto quello che c'era intorno a noi. Quando arrivai davanti a lui abbassai lo sguardo. La testa non smetteva un attimo di pulsare e gli occhi mi bruciavano terribilmente. Cercavo di non far uscire quelle lacrime che non avevano motivo di venir fuori ma che erano lì ad aspettare solo di porte uscire. Mi accarezzò lentamente per poi mettere le dita sotto il mento e farmi alzare il viso. Una lacrima scese velocemente e lui si affrettò a raccoglierla. Ancora quell'elettricità iniziò a scorrere nel mio sangue e raggiunse in fretta ogni parte del mio corpo. Scosse la testa asciugando altre lacrime che nel frattempo scesero lungo il mio viso. Restammo semplicemente così. A guardarci. Nessuno dei due aveva bisogno di parlare. I nostri occhi parlavano per noi. La campanella suonò e lui distolse lo sguardo per due secondo prima di riportarlo su di me guardandomi in modo interrogativo. Annuì facendogli segno che stavo bene. Mi accarezzò ancora e se ne andò. Asciugai le ultime lacrime e mi girai verso l'ingresso. Feci un respiro profondo ed entrai.

CHARLOTTE POV.

Ero ancora lì. Tra le braccia di mio fratello. Che tentavo inutilmente di smettere di piangere. Mi ha spinta atterra. Come se non fossi mai esistita per lui. Come se non fossi mai contata nulla. E fa male. fa male perché mi chiedo davvero se lui mi abbia mai amata. Mi chiedo se lo avrebbe fatto anche prima. Si è avvicinato credendo che potessi perdonarlo subito. Credendo mi facessi aiutare da lui. Più mi allontanavo più cercava di aiutarmi. Urlavo cercando di lasciarmi andare. Non volevo essere toccata da lui. Da quel ragazzo che mi ha fatto scoprire l'amore, che si è preso il mio cuore solo per farlo a pezzettini e passarci sopra senza preoccuparsi di nulla. "Shh...shhh....Lottie...va tutto bene....non si avvicinerà più okay...ei guardami" disse sollevandomi il viso "Non succederà mai più okay. Calmati. Smettila di piangere" "Fa male Lou. Fa molto male" dissi tirando su con il naso e lasciando uscire un altra lacrima "Non gli è mai importato di me" sussurrai "Hai visto come mi ha buttato atterra. Come se non fossi mai stata nessuno per lui...forse è così" disse soffocando un singhiozzo "Lottie...smettila di piangere per lui. Non si merita nessuna delle tue lacrime okay? Lascialo perdere. Se prova a riavvicinarsi lo uccido giuro su dio" disse lui. La campanella suonò facendolo sbuffare "Dovresti andare Lou, mica hai il compito adesso?" gli dissi "Non me ne frega un cazzo del compito. Sei mia sorella sei molto più importante di uno stupido compito di matematica" disse serio "Lou...sto bene davvero...vai a fare il tuo compito okay...io credo che andrò a trovare Luke" dissi quando non lo vidi. Annui e mi abbracciò prima di correre verso la sua classe. Mentre camminavo riuscivo a sentire i pezzi del mio cuore che cercano di ricomporsi. I miei passi rimbombano nei corridoi ormai vuoti mentre mi dirigo verso l'infermeria sperando di trovarci Luke. Entrai sorridendo leggermente all'infermiera che mi indicò gentilmente il lettino di Luke. Era lì seduto a fissare il pavimento con le mani strette intorno al bordo del lettino, le nocche bianche a causa della forte presa, la fronte aggrottata. Mi avvicinai sedendomi accanto a lui sul lettino. Sollevò la testa e quando mi vide potei percepire la preoccupazione che mi fosse successo qualcosa. Sorrisi leggermente cercando di calmarlo ma, per quanto cercassi di fargli credere che non avevo il cuore completamente a pezzi, non riuscivo a mentirgli. Il finto sorriso sparì nell'esatto istante in cui lui scosse la testa e si girò dall'altra parte "Luke" sussurrai "Io.." "Lottie lascia stare. Non cercare di farmi credere che stai bene okay. Non attacca con me e lo sai" disse duramente "Luke guardami. Ti ho detto di guardarmi cazzo Luke guardami" dissi prendendogli il viso e facendolo girare verso di me "Vuoi sapere come sto? Di merda. Sto malissimo okay. Il mio cuore è andato in frantumi, mi fa male il culo per la caduta e ho una sbucciatura sulla mano. La testa mi sta fottutamente esplodendo e fa male. Fa tremendamente male. Fa male sapere che per lui non sono mai contata nulla mentre per me lui era tutto. Fa male rendersi conti di esser stata presa per il culo per tutto questo tempo. E fa male vederti su questo fottuto lettino in questo posto che puzza di ospedale con il naso sanguinante e un occhio nero per colpa mia. Mi odio per tutto questo. Mi odio per esser stata così stupida e ceca con James e mi odio perché ti ha picchiato a causa mia. Quindi vuoi sapere come sto? Adesso lo sai. Sto già di merda di mio okay non c'è bisogno che mi ricordi quanto sono stata cogliona a fidarmi di lui" dissi iniziando a piangere ancora. Mi guardava con uno sguardo misto tra il sorpreso e il dispiaciuto e in quel momento volevo solo sparire da lì. Odio essere compatita. Per questo non parlo quasi mai con nessuno dei miei sentimenti. Di solito mi limito a dire che sto bene e a sorridere e alla gente va bene, ci crede, quindi non mi faccio problemi. Loro non mi compatiscono e io affronto il mio dolore da sola. Come ho sempre fatto. Ma adesso basta. Sono stanca. Alcune cose non posso semplicemente affrontarle da sola. Non posso farlo. Non adesso. Mi prese il viso tra le mani "Io...Lottie mi dispiace. Sono solo incazzato. Non con te. Tu non hai colpa per quello che è successo. Lui è un coglione e questo si sa. Sto ancora pensando a come ti ha spinto atterra. Sto facendo tutto il possibile per frenarmi dall'andare a spaccargli la faccia credimi. Volevo alzarmi e allontanarlo da te e invece sono rimasto fermo lì. A guardare mentre quel coglione ti tirava su da terra. E credimi tu non sai quante sberle mi sto tirando in testa per esser stato così stupido. Mi dispiace aver reagito così. Mi dispiace. Ma tu non piangere ti prego. Non farlo. Non riesco a vederti piangere. Io...io non riesco" mi abbracciò e appoggiai la testa sulla sua spalla. Le lacrime iniziarono piano piano a fermarsi e non potevo far altro che pensare a quanto mi sentissi a casa tra le sue braccia. Un sorriso spuntò sulla mia faccia quando mi strinse più forte tra le sue braccia baciandomi la testa. In quel momento tutto il dolore sparì. C'eravamo solo io, lui e i nostri battiti che sincronizzati tra loro ci accompagnavano.

Looking through his eyesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora