Una settimana dopo...
ALLISON POV.
Una settimana. Era passata una settimana da quella terribile sera. Una settimana durante la quale non avevo fatto altro che tentare di parlare con lui, che puntualmente mi evitava, una settimana durante la quale tentavo di scappare da James che fortunatamente sembrava aver deciso di lasciarmi qualche giorno di pausa.
Era un sabato freddo e cupo, il cielo era interamente coperto da nuvole grigie. La giornata a scuola era passata per fortuna velocemente, non avevo voglia di stare seduta lì, oggi più che mai. Salutai i ragazzi velocemente uscendo dall'edificio, passai accanto al gruppo di Louis in tempo per sentire che Harry oggi non era venuto nemmeno a scuola. Questo spiegava perché non l'avessi visto cambiare strada ogni volta che mi avvicinavo per parlargli.
Corsi a casa dove pranzai con qualche avanzo che mamma aveva accuratamente lasciato prima di partire insieme a mio padre e mio fratello: mio padre aveva un'importante congresso di lavoro al quale mi ero rifiutata di andare. Avevo sempre odiato partecipare ai congressi di lavoro di mio padre: stavo via l'intero week- end e mio padre era sempre impegnato in qualche strana riunione.
Quindi dopo avere discusso leggermente i miei genitori avevano acconsentito a lasciarmi a casa con la promessa che sarei stata attenta a e sarei andata a scuola.Passai il primo pomeriggio con la testa chinata sui libri, rifiutandomi di fare i compiti l'indomani, ed una volta finito tutto chiusi i libri, presi la giacca che poggiai sulle mie spalle, la sciarpa avvolgendola attorno al collo, presi le chiavi ed il cellulare uscendo da casa e dirigendomi verso una meta non molto precisa.
Non avevo idea di dove andare, avevo solo voglia di camminare un po' tra le strade della grande New York, lasciando che l'aria fredda invernale colpisse violentemente le mie guance che si arrossarono in un attimo.Camminai fino ad arrivare ad una chiesa che sperai non fosse troppo lontana da casa mia fermandomi ad osservarne il profilo. Mi avvicinai incuriosita dalle piccole incisioni che erano incise sulla porta di legno. Appena la toccai quest'ultima si aprì. Mi incamminai all'interno osservando i piccoli dipinti appesi alla parete, non sembravano essere diversi da quello ritratti nelle altre chiese che mi era capitato di visitare.
Passai un po' di tempo guardandomi intorno e quando finalmente uscì dalla chiesa per tornare a casa una figura che camminava a testa bassa catturò la mia attenzione. Avrei riconosciuto quei ricci folti e scuri da tutte le parti, il profilo con la solita mascella serrata "Harry" sussurrai "Harry!" ripetei più forte e fui sicura che mi avesse sentita perché di fermò improvvisamente tenendo comunque la sua testa chinata. Lo raggiunsi e gli toccai il braccio facendo in modo che si girasse verso di me, ma lui lo spostò velocemente "Che ci fai qui?" chiese con la voce che notai essere più roca del solito "Stavo solo facendo un giro" ammisi spostandomi avanti a lui "Harry" sussurrai "Perché non mi guardi?". Alzò lo sguardo serrando ancora di più la sua mascella: le guance erano arrossate dal freddo e gli occhi smeraldo erano arrossati "Hai pianto" affermai sussurrando "Che cosa succede Harry?" domandai dolcemente. Ma la sua risposta non fu quella che mi aspettavo "Non sono affari tuoi" disse riabbassando il capo e iniziando a camminare. Per un momento rimasi lì impalata non capendo il perché di questa risposta così brusca, poi mi decisi a seguirlo "Harry fermati" alzai la voce "Che cosa c'è!" disse voltandosi velocemente verso di me "Cosa vuoi Allison? Non voglio parlare con te, ne con nessun altro capito! Quindi fammi un favore e vattene" finì abbassando il tono di voce "Sai non devi per forza fare lo stronzo!" gridai lasciando che una lacrima rigasse il mio viso "Volevo solo sapere perché stavi così, ma sai una cosa? Forse dovrei smetterla. Io non so che cosa ti è preso e a quanto pare non hai intenzione di dirmelo e se preoccuparmi per te vuol dire essere trattata in questo modo allora d'accordo, me ne vado. Ma sappi Harry che arriverà il giorno in cui questo tuo allontanare tutti ti farà rimanere da solo" conclusi lasciandolo leggermente senza parole. Lo vidi avvicinarsi guardando il mio viso ancora sconcertato, allungò una mano verso di esso ma io mi scansai girandomi dalla parte opposta riprendendo la strada per il ritorno.
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Looking through his eyes
Teen FictionAllison Leerman si è appena trasferita da Montreal a New York con i genitori e il fratello minore Logan per il lavoro del padre. Si spostavano continuamente e ormai aveva imparato a non affezionarsi troppo alla gente. I suoi occhi esprimono esattame...