ALLISON POV.
"Dai Nash ti ho detto che non c'è niente tra me e Harry" dissi tappandomi la bocca "Finalmente so come si chiama!" esclamò ridendo. Scoppiai a ridere anche io riconfermando la mia precedente affermazione. Lui mi guardò stranito "Sei sicura? Proprio niente niente niente? Perché prima lì fuori non sembrava niente" disse "Cosa hai visto?" domandai abbassando lo sguardo "Lui imbarazzato, tu che sorridi come una deficiente -gli schiaffeggiai il braccio facendolo scoppiare a ridere- aspetta non ho finito -continuò- poi ho visto lui sorridere come un deficiente e infine ho visto le vostre belle mani intrecciate".
Riabbassai lo sguardo verso le mie mani sorridendo al ricordo di come aveva afferrato la mia mano quando stavo per toglierla.
"Non ci credo -sussurrò Nash- stai di nuovo sorridendo in quel modo! Allison esigo una spiegazione a tutto questo, e la esigo ora." Mi guardò serio, ma con una punta di divertimento nella voce. Sbuffai e mi lasciai cadere all'indietro sul letto.
Presi un respiro e parlai."È complicato -dissi solamente- lui è complicato. Sai non è il classico bel ragazzo a cui tutte vanno dietro e che non si fa problemi ad accontentare ognuna di loro, lui è diverso. È chiuso, riservato, tranne i suoi più cari amici nessuno sa nulla di lui e anche tra di loro non c'è nessuno se non il suo migliore amico che sappia davvero tutto quanto di lui. Sta sempre sulle sue, cerca di farsi notare il meno possibile e di non dare mai troppo nell'occhio.
Un giorno si sveglia con il sorriso ed è simpaticissimo e dolce, un giorno si sveglia con la luna storta e allora inizia a fare lo stronzo menefreghista, non ti saluta, non ti parla, fa finta che non esisti. Ma c'è un perché a tutto questo. Un perché che ho scoperto da poco e che davvero non posso dirti."Lo guardai con uno sguardo di scuse: non potevo dirgli dei suoi genitori, non potevo lasciare che una cosa privata e dolorosa come quella fosse sbandierata a tutti, non dopo che lui ci aveva messo tutte le sue forze per riuscire a raccontarmela. Lui mi sorrise incitandomi a continuare
"Ci siamo conosciuti perché è il migliore amico di Charlotte, la ragazza di cui ti parlavo a natale ed a cui ho accennato prima, all'inizio non parlava con nessuno. Ma intendo proprio nessuno. Non mi aveva mai rivolta la parola se non per dirmi di smetterla di fissarlo un pomeriggio in biblioteca -ridacchiai pensando a quel pomeriggio- a dire la verità mi ha letteralmente urlato addosso di smetterla di fissarlo e che odiava essere fissato. Ricordo che rimasi scioccata dalla sua prepotenza e che mi dissi che non gli avrei più rivolto la parola. Ma ovviamente non fu così perché da quel giorno lo ritrovavo dovunque andassi: a scuola di Logan, nella mia scuola, a casa di Charlotte, in biblioteca, al supermercato. Insomma da tutte le parti."
Lui scoppiò a ridere per il tono di esasperazione che usai nel dire l'ultima frase facendomi ridere.
"Alla festa di Niall però fu dove mi rivolse veramente per la prima volta la parola: un deficiente ci stava provando alla grande con me e ovviamente era ubriaco. Come ben sai non ho buone esperienze con gli ubriachi. Fatto sta che gli andai addosso durante il mio tentativo di fuga e lui, dopo aver mandato via quell'idiota, mi riaccompagnò a casa. Da quel giorno si aprì sempre di piú con me e -sospirai- non lo so Nash io, ogni volta che vedo quegli occhi mi perdo, mi incanto a guardarlo e dovresti sentire la sua voce: é così roca e profonda e..." "E la mia stellina si sta innamorando".
La sua frase mi perforò il petto arrivando dritta al cuore e facendolo sussultare.
'Innamorata? Di Harry?'
Girai di scatto la testa verso di lui per vedere se stesse scherzando ma il suo sguardo fin troppo serio mi fece venire i brividi.
"N-no io non, si ecco insomma io non mi sto innamorando di lui" scossi la testa cercando di essere convincente "Certo, certo" disse lui.
STAI LEGGENDO
Looking through his eyes
Roman pour AdolescentsAllison Leerman si è appena trasferita da Montreal a New York con i genitori e il fratello minore Logan per il lavoro del padre. Si spostavano continuamente e ormai aveva imparato a non affezionarsi troppo alla gente. I suoi occhi esprimono esattame...