HARRY POV.
Natale. Significa solo una cosa: parenti. La gente continuava ad entrare nella villa dei miei nonni salutandoli come se non li vedessero da una vita e facendo sempre la solita faccia sorpresa nel trovarmi lì. Salutano tutti con un semplicissimo sorriso e poi rispondevo con tranquillità alle loro domande. Il campanello suonò per l'ennesima volta quel giorno: quando sbucò la testa di mio cugino Richard mi avvicinai e lo salutai con una pacca sulla spalla "Hey cugino!" "Ciao cugino! Allora, come vai?". Bella domanda. Come sto? Bene credo, beh la sto prendendo meglio di quanto mi aspettassi quindi la considero come una cosa positiva. Scossi la testa "Bene" dissi "Tu come stai?" "Bene" "Richard! Potresti darmi una mano invece di farti i cazzi tuoi!". La voce squillante di mia cugina e l'alzata di occhi al cielo di Rick mi fece sorridere "Arrivo!" disse sbuffando "A dopo cugino". Lo salutai con un cenno del capo e mi andai a sedere in salotto dove mi sorbì altri commenti e domande da parte dei miei parenti. Non sapevo se considerare questa cosa un bene o un male, il fatto che continuassero afre domande del tipo "Come te la sei cavata in questi anni?" oppure "Ma Lux che fine ha fatto? Perché non è con te". Ero davvero stanco di quelle domande. Tutti sembravano voler entrare nella mia testa fin troppo contorta, tutti sembravano aver dimenticato cos'è la privacy, tuttavia sapevo anche che loro lo facevano perché si preoccupavano per me, e questo mi fece sentire a casa ancora di più. I miei cugini ci raggiunsero e Molly, mi cugina, mi saltò letteralmente addosso. Io e loro siamo sempre stati molto legati, loro due sono gemelli ma vanno d'accordo molto più di quanto uno possa pensare, anche se non sembra. Passammo tutto il tempo a parlare, gli raccontai di New York e di mia sorella, lasciando che tutti i miei pensieri venissero a galla. Con loro non ho mai avuto problemi a parlare, forse perché essendo in qualche modo più vicini a me e i miei genitori sentivo potessero capire un po' di più rispetto agli altri. Quando finì di parlare avevo la gola secca, non solo per il lungo discorso, ma per il tema di quest'ultimo. La mia vita è un fottuto casino da sei anni a questa parte e raccontare agli altri certe cose diventa sempre più difficile, tuttavia loro annuirono lasciandomi parlare e alla fine si limitarono a commentare con un semplice "Lo sai che noi ci siamo se hai bisogno Harry vero?" di Molly e un "Sei un grade cugino! Conta su di me" di Rick.
Passai il resto della giornata in compagnia dei miei parenti dando loro quei pochi regali che avevo comprato precedentemente. Tutti si stupirono del fatto che avessi pensato ad un regalo per loro, io mi limitai a sorridere a tutti loro: non importa per quanto tempo non li avessi visti, erano comunque la mia famiglia e cercai in tutti i modi di ricordarmi cosa piacesse ad ognuno di loro. La sera ero davvero distrutto, non che avessi fatto molto quel giorno, ma le continue domande sulla mia 'nuova vita' a New York e sulla decisione di lasciare Lux ai suoi veri genitori continuavano a martellarmi in testa e mi venne in mente che non avevo controllato ancora il mio cellulare per vedere se per caso Lou o Mark mi avesse scritto e sorrisi quando notai con piacere che era esattamente quello che era successo:
Da Lou Teasdale:
È BELLISSIMO HARRY! Grazie grazie grazie! Buon natale, ti voglio bene!
LuxIl mio sorriso si allargò lasciando che le fossette scavassero le mie guance e mi affrettai a rispondere al messaggio augurando buon Natale a tutta la famiglia e scrivendo a mia sorella quanto fossi contenta che il mio le fosse piaciuto. Scorsi sulle varie chat e bloccai i miei movimenti quando passai sul suo nome.
"Io ci sono Harry, non sei solo"
Quelle parole mi avevano lasciato senza parole e mi limitai semplicemente a stringerle la mano per farle capire che avevo ascoltato ogni parola che mi aveva gentilmente sussurrato come se avesse avuto paura di pronunciarle, come se avesse avuto paura che mi sarei di nuovo chiuso. Scossi la testa uscendo dai messaggi e bloccando il cellulare. Volevo sapere dove fosse, cosa stesse facendo, se pensava ancora a quelle parole, se credeva ancora che sarebbe in qualche modo riuscita a salvarmi. Mi sdraiai sul letto a pancia in su fissando un punto indefinito sul soffitto mentre l'immagine di due magnifici occhi azzurri si ripeteva costantemente nella mia testa.
ALLISON POV.
"Allison, piccola mia quanto sei cresciuta" "Zia Lisa!" esclamai quando vidi la sorella di mio padre varcare la porta venendo verso di me a braccia spalancate. Sorrisi lasciando che mi stringesse a se "Come stai cara?" "Bene zia, tu anzi voi come state" dissi guardando in giù verso il suo pancione "Stiamo bene" disse poggiando una mano su di esso. Sorrisi ancora di più pensando a come sarebbe stato il mio futuro cuginetto: mia zia era in cinta di sei mesi ormai e sapevamo già che si sarebbe trattato di un maschio. Salutai anche zio Keith che in quel momento aveva varcato la soglia della porta con dietro l'altro figlio di zia Lisa: Stephen era un piccolo bambino di quattro anni con dei lunghi capelli biondi ad incorniciare il suo piccolo viso. Quando mi vide mi corse incontro abbracciandomi "Ally!" "Ciao biondino" dissi ridacchiando e scompigliandoli i capelli. Lo feci scendere e lasciai che andasse a salutare i nonni e i miei genitori. Presi velocemente il telefono controllando i messaggi di buon natale che mi erano arrivati sorridendo quando trovai quelli di Lottie sul gruppo che aveva creato il giorno prima aggiungendo, anche se abbastanza contrariata, suo fratello e il suo gruppo. Risposi a tutti i messaggi bloccando il cellulare e concentrandomi solo ed esclusivamente sulla mia famiglia.
La giornata sembrava interminabile, avevamo passato tutto il tempo raccontando di New York e di quanto fosse bella come città nonostante la calma di Montreal ci mancava. Stravolta e appesantita dall'abbondante pranzo mi buttai a peso morto sul letto stiracchiando le mie ossa che scricchiolarono leggermente. Guardai un'ultima volta il mio cellulare scorrendo velocemente sui messaggi del gruppo tralasciando tutti i messaggi di auguri, finché non mi bloccai sull'ultimo messaggio: Harry. Non mi sarei mai aspettata una sua risposta, sopratutto considerato il periodo che a quanto pare stava passando in quel momento. Tuttavia mi ritrovai a sorridere stupidamente e a digitare velocemente sulla tastiera un nuovo messaggio di auguri.
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Looking through his eyes
Teen FictionAllison Leerman si è appena trasferita da Montreal a New York con i genitori e il fratello minore Logan per il lavoro del padre. Si spostavano continuamente e ormai aveva imparato a non affezionarsi troppo alla gente. I suoi occhi esprimono esattame...