CHARLOTTE POV.
Il Natale in casa nostra era sempre un momento magico per tutta la famiglia: tornavamo a Doncaster a visitare i nostri nonni, mamma e papà riuscivano ad avere del tempo da passare con noi senza pensare minimamente al lavoro, ci ritrovavamo con tutta la famiglia e parlavamo di tutto quello che ci succedeva.
Amavo tornare a Doncaster, quando ci trasferimmo a New York ero molto piccola e non ricordavo praticamente nulla di questa piccola cittadina inglese, ma poi quando siamo tornati mi innamorai di questo posto esattamente come mi avevano detto i miei genitori. All'inizio non avevo molti amici qui visto che abitavo in un'altra città e le volte che tornavo a Doncaster erano davvero poche, così mi limitavo ad infiltrarmi durante i giochi di mio fratello che puntualmente cercava di mandarmi via, rinunciando poco dopo quando iniziavo a fare i capricci. Adesso che ci penso ero una bambina davvero odiosa.
Poi ho conosciuto dei ragazzi della mia età e adesso non vedo l'ora di uscire con loro. Li vedevo poche volte durante l'anno e loro erano di sicuro più legati l'uno all'altro, ma mi volevano comunque bene esattamente come io ne volevo a loro.Indossai dei semplici leggins neri e le mie solite scarpe da ginnastica, con un maglione lungo e pesante a coprirmi. Presi la mia borse e uscì dirigendomi nel posto dove eravamo soliti incontrarci. Quando arrivai lì davanti, esattamente come avevo previsto, Cecilia, Mark, Loren, Robert e Kevin erano appoggiati al muretto rosso pieno di scritte. Mi avvicinai piano a loro giusto in modo da sentire quello che si dicevano ma senza farmi vedere "Dovresti offrire tu questo giro! Toccava te!" "Non è vero toccava a Loren" "Che cazzo dici idiota!". Come al solito stavano discutendo inutilmente per cose futili, mi avvicinai ancora un po' "Okay smettetela tutti! Chi ha una monetina" tutti cercarono nelle loro tasche e scossero la testa come a dire io non ho nulla. Tirai fuori della mia tasca un moneta e dissi "Ne ho una io!" Robert si girò "Oh grazie Lottie" disse prima di girarsi verso il gruppo. Quando si rese conto di chi fossi si rigirò di scatto "Lottie!" si avvicinò a me stringendomi tra le sue braccia "Rob!" dissi ricambiando l'abbraccio. Quando si allontanò tutti gli altri vennero a salutarmi "Charlotte Tomlinson! Come va bionda?" "Sto bene Kevin, grazie. Mi siete mancati" dissi sorridendo ampiamente. E lo pensavo davvero, conoscevo questi ragazzi dalla quarta elementare e ogni volta che tornavo a Doncaster non perdevo tempo e andavo subito a salutarli. Mano a mano che crescevano però gli impegni diventavano più frequenti e riuscivamo ad uscire meno spesso, tuttavia quando stavamo insieme il tempo passava velocemente mentre io volevo no passasse mai. Scossi al testa ricordando varie giornate passate insieme "Allora ragazzi, che si fa?" dissi sorridendogli.
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"Oh, lasciate stare offro io questa volta" dissi sbuffando e dirigendomi alla cassa. Alla fine avevano optato per andare da Mama's a bere una cioccolata calda considerata la giornata fredda. Come al solito si erano ritrovati a discutere su a chi toccasse pagare il conto e alla fine decisi di pagare io per tutti così nessuno avrebbe più avuto nulla da dire. Avevamo passato il pomeriggio raccontando come stavano andando le cose: raccontai i miei ultimi anni a New York, tralasciando però la parte di James, ma parlando di Allison. I ragazzi sembravano tutti curiosi di scoprire di più su di lei quando feci vedere loro una sua foto e io mi ritrovai a scuotere la testa per il loro commenti, le ragazze non si erano trattenute quando feci vedere loro la foto di Luke. La cosa mi aveva dato fastidio all'inizio, anche perché sapevo che sarebbe venuto in Inghilterra per Capodanno. Quando chiesi loro cosa avevano organizzato per Capodanno mi dissero che sarebbero andati nel pub più grande di Doncaster e, anche se non volevo ammetterlo, dissi loro che ci sarei andata anche io e che Luke sarebbe venuto con me. Le ragazze iniziarono subito a farmi domande su di lui al quale risposi contro voglia. Non volevo che loro si interessassero a lui, non volevo che nessuno si interessasse a lui, anche se sapevo essere molto difficile come cosa visto il suo aspetto. In quel momento le immagini del bacio riaffiorarono lentamente.
Flashback
"Ma come devo fare per fartelo capire" la mia testa era un vortice di confusione, non sapevo a cosa si riferisse ed ero davvero troppo arrabbiata dal suo comportamento di poco prima per arrivarci da sola. Così reagì d'impulso e dissi semplicemente "Cosa? Farmi capire cosa Luke". Non disse nulla. Non riuscivo più contenermi così esplosi e gli urlai contro "LUKE PARLAMI! DIMMI COSA DEVO CAPIRE! DIMMELO PERCHÉ IO..." mise le mani sulle mie guance e poggiò le sue labbra sulle mie.
Fine flashback
Arrossì di colpo e passai le dita tremolanti sul mio labbro. Non l'avevo più sentito dopo quella sera e morivo dalla voglia di risentire la sua voce che aveva il potere di calmarmi e di mandarmi con completa confusione nello stesso momento. La voce di Cecilia mi strappò via bruscamente dai miei pensieri "Sei bordeaux Lottie! Stavamo solo parlando di questo Luke e sei diventata un pomodoro" disse ridacchiando "I-io..." "Sei sicura che siete solo migliori amici?" "Si...no" dissi alla fine scuotendo la testa. I ragazzi ci guardavano cercando di capire gli sguardi che io e le mie amiche ci scambiavamo senza però, a giudicare dalle loro espressioni confuse, risolvere nulla. Scossi la testa verso Loren quando mi chiese se volevo parlarne e dissi loro che si era fatto tardi e che i dovevo tornare a casa. Li salutai e diedi loro appuntamento per il giorno dopo per fare spese.
LUKE POV.
"Luke vieni a giocare con me?" sorrisi al piccolo bimbo che tirava il lembo della mia maglia considerato che quello era il massimo cui poteva arrivare vista la sua tenera età. Lo presi in braccio e mi avviai verso la sua camera. Simon si affrettò a prendere le costruzioni e a tornare davanti a me co una grande scatola in mano di mattoncini di lego. Mi sedetti accanto a lui sul tappeto e osservai le sue mani agili muoversi e tirare fuori velocemente i mattoncini colorati. I capelli castani leggermente lunghi ricadevano sul suo piccolo volto e lo rendevano ancora più tenero. Aveva solo cinque anni, ma di testa ne mostrava molti di più. Iniziammo piano piano a costruire quello rappresentato dalla figura e continuammo finché non sentimmo mia zia Elizabeth chiamarci. Controllai l'orario sul mio telefono e mi accorsi che erano arrivate le sette e mezza e noi due non ci eravamo accorti di nulla "Chi è quella ragazza insieme a te?" chiese avvicinandosi il mio cuginetto "Si chiama Charlotte, è la mia ra...migliore amica" dissi correggendomi "E vi baciate?" "No noi, no Simon, siamo solo amici" "Io non ci credo" disse lui incrociando le braccia prima di alzarsi e andare i cucina da mia zia per mangiare "Già, nemmeno io" sussurrai prima di scuotere la testa e raggiungere il resto della famiglia che mi aspettava a tavola. No sapevo ancora cosa le avrei detto la notte di Capodanno, non sapevo come avrebbe reagito lei quando mi avrebbe visto, so solo che vorrei dirle quello che provo e lo farò.
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Looking through his eyes
Teen FictionAllison Leerman si è appena trasferita da Montreal a New York con i genitori e il fratello minore Logan per il lavoro del padre. Si spostavano continuamente e ormai aveva imparato a non affezionarsi troppo alla gente. I suoi occhi esprimono esattame...