ALLISON POV.
"Ragazzi avete preso tutto" urla mia madre dal piano inferiore della villetta. Guardai il piccolo Logan che mi sorrise e gridai "si!". Scendemmo a salimmo in macchina dicendo addio completamente alla vecchia casa. Arriviamo in aeroporto e ci sistemammo dopo i vari controlli ai nostri posti. I miei genitori erano elettrizzati...stavamo per andare a New York...io ero indifferente a qualsiasi trasloco oramai ero abituata a spostarmi da un posto all'altro senza lamentarmi...perché iniziare adesso! Misi le cuffie per allontanarmi dai loro gridolini e per andare nel mio mondo "through her eyes" dei Dream Theatre la mia canzone preferita mi cullava e piano piano mi fece cadere tra le braccia di Morfeo.
***
"Allison! Logan! Alzatevi è il primo giorno di scuola non vorrete fare tardi!" una volta che la sveglia non mi stordiva ci pensava lei mi sembra giusto. Mi alzai a fatica mi cambiai e scesi a fare colazione. Recuperai la cartella e uscì di casa dopo aver gentilmente salutato i miei genitori. Salì sul pullman e accesi il telefono per controllare della cose sul sito scolastico. Ma evidentemente il mio cellulare ha deciso che oggi non voleva funzionare. Il posto accanto a me venne occupato e un paio di occhi si posarono curiosi su di me. Alzai lo sguardo e mi trovai davanti una ragazza con lunghi capelli biondi e occhi azzurri "Ciao sono Charlotte ma chiamami Lottie!" "Ciao sono Allison chiamami...come vuoi" sorrisi alla ragazza accanto a me "Vai alla Webster" "Si come?....a già il cellulare aperto sul sito...che stupida" una risatina uscì dalla sua bocca e in quel momento mi presi a schiaffi mentalmente 'brava Allison ottimo modo per iniziare l'anno' le sorrisi imbarazzata "Ehi tranquilla! Io vado alla Webster ti faccio io da guida!!" la ringrazia con un sorrisetto che lei ricambio tranquillamente "Che hanno?" "Terzo" risposi e lei annuì "Perfetto anche io" e continuammo a chiacchierare. Il pullman si fermò ed eccola lì...la Webster High School.
HARRY POV.
Le macchine sfrecciavano accanto a noi e illuminavano la strada buia. Le fissavo incantato pensando a quanto mi piacesse New York di notte "Mamma siamo arrivati?" "Non ancora Harry" rispose dolcemente mia mamma. Mio padre era intento a guidare ma ogni tanto buttava l'occhio su mia sorella Lux e mi faceva l'occhiolino. Ci stava portando a vedere l'Empire state building di notte perché era assolutamente "Una meraviglia" come diceva lui. una macchina sfrecciava incontrollata guadagnandosi gli sbuffi e lamenti di mio padre che definiva un completo idiota il guidatore. Poi successe tutto in un attimo. Una luce abbagliante, un fastidioso rumore di clacson e un dolore lancinante. Il guidatore "idiota" ci era venuto addosso. La gente ha iniziato a chiedere aiuto c'erano persone che chiamavano disperatamente le ambulanze ma io...io ero troppo impegnato a cercare di calmare Lux che nel frattempo era scoppiata in un pianto infinito. Le ambulanze arrivarono e ci tirarono fuori portandoci all'ospedale. Due giorni dopo l'incidente il medico ci venne a parlare. Mia zia era vicino a noi e mi stringeva la spalla come se mi volesse rassicurare "Signora...mi dispiace un sacco...abbiamo fatto tutto il possibile...ma il padre purtroppo è deceduto sul colpo...e la ferita alla testa della madre era troppo profonda per essere rimarginata...mi dispiace un sacco signora" mia zia cercava di tapparmi le orecchie e di trattenere le lacrime ma non serviva a nulla...io avevo capito....la mia mamma non c'era più e papà con lei. Le lacrime iniziarono a scendermi velocemente sul viso e un urlo si libero in tutta la stanza...poi solo buio
Mi svegliai. Il battito accelerato, le mani tremolanti e la fronte imperlata di sudore. Il ricordo di quel giorno era impresso nella mia memoria e da allora tormentava i miei sogni. Mi alzai quando mi resi conto che la sveglia avrebbe suonato di li a poco. Mi vestì e feci colazione. Poi andai in camera di Lux. Mi avvicinai piano al suo lettino e le accarezzai la guancia "Principessa...svegliati piccola" si stropicciò l'occhietto prima di alzarsi e sorridermi ancora insonnolita. Si vestì, prese lo zaino e scese con me per andare a scuola. Dal mio 18 esimo compleanno viveva con me. Avevo promesso che mi sarei preso cura di lei ,che l'avrei protetta sempre...lei era l'unica che mi rimaneva. Arrivati a scuola l'accompagnai in classe e poi ,dopo essere tornato alla macchina, mi diressi verso la mia scuola. L'unica cosa bella dell'essere al 5 anno è che devi solo sopravvivere a questi 9 mesi e poi...poi non ne saprai più nulla di tutta quella merda. Non parlavo con nessuno se non con i miei migliori amici...e a volte nemmeno con loro. Non perché non avessi voglia di parlare...ma per il semplice fatto che odiavo la maggior parte della gente lì dentro. Sono tutti figlia di papà che si puliscono il culo con i soldi e hanno la macchina più grande della loro fottuta casa. Ad ogni modo sono felice di non avere nulla a che fare con quei senza cervello. Nessuno sa dell'incidente...nemmeno i ragazzi e nessuno di loro ha mai chiesto nulla. Credono che sia solo uno un po' scorbutico. Meglio così. Odio parlare di quel giorno. Mia zia dice che prima o poi troverò qualcuno che si interesserà a me così tanto da provare a guardare attraverso i miei occhi per scoprire chi sono davvero. Cazzate! Ma le lascio credere che sia così infondo lei vuole solo il meglio per noi. Tutti i miei problemi mentali svaniscono quando parcheggio l'auto davanti a scuola. Il solito broncio spunta sul mio visto ed entro nell'edificio.
ALLISON POV.
"Filosofia, storia, letteratura e lingua" affermo leggendo l'orario che mi hanno appena consegnato in segreteria e sono felice di sapere che le mia ore coincidono tutte con quelle di Lottie. La scuola è enorme e ancora una volta ringrazio mentalmente Lotti per esserci "Vieni ti porto dalla mia compagnia" non mi da nemmeno il tempo di ribattere che mi prende per il polso e mi trascina verso un gruppo di ragazzi "Lottieeeee!" una ragazza dai capelli corvino le corre in contro e le salta addosso "Jessy!! Lei è Allison. È nuova qui e frequenta tutti i nostri corsi" dice Lotti presentandomi "Ciao sono Jessica ma ti prego chiamami Jessy" mi disse porgendomi la mano "Allison...chiamami pure come vuoi!" affermo ridendo leggermente "Vieni ti presento agli altri" e così passiamo i minuti prima della lezione. Mi ha presentato a tutta la sua compagnia: Luke un ragazzo alto dai capelli chiari e bellissimo occhi azzurri, Calum carnagione chiare e occhi marroni, Michael capelli colorati e occhi chiari, Ashton capelli castano chiaro e occhi verdi, Maddy capelli marroni e occhi azzurrissimi e infine Clary occhi grigi e capelli nero corvino. Erano tutti molto simpatici e gentili 'ottimo come primo giorno' pensai. Ci avviammo verso le nostre classi e prendemmo posto. Le ore passarono in fretta e la pausa arrivò prima del previsto. Scendemmo in mensa e co sedemmo ad un tavolo. I ragazzi mi indicarono altra gente "Squadra di Football dei grandissimi stronzi" disse indicando un gruppetto di ragazzi con addosso la felpa della squadra della scuola "Cheerleader tutte troie con a capo lei" disse Jessy indicando una ragazza seduta su un giocatore "Taylor...dio che schifo!" esclamò Clary "Però è figa!" Disse Luke guadagnandosi un occhiataccia da tutte le ragazze "Mio fratello Louis e il suo gruppetto di amici. Persone simpatiche e non montante per essere finalmente all'ultimo anno" disse Lottie indicando un tavolo con dei ragazzi intenti a ridere come non mai. Annui ad ogni esposizione quando il mio sguardo cadde su una figura che so dirigeva verso il tavolo di Louis e gli altri "Lui chi è?" chiedo indicando il ragazzo "Harry Styles. Un amico di Louis e gli altri!" disse Lottie "Ha sempre il broncio stampato in faccia! Non ti aspettare che ti parli...credimi...non lo farà" mi voltai verso Ashton con aria interrogativa "Non lo dico perché sei tu ma perché lui fa così con tutti!" "Ash ha ragione! Parla solo con i suoi amici" affermò Calum. Mi girai di nuovo verso il tavolo ma lui non c'era più.
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Looking through his eyes
Teen FictionAllison Leerman si è appena trasferita da Montreal a New York con i genitori e il fratello minore Logan per il lavoro del padre. Si spostavano continuamente e ormai aveva imparato a non affezionarsi troppo alla gente. I suoi occhi esprimono esattame...