ALLISON POV.
"Andiamo papà! È solo un weekend tra amici" alzai gli occhi al cielo sotto lo sguardo serio di mio padre. "Non conosco nessuno di questi ragazzi Allison e non sono così tranquillo a mandarti per quattro giorni in una casa sperduta in mezzo ai campi" "Papà ti prego, vanno tutti i miei amici. Mi sono organizzata apposta con lo studio per avere questi giorni liberi, in più è la casa di una mia amica non siamo in casa di gente sconosciuta. Mamma ti prego di qualcosa" implorai mia madre di intervenire. "In fondo cosa mai potrebbe succedere di così tragico" chiese rivolgendo un sorriso sincero a mio padre che sospirando disse "Se tua madre è d'accordo e si fida allora va bene" lasciai che un gridolino di gioia scappasse dalle mie labbra e mi avvicinai a mio padre gettandogli le braccia al collo e stampando un bacio sulla sua guancia "Grazie".
Presi il mio telefono e subito scrissi a Lottie "Quando si parte?"Il weekend era arrivato più in fretta del previsto e prima che me ne rendessi davvero conto mi ritrovai nella macchina di Louis insieme a Lottie, Luke e Eleonor. Il viaggio durò relativamente poco tra le pessime battute di Louis, i commenti di Lottie e le risate di noi altri. Quando arrivammo tirai un sospiro di sollievo al pensiero di stendere finalmente le gambe: durante il viaggio non avevamo fatto soste e adesso le mie gambe stavano pregando per un po' di spazio in più rispetto a quello ristretto della macchina di Louis. Quando scesi dall'auto osservai le restanti tre affiancarsi alla nostra e il mio cuore perse un battito quando riconobbi quella di Harry. Scese dall'auto passando energicamente la mano tra i capelli cercando di domare la massa informe di ricci scuri, al suo seguito scesero Niall e Demi che ci raggiunsero immediatamente: Demi scosse davanti a noi i due mazzi di chiavi prima di affidare il secondo nelle mani di Ashton. Seguii contenta i miei amici verso la casa e sorrisi quando entrai: non era molto grande ma decisamente non era piccola. Un modesto salotto con il divano letto si aprì davanti a noi, sul lato sinistro c'era la piccola cucina con il tavolo da pranzo, più avanti si estendeva il corridoio che portava alle quattro camere da letto. Appoggiai la mia valigia accanto al divano letto sapendo che sarebbe toccato a me e poi mi diressi in bagno per sciacquarmi il viso prima di raggiungere il resto del gruppo nell'altra casa.
La casa di Demi era poco più grande della nostra in quanto contava una camera da letto in più. I miei amici si trovavano tutti in salotto, chi seduto per terra, chi sul divano e chi sulla poltrona. Sorrisi a quella vista e passai lo sguardo da uno all'altro, come ad assicurarmi che tutti avessero un sorriso stampato sul volto. La mia ispezione si bloccò quando il mio sguardo cadde su Harry: stava ridendo per qualcosa che, probabilmente, gli aveva detto Louis lasciando spuntare sulla guancia quella piccola fossetta che da sempre riusciva a catturare la mia attenzione, forse perché era abbastanza inusuale vederla lì.
Dovette sentirsi osservato perché si girò nella mia direzione e io dovetti lottare contro l'impulso di distogliere lo sguardo imbarazzata. Sentivo i suoi occhi fissi sul mio volto, il suo sorriso ancora fermo dove lo avevo catturato prima, i suoi occhi nei miei. Mi avvicinai piano per prendere posto nel gruppo accanto a lui: quando mi sedetti rivolsi lo sguardo agli altri cercando di ignorare il suo ancora fisso su di me e arrossendo leggermente quando incontrai lo sguardo divertito di Lottie. Dopo svariate discussioni decidemmo di andare a prendere qualcosa per la cena e stare tranquilli a casa visto che eravamo tutti un po' stanchi per il viaggio. Mi offrii di andare al supermercato con Perrie e quindi mi alzai dal pavimento dov'ero ancora seduta e raggiunsi la mia amica che mi stava aspettando all'ingresso.
Recuperò le chiavi della macchina da Zayn e insieme ci avviammo verso il veicolo: il supermercato era nel paese appena sotto le nostre case ma comunque il viaggio fu abbastanza lungo da permettere a Perrie di inondarmi di domande su me e Harry, domande alle quali nemmeno io sapevo rispondere. "Allora? Che cosa succede tra voi due?" "Non succede nulla, non so perché vi ostiniate tutti a chiederlo" affermai poco convinta "Harry non ti staccava gli occhi di dosso nemmeno per un secondo prima, sei andata direttamente a sederti accanto a lui appena sei entrata e lui sembra tranquillo accanto a te. Voglio dire, quanto meno non ha sempre il broncio" ridacchiò continuando a mantenere lo sguardo fisso sulla strada davanti a lei. Sospirai cercando di combattere il rossore che si stava via via formando sulle mie guance "Io non lo so. La verità è che con lui mi sento bene. Davvero riesco anche solo per dieci minuti a non pensare a nulla al di fuori di noi, ed è strano per me perché io penso sempre e costantemente -ridacchiai seguita dalla mia amica- Solo che lui è così strano e difficile da capire. Non riesco mai a rendermi conto se le cose che gli chiedo lo aiutino o gli diano fastidio, e credimi infastidirlo è l'ultima cosa che voglio fare". Lei sorrise comprensiva "Non penso che lo disturbino solo che lui non è abituato ad aprirsi con le persone, dagli del tempo". Per fortuna il viaggio finì e l'argomento non tornò più a galla ma non potei far altro che pensare che se lei lo aveva notato allora il mio interesse per Harry era più evidente di quanto mi sarebbe mai piaciuto che fosse.
La cena passò velocemente tra risate e chiacchiere che per fortuna avevano distratto la mia mente del ragazzo in questo momento seduto accanto a me: quando io e Perrie eravamo rientrate con la spesa avevo cercato in ogni modo possibile di stargli lontano per evitare che fosse così evidente il mio legame con lui, ma di certo il fatto che ci trovavamo in una casa gremita di gente, il che riduceva gli spazi vivibili notevolmente, non aveva aiutato. Ammetto che il fatto che adesso stesse tenendo il braccio appoggiato allo schienale della mia sedia come era solito fare da un po' di tempo a questa parte mi faceva immensamente piacere, ma non volevo davvero che i ragazzi iniziassero a pensare cose strani ne tanto meno che iniziassero con domande alle quali non potevo io stessa dare una risposta.
Restammo a parlare per un po' di tempo finché non decidemmo di andare a letto e di trovarci la mattina seguente per fare colazione tutti insieme. Salutai tutti con un bacio sulla guancia sorridendo quando ricambiarono il mio gesto, Harry era andato in bagno e, non sapendo quanto ci avrebbe messo, avevamo gentilmente chiesto ai ragazzi di salutarlo da parte nostra.
Quando mi sdraiai nel letto sospirai sollevata per la bella sensazione, ero davvero a pezzi e il mio corpo necessitava solo di dormire. Avevo appena chiuso gli occhi quando lo schermo del mio telefono s'illuminò: con un grugnito e senza guardare chi fosse risposi "Pronto" "Non è molto carino andare via senza salutare". Spalancai gli occhi appena riconobbi la sua voce, un po' più roca del solito probabilmente a causa del sonno, deglutii "Mi dispiace, eri in bagno ed io ero davvero stanca! In più i ragazzi continuavano a mettermi fretta perché volevano andare a dormire e io" "Dio Ally calmati scherzavo!" riuscivo a sentire un ghigno formarsi sulla sua bocca "Sembravi davvero serio -dissi in mia difesa. Non averi mai ammesso che solo la sua voce mi metteva in soggezione- domani ti saluterò due volte allora" "Sarà meglio, mi considererò profondamente offeso se così non dovesse essere". Ridacchiai.
Che fine aveva fatto l'Harry scontroso che c'è l'ha con il mondo intero? Cos'era successo per renderlo così scherzoso?
Quando riportai i miei pensieri al ragazzo dall'altra parte della cornetta lui si limitò e ridere e dire che era semplicemente felice di essere lì, lontano dai problemi d casa. Sorrisi anche io e gli augurai la buonanotte "Buonanotte Harry Styles" "Buonanotte Allison Leerman"
STAI LEGGENDO
Looking through his eyes
Novela JuvenilAllison Leerman si è appena trasferita da Montreal a New York con i genitori e il fratello minore Logan per il lavoro del padre. Si spostavano continuamente e ormai aveva imparato a non affezionarsi troppo alla gente. I suoi occhi esprimono esattame...