ALLISON POV.
La mattinata passò più in fretta di quanto mi aspettassi e a mezzogiorno e mezzo ero a casa a pranzare con mia madre. Le raccontai ogni cosa, dall'incontro con Lottie all'impressione data dai professori. Sembrava contenta di vedermi felice del trasloco...e in effetti devo ammettere che traslocare a New York adesso non sembrava più tanto male. Il pomeriggio uscì per raggiungere la libreria e comprare i miei libri di testo. Ho sempre amato leggere e quindi chiesi alla ragazza che mi stava vendendo il libri se sapeva indicarmi un biblioteca nei dintorni "Appena uscita da qui a destra devi percorrere la strada fino in fondo e poi girare di nuovo a destra. Te la troverai subito girato l'angolo" mi sorrise lei "Grazie mille" le sorrisi di rimando e dopo aver pagato me ne andai. Percorsi la strada che mi aveva indicato la ragazza e arrivai di fronte ad un grande portone la quale insegna indicava il nome "Biblioteca Kennedy". Senza pensarci due volte spinsi il grande portone ed entrai dentro. Subito il forte odore di libri mi colpì in faccia e presi un forte respiro che rilasciai subito dopo seguito da un sorriso affiorato sulle mia labbra. Sorrisi alla bibliotecaria che mi chiese subito se mi serviva qualcosa "No grazie..solo posso fare un giro?" chiesi titubante in attesa di una risposta che non tardò ad arrivare "Ma certo cara stai tranquilla. Se hai bisogno di qualcosa sono qui" mi sorrise lei. Mi incamminai per la biblioteca passando di scaffale in scaffale e adocchiando qualche libro che avrei sicuramente letto o che già avevo letto. Stavo lì. Passeggiando in mezzo ai libri, godendomi il silenzio di quel posto, il forte odore di libri vecchi e nuovi che mi riempiva la narici e quell'assoluta tranquillità interiore che mi trasmetteva quel posto. Arrivai in una parte della biblioteca occupata da sedie lì una figura era intenta a leggere il suo libro in tranquillità "Quella sedia è occupata?" chiesi indicando la sedia accanto alla sua occupata da una giacca. Alzò lo sguardo dal libro mi guardò per due secondi per poi distogliere lo sguardo prendere la giacca e continuare a leggere il suo libro "Grazie" sussurrai. Per quei pochi secondi durante i quali mi aveva guardato mi pareva di aver visto lo stesso ragazzo imbronciato seduto al tavolo di Louis, ma non era possibile fosse lui 'no Allison non è possibile, non può essere lui' pensai eppure..."Ti serve qualcosa?" chiese con tono scocciato una voce estremamente roca "I-io..." Cercai di dire qualcosa ma lui mi interruppe "E ALLORA PERCHÈ DIAVOLO CONTINUI A FISSARMI!" saltai sulla sedia per il suo improvviso cambio di voce e arrossì non appena mi resi conto che lo stavo davvero fissando "shhh!!" gridò la bibliotecaria. Il ragazzo si zittì immediatamente e si sistemò meglio sulla sedia prima di sussurrare a duramente "Smettila. Odio essere fissato" poi riprese il suo libro e non mi rivolse più la parola. Restai ancora un po' in seduta in biblioteca prima di prendere tutte le mie cose e tornare a casa. Quel ragazzo era così simile a quello della mesa...era così scontroso...eppure i suoi occhi....
HARRY POV.
Avevo deciso si andare in biblioteca quel pomeriggio prima di andare a recuperare Lux a scuola. Andavo sempre lì quando avevo bisogno di rilassarmi. Non so perché ma ho sempre trovato pace in mezzo hai libri, tra quegli scaffali così silenziosi e impolverati. Così passai da casa a mangiare qualcosa al volo e poi mi diressi verso l'edificio. Appena arrivato Marge, la bibliotecaria, mi sorrise e come sempre mi chiese se avevo bisogno di qualcosa. Declinai l'offerta con un cenno del capo non avendo nessuna intenzione di parlare con qualcuno e poi mi diressi alle poltrone. Lasciai la giacca su una della due e poi mi diressi alla ricerca del libro che avevo già iniziato a leggere. Appena preso il libro tornai a sedermi e iniziai a leggere. Il tempo passava ma io non me ne accorgevo per niente e, forse troppo preso dalla mia lettura, non mi accorsi nemmeno della presenza di un altra persona in quella biblioteca "Quella sedia è occupata?" domandò quella che, a giudicare dalla voce, doveva essere una ragazza. Alzai lo sguardo per guardarle e per averne una conferma ma poi lo riabbassai subito prendendo la giacca e continuando a leggere "Grazie" sussurrò lei. Non le risposi. Non lo facevo con nessuno non lo avrei di certo fatto per lei. Continuavo a leggere ma ero continuamente osservato. Odio essere osservato. Che diavolo aveva da guardare! "Ti serve qualcosa?" chiesi scocciato continuando tuttavia a guardare il libro tra le mie mani "I-io..." balbettò lei " E ALLORA PERCHÈ DIAVOLO CONTINUI A FISSARMI!" urlai facendola spaventare "Shhhh!" mi rimproverò Marge. Mi zittì immediatamente e, dopo essermi sistemato meglio sulla sedia, sussurrai a denti stretti "Smettila! Odio essere fissato" poi ripresi in mano il mio libro e tornai a leggere sperando con tutto me stesso che la smettesse di fissarmi. Quando spostò lo sguardo da un altra parte mi rilassai e ripresi la lettura. Dopo qualche minuti si alzò e se ne andò lasciandomi di nuovo immerso nella mia tranquillità. Quando mi accorsi dell'orario lascia il libro mi infilai la giacca e, dopo aver salutato Marge, andai a prendere Lux a scuola. Davanti alla sua classe i bambini andavano in braccio alla mamme che li salutavano con un grosso bacio in testa. In quel momento non potei non pensare al fatto che Lux non avrebbe mai più avuto la possibilità di essere presa a scuola dalla sua mamma e un velo di tristezza per lei mi attraversò la mente. Quando la vidi però, il suo solito sorrisetto innocente stampato in faccia che correva per venirmi ad abbracciare, tutta la tristezza di prima dovuta ai ricordi svanì a quando arrivò davanti a me mi chinai per prenderla in braccio "Ciao principessa!" la salutai stringendola in un forte abbraccio "Harry!!" mi strinse in quelle sue braccine piccoline. Salutò la sua maestra e poi mi seguì fino alla macchina raccontandomi la sua giornata. Mi raccontò di come il nuovo bimbo arrivato le avesse chiesto della sua famiglia e di come lei gli aveva parlato dell'incidente dicendo che aveva solo me ora ma che non le importava. Aveva sei anni ma probabilmente era molto più in gamba di qualsiasi bambino della sua età. Io e lei eravamo molto diversi. Lei parlava dell'incidente come se non le avesse cambiato nulla nella vita, mentre io non c'era notte che passassi senza avere incubi a riguardo. Ammiravo un sacco come quella piccola e innocente bimba affrontava la cosa e ero sempre più convinto che nulla mi avrebbe portato via l'unico pezzo di famiglia che mi rimaneva.
ALLISON POV.
La sera papà tornò a casa dal lavoro per cena e cenammo tutti insieme. Raccontai a mio padre le stesso cose che a mezzogiorno avevo raccontato alla mamma e poi dissi che la ragazza che mi aveva venduto i libri mi aveva anche indicato la strada per una biblioteca qui vicino. Gli dissi che ero entrata e che era davvero enorme. Raccontai ogni particolare della mia giornata tralasciando però l'incontro con quello scontroso ragazzo intento a leggere con le sopracciglia aggrottate il suo libro. Ma anche il piccolo Logan aveva da raccontare qualcosa a quanto pare perché mi ripeteva di finire in fretta che poi toccava a lui parlare. Ricordo il giorno in cui i miei mi dissero che sarei diventata una sorella.
Non vedevo l'ora di dire ai miei genitori che domani le maestre ci avrebbero portato a vedere le scuole medie della zona. Ero in quinta elementare e l'anno prossimo mi sarei trovata in un altra scuola, con ragazzi più grandi di me, sarei stata di nuovo la più piccola...ma in famiglia sarei rimasta la più grande tra i cugini. La mamma mi venne a prendere a scuola con papà che aveva stranamente finito presto di lavorare. Preparammo insieme la cena e vedevo che mamma e papà a volte parlavano sotto voce per non farsi sentire da me e ogni volta che chiedevo "Che cosa vi siete detti?" A uno dei due loro rispondevano che non ora nulla di importante. Cenammo e mentre mi stavo per alzare per andare a giocare in camera mia mamma mi richiamò "Allison, mamma e papà devono dirti una cosa siediti per favore" così tornai al mio posto e mi sedetti in attesa che uno dei due si decidesse a parlare. Mia madre guardò mio padre come in cerca di rassicurazione da parte sua. Lui le strinse la mano e le disse di andare avanti con un cenno del capo "Tesoro, ti piacerebbe avere un fratellino? O una sorellina?" No. Assolutamente no. Sono stata figlia unica per dieci anni e sono sempre stata bene. Perché dovrei volere un fratello? Ma lei...lei sembrava così speranzosa in una mia risposta positiva che non riuscì a dire che in realtà stavo bene così. Quindi mi limitai ad annuire e sorrisi quando mio padre, altrettanto contento, mi confermò quello che già pensavo nella mia mente "Bene Ally. Sarai una sorella maggiore!". Sorrisi ai miei genitori che mi dissero che ora se volevo potevo andare in camera mia. Passai davanti alla camera degli ospiti...che immagino sarebbe diventata quella del nuovo arrivato. Alla fine pensai che non doveva essere tanto male avere un piccoletto in giro per casa.
Risi al ricordo di quel giorno e smisi di parlare lasciando campo libero a mio fratello che iniziò subito a dire che la sua scuola era tutta colorata e le maestre erano molto gentili e simpatiche. Aveva conosciuto dei bambini che lo avevano invitato a giocare con loro ai super eroi e che lui era Batman il suo ero preferito. Raccontò che aveva anche conosciuto una bimba molto carina. Che però gli aveva detto una cosa triste. La sua famiglia era morta e adesso lei viveva solo con il fratello maggiore. Ma aveva subito aggiunto che lei era così felice "Sorride sempre mamma. Davvero. Non sembra così triste. Insomma io sarei triste se voi non ci foste. Lei dice che suo fratello è come un eroe. Per questo lei ama i super eroi. Dice che le ricordano il fratello. Sorride sempre. L'ho guardata sai mamma. Ha un bellissimo sorriso." Raccontava della bambina con aria sognante e al quel punto a mamma venne spontaneo "L'hai osservata proprio bene la bimba è?" scoppiammo tutti a ridere facendolo arrossire. Passammo il resto della serata a ridere e scherzare finché non arrivò l'ora di andare a dormire. Logan disse che voleva che io stessi con lui sta notte. Così mi misi accanto a lui nel letto e gli accarezzai la testa finché non si addormentò. Poi gli stampai un bacio in fronte e lo coprì con la sua coperta. Salutai i miei e poi andai finalmente a letto. Mi addormentai subito tra i ricordi di quel primo giorno andato alla grande.
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Looking through his eyes
Teen FictionAllison Leerman si è appena trasferita da Montreal a New York con i genitori e il fratello minore Logan per il lavoro del padre. Si spostavano continuamente e ormai aveva imparato a non affezionarsi troppo alla gente. I suoi occhi esprimono esattame...