Capitolo 62

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ALLISON POV.

Gli passai il mio cappotto osservandolo poi poggiarlo sull'attaccapanni accanto al suo. Mi strofinai nuovamente le mani che si stavano abituando alla nuova temperatura calda in casa. Lo vidi spostarsi davanti al piccolo termometro e poi sentii i caloriferi diventare più caldi. Gli rivolsi un sorriso sincero e lo ringraziai a bassa voce guadagnando un piccolo sorriso da parte sua.

Lo seguii poi verso il salotto: era decisamente più grande di quanto mi aspettassi, un grosso divano nero in pelle occupava la parente di fronte a me, una poltrona anch'essa in pelle nera si trovava accanto al divano, sul lato sinistro. Un piccolo tavolino su cui erano appoggiati diversi fogli ed un libro occupava il centro della sala, nella quale non mancava un grosso televisore posto sulla parete frontale rispetto al divano. Una cassettiera ed una libreria occupavano il lato destro del divano.

Mi avvicinai sentendo il suo sguardo bruciare sulla mia schiena attento ad osservare i miei movimenti cauti. Delle fotografie decoravano la cassettiera: una raffigurava un piccolo bambino dai capelli estremamente ricci e scuri stringere a se una bimba bionda. Immaginai che fossero Harry e Lux ma non osai chiedere niente. Le altre fotografie raffiguravano la famiglia sempre nella stessa posizione ma chiaramente in anni diversi. Allungai la mano verso la prima di quelle sfiorando il vetro che la proteggeva con la punta delle dita. Sorrisi vedendo le piccole fossette ai lati del viso di Harry, spostai poi l'attenzione su Lux che aveva la stessa espressione innocente di quando l'avevo vista l'ultima volta dipinta in viso. Le due figure adulte attirarono di più la mia attenzione: la madre di Harry aveva capelli lunghi leggermente mossi, scuri quanto quelli del figlio, le fossette ai lati del suo viso, sorriso smagliante e occhi chiari. Aveva un viso dolce e amorevole mentre guardava l'obbiettivo della macchina fotografica, Lux in braccio e l'altro intorno alla vita di Harry. Il padre di Harry aveva un espressione più dura della madre ma ugualmente felice e rilassata in compagnia della sua famiglia. Aveva i capelli ricci e scuri, leggermente più chiari rispetto a quelli della moglie, due fossette ai lati della bocca, lineamenti marcati. Anche lui sorrideva sincero verso la macchina fotografica con un braccio attorno alle spalle del figlio.

"Lux aveva un anno" disse una voce alle mie spalle. Quando mi voltai la vicinanza era troppa e quasi ebbi l'istinto di allontanarmi. Abbandonai l'idea non appena vidi il suo sorriso malinconico. "Mia madre aveva questa stupida ossessione per le fotografie e quando mia sorella nacque decise che dovevamo farne una ogni anno. Assurdo non è vero?" sussurrò ripetendo la stessa frase che gli avevo detto al bar solo qualche ora prima.

"Era così ossessionata da questa stupidissima foto di famiglia. Sosteneva che un giorno ci sarebbe servita per ricordarci quanto la famiglia sia importante per ogni singola persona, di come i tuoi famigliari siano gli unici che saranno sempre al tuo fianco" sbuffò leggermente continuando a fissare la fotografia davanti a me "È buffo che sia stata proprio lei a dirmelo e che adesso sia proprio lei ad essersene andata".

Scossi la testa cercando di ingoiare le lacrime che stavano uscendo dai miei occhi. Misi le mani sulle sue guance e lo sentii sospirare forte. I suoi occhi si chiusero distogliendosi finalmente da quelle fotografie. Appoggiai la mia fronte contro la sua cercando di non pensare a quanto quella vicinanza mi stesse lentamente uccidendo. Osservai ogni centimetro del suo viso: la mascella delineata che aveva sicuramente ereditato dal padre e che gli conferiva quello sguardo sempre serio che aveva ogni singolo giorno, le lunghe ciglia scure che si poggiavano suo suoi zigomi ben definiti, il contorno delle sue labbra piene.

Bellissimo.

Fu l'unica cosa che riuscii a pensare prima di avvicinarmi ulteriormente a lui e poggiare le mie labbra delicatamente sulle sue.

Tutto sparì nuovamente. Come la prima volta. Non riuscivo a vedere niente attorno a me che non fosse lui o che non riguardasse lui.

Lasciai che le sue labbra si muovessero lentamente contro le mie, che le sue mani si chiudessero attorno alla mia vita attirandomi, se possibile, ancora più vicina. Mi alzai in punta di piedi per assecondarlo quando approfondii di più il bacio scatenando un turbinio di emozioni nel mio corpo.

Non riuscivo a descrivere come mi sentissi ogni volta che ero così vicino a lui. Tutto quello a cui pensavo spariva lasciando il posto al suo profumo, al suo tocco, a lui. Ed in quel momento sentivo di non avere bisogno di niente se non di lui, di non volere nessuno se non lui.

Il mio respiro si mischiò al suo e sentii come se fossi a corto di fiato ma il suo fosse sufficiente a mantenere entrambi in vita.

Mi allontanai leggermente e lasciai che le nostre labbra si toccassero un'ultima volta. Mantenni gli occhi chiusi non sapendo come avrei reagito nel ritrovarmi i suoi davanti. Si avvicinò come se volesse baciarmi di nuovo, ma non lo fece e invece si allontanò del tutto. Riaprii gli occhi solo per vederlo in piedi davanti a me, la mani lasciarono la mia vita.

Questa volta non c'era imbarazzo tra di noi, sentivo che era la cosa giusta e in qualche modo questo mi dava una sicurezza tale da non permettere all'imbarazzo di nascere tra di noi.

"Guardiamo un film?" chiese distogliendo a fatica lo sguardo dal mio. Annuii e lui sorrise leggermente prima di dirigersi verso il grosso televisore e accenderlo "Scegli tu, a me va bene qualsiasi cosa".
Mi avvicinai al televisore a scelsi tra i suoi film: devo dire che rimasi piuttosto sorpresa quando vidi la varietà di film a disposizione, probabilmente non aspettandomi di trovare film romantici e sdolcinati. Lottai contro la voglia di scegliere un film decisamente troppo sdolcinato e optai per una semplice commedia.

Ci sedemmo entrambi sul grosso divano di pelle, le teste rivolte verso la televisione, le nostre spalle una contro l'altra. Sorrisi sentendo il calore del suo corpo a contatto con il mio ma cercai di nascondere il mio entusiasmo nell'averlo così vicino.

Poco tempo dopo iniziai a muovermi sul posto cercando di trovare una posizione più comoda cercando di non dare fastidio ad Harry che sembrava davvero concentrato a guardare il film. Mi misi con la schiena più dritta, poi tornai alla posizione di prima, decisamente più comoda. Arrossii leggermente quando lo sentii ridacchiare ai miei vani tentativi di trovare una posizione più comoda. Si spostò leggermente mettendosi comodo all'angolo del divano e aprendo poi le braccia verso di me.

Lentamente mi appoggiai a lui cercando di non pesarmi, solo quando lui sbuffò divertito e mi attirò di più a se mi rilassai contro il suo corpo. Lasciai che il suo braccio circondasse il mio corpo prima di spostare nuovamente la mia attenzione verso il film combattendo un sorriso.


HARRY POV.

Il film era finito da un po' ormai. I titoli di coda avevano smesso di scorrere sullo schermo del televisore e avevano lasciato lo spazio nuovamente al menù. Eppure nessuno di noi due si era mosso. Non volevo. Volevo sentirla tra le mie braccia ancora per qualche minuto prima di lasciarla andare, e lei non sembrava opporsi al mio volere.

Quando la strinsi ancora di più lei si accoccolò sul mio petto stringendo leggermente il tessuto della mia maglia. Un piccolo sorriso si impossessò del mio viso al suo gesto e cercai in vano di reprimerlo. Mi sentivo in pace. Il male alla testa era completamente sparito e aveva lasciato il posto a lei. Al ricordo delle sue dita scorrere lente sulle foto, alla sua fronte appoggiata leggermente alla mia, alle sue labbra morbide.

Non so esattamente per quanto restammo in quella posizione, ma la lasciai andare controvoglia quando squillò il suo telefono. Sospirò leggermente prima di spostarsi una ciocca rossa dietro l'orecchio e rispondere al messaggio. Quando si voltò a guardarmi riuscivo a vedere nei suoi occhi una punta di dispiacere prima che parlasse "Mia madre vuole che torni a casa. Dimenticavo che devo tenere d'occhio mio fratello sta sera"
Abbassò lo sguardo dispiaciuta e sorrisi leggermente prima di alzarmi e offrirle la mia mano. Recuperai i nostri cappotti e ci avviammo verso la macchina. Quando salii accesi subito il riscaldamento vedendola rilassarsi sul sedile accanto al mio e rivolgermi un sorriso riconoscente.

La strada verso casa sua fu silenziosa. Non un silenzio imbarazzante. Solo silenzio. Spensi il motore davanti a casa sua e mi girai verso di lei per trovarla già a fissarmi. Sorrise debolmente spostandosi i capelli dal viso. "Ci vediamo domani a scuola" sussurrò "Buonanotte". Si girò per aprire la portiera, ma quando stava per uscire le afferrai la mano facendola voltare verso di me. Appoggiai le mie labbra sulle sue premendo leggermente.

"A domani" sussurrai.

Looking through his eyesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora