Capitolo 68

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ALLISON POV.

Erano passate due settimane del weekend a casa di Demi e la scuola non aveva fatto altro che massacrarmi tutto il tempo: le mie giornate si limitavano alla colazione, la scuola, il pranzo, i compiti, la cena. Con i ragazzi riuscivo a parlare a stento solo a pranzo anche se i più grandi spesso non si fermavano con noi ma prendevano da mangiare e lo portavano nelle aule studio.

Erano passate due settimane da quando avevo visto Harry per l'ultima volta, da quando avevo sentito il suo calore accanto al mio, le sue labbra sulle mie.

Scossi la testa riportando lo sguardo al mio armadietto e chiudendolo forte di fronte a me. Sospirai cercando di distrarre i miei pensieri dal ragazzo che li aveva così prepotentemente rubati senza però realmente riuscirci.

Lo volevo. Volevo stare con lui. Volevo poter andare in giro a vantarmi di averlo. Volevo poterlo baciare com'era successo l'ultima volta davanti a tutti. Volevo stringergli la mano ed esserci per lui ogni qual volta ne avesse bisogno. Lo volevo con tutta me stessa.

Ma Harry era complicato. Scappava costantemente da qualsiasi cosa che avrebbe in un futuro potuto fargli del male, e non potevo biasimarlo dopo tutto quello che aveva passato. Eppure non riuscivo a togliermi dalla testa il pensiero che forse io ero riuscita, non so per quale ragione, ad abbattere quei muri che aveva così attentamente costruito attorno a se. Che forse io, con le mie domande a volte fuori luogo, o semplicemente ascoltandolo, ero riuscita a far si che si fidasse di me anche se solo poco.

E ora non vederlo da due settimane mi faceva male. Sentivo il dolore muoversi nel mio petto e insinuarsi nelle mie ossa, ed era un sensazione orribile. Un sensazione che avevo provato solo le prime settimane dopo il trasferimento lontano dei miei amici e dalla mia famiglia. Come se una parte di me fosse sempre stata con lui.

Immersa nei miei pensieri sobbalzai quando una mano si appoggiò accanto alla mia faccia sbattendo sull'armadietto. Mi voltai sorpresa lasciando che una smorfia si dipingesse sul mio visto quando incontrai lo sguardo dell'ultima persona che avrei voluto vedere.

"Leerman. Chi si rivede" "James" dissi soltanto cercando di non farmi intimidire dal suo sguardo. Il viso era fin troppo vicino al mio per questo cercai di allontanare il suo corpo spingendolo con la mano, senza ottenere il minimo risultato se non una maggiore vicinanza. Spostai il volto verso destra di modo che non fossi obbligata a guardarlo, ma lui fu più veloce e prese il mio mento tra le dita obbligandomi a fissarlo.

"Che cosa vuoi?" chiesi con rabbia "Oh tesoro, non penserai che mi sia dimenticato del nostro piccolo accordo" "Mi hai minacciata! Io non lo definirei esattamente un accordo" dissi stizzita. Lui ridacchiò continuando a tenere la mano sul mio mento "Ti ricordi quali erano le condizioni? -tacqui ingorandolo- vuoi che ti rinfreschi la memoria? -ancora non lo degnai di una risposta facendolo infuriare- Charlotte e la tua vita normale, non Charlotte e la tua vita un inferno. Questo era il patto. Ora, non mi sembra che tu abbia rispettato la tua parte di accordo non è così?"
Cercai nuovamente di allontanarlo da me "Non avrei mai spinto Charlotte nelle braccia di un verme come te" sputai con cattiveria sostenendo il suo sguardo ora ancora più arrabbiato "Non parlarmi in questo modo ragazzina" disse spingendo nuovamente il suo corpo contro il mio e premendolo sull'armadietto.
"Lasciami" dissi decisa "Oh no tesoro, tu non hai rispettato il patto e ora io devo render la tua vita un casino. Sai sono un uomo di parola io"

Prima che potessi dire qualcosa spinse le sue labbra sulle mie muovendole con forza e cercando di ottenere un ricambio da parte mia. Spalancai gli occhi cercando con tutte le mie forze di allontanarlo da me, con la mano sul suo petto lo spinsi via inutilmente. Si fece solo più vicino coprendo interamente la mia figura considerata la differenza d'altezza.

Looking through his eyesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora