Capitolo 37

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HARRY POV.

"Harry". Sollevai la testa che avevo tenuto bassa fino a quel momento nel preciso istante in cui riconobbi la sua voce: lei era lì, i suoi occhi mi fissavano con stupore, la sua bocca ancora socchiusa per il mio nome che si era lasciata scappare.

Harry

La sua voce che ripeteva il mio nome era diventata l'unica cosa che ero in grado di sentire in quel momento. I nostri occhi fissi gli uni negli altri non accennavano a cambiare direzione, ad un tratto il rumore del locale non divenne altro che un semplice ronzio di sottofondo mentre il suono dolce del mio nome sussurrato dalla ragazza davanti a me rimbombava sempre più forte.

Harry

Le parole si formarono nella mia gola, ma quando tentai di pronunciare il suo nome tutto quello che ne uscì fu un verso stupito. Continuavo a fissare le sue iridi azzurre non riuscendo a distogliere lo sguardo, e notai per la prima volta che nessuno dei due stava tentando di scappare dall'altro. No. Lei non sarebbe scappata, non adesso. Era lì, davanti a me. I suoi occhi azzurri nei miei verdi.

Harry

"Harry" il suono del mio nome questa volta non era più pronunciato da una voce stupita, ma da una voce fin troppo famigliare. Ed e la sua ragazza passavano lo sguardo da me ad Allison senza sosta, cercando di capire come facessimo a conoscersi. Non mi voltai verso di lui ne risposi al suo richiamo, dissi semplicemente il suo nome sperando che rimanesse nella sua testa nello stesso modo in cui il mio nome pronunciato da lei era rimasto "Ally". Sussultò leggermente quando pronunciai il suo nome come se anche lei si sentisse esattamente come me in quel momento. "Vi conoscete?" nessuno dei due distolse gli occhi dall'altro, io mi limitai ad annuire incapace di pronunciare qualcosa oltre al suo nome mentre lei disse un lieve "Si". Una voce squillante ruppe il nostro contatto visivo bruscamente "Bene! Oh ma allora è tutto più semplice!" la ragazza di Ed, Stacy mi pareva si chiamasse, tolse la mano da quella del mio amico per andare da Ally stringendola in un abbraccio "Visto! Tu che non volevo venire! Ti avevo detto che avrebbe portato un amico e quindi non saresti stata sola, guarda -disse indicandomi- è pure carino". Osservai la scena in silenzio continuando a fissare il volto di Ally che sembrava essersi ripreso dalla sorpresa, abbassai la testa lasciando che in ghigno divertito comparisse sul mio viso quando Ally arrossì vista l'ultima affermazione della sua amica. Quando si spostò da lei tornando da Ed disse "Beh allora possiamo entrare".

Ci avviammo tutti e quattro dentro il locale prendendo posto al tavolino che le ragazza avevano prenotato per noi: era la cosa più lontana ad una discoteca che avessi mai visto considerato gli standard di New York, ma non mi lamentai. Sinceramente avevo accettato di venire qui solo perché volevo passare più tempo con Ed, e adesso mi ritrovo a pensare che se non avessi accettato adesso non avrei visto Allison.
Sfilai la mia giacca appendendola all'attaccapanni nell'angolo. Ridacchiai quando vidi Allison sbuffare mentre tentava goffamente di togliersi il cappotto. Mi avvicinai mettendomi dietro a lei e sfilandoglielo dalle spalle sentendo come si irrigidirono quest'ultime prima di rilassarsi: mi presi del tempo per osservare quanto fosse bella. I lunghi capelli rossi erano spostati su una delle spalle e una piccola treccia raccoglieva i ciuffi davanti del suo viso, il vestito nero le arrivava appena sotto il ginocchio e nonostante non fosse corto le stava comunque alla perfezione. Scossi la testa costringendomi a smetterla di guardarla, così andai ad appendere anche il suo cappotto.
Quando mi girai verso il tavolo lei era già seduta, presi posto accanto a lei e difronte a Ed. Nessuno di noi quattro parlava, probabilmente tutti eravamo in imbarazzo e leggermente confusi dalla situazione di poco prima.
Stacy si schiarì la voce prima di rivolgersi a noi due "Beh, avanti diteci, come vi conoscete?" entrambi ci guardammo distogliendo lo sguardo subito dopo "Stacy lui abita. New York. Viene nella mia scuola e.." "Sono il migliore amico di Lottie" "Sai la ragazza di cui ti parlavo, quella che ho incontrato sul pullman il primo giorno" "Oh! Sisi ho capito! Tu guardo quanto è piccolo il mondo" disse ridacchiando "Già" sussurrammo entrambi.

Cenammo abbastanza tranquilli mentre il locale iniziava a riempirsi di gente che faceva il cenone di capodanno ridendo e scherzando sul nuovo anno in arrivo. Noi passammo tutta la cena chiacchierando del più e del meno, raccontando del natale in famiglia e dei progetti del nuovo anno. Stavo bene con loro, anche Stacy era molto simpatica e ammetto che vedere Ally ridere mi faceva contorcere lo stomaco facendomi ridere anche a me.

Non so perché ma in qualche modo avevo sperato di vederla lontano dall'abito scolastico. Alla fine io no sapevo nulla di lei, quantomeno non sapevo nulla che potesse indurmi a fidarmi di lei; eppure in quel momento sentì quasi come se avessi potuto dirle tutto, tanto lei lo avrebbe conservato dentro di se come una cosa segreta.

Ancora una volta mi ritrovai immerso nei miei pensieri e per questo quando mi posero una domanda non seppi nemmeno di cose stessero parlando. Mi schiarì la voce "I-io, non ho la più pallida idea di cosa state parlano" dissi sorridendo timidamente "Amico, ma che cazzo hai sta sera?" mi rimproverò scherzosamente Ed ridacchiando "Lascialo stare, avrà cose più importanti a cui pensare" disse Stacy fissando prima me poi Ally con un ghigno. Quando lei si girò verso di me distolsi velocemente lo sguardo trattenendo un sorriso quando la sentì ridacchiare leggermente. Un voce al microfono attirò la nostra attenzione "La serata sta per iniziare! Tutti nel retro avanti!" "Bene, finalmente cazzo mi si stava appiattendo il culo seduto su sta cosa" disse Ed alzandosi dalla sedia "Dio le ho sempre odiate queste sedie". Stacy si alzò alzando gli occhi al cielo per il commento del suo ragazzo "Hanno seriamente intenzione di rinchiuderci un quella topaia?" la sua voce mi fece voltare lo sguardo verso di lei: aveva la fronte leggermente aggrottata mentre cercava probabilmente di ricordarsi di questo retro del locale. "Sei già stata in questo posto?" chiesi "Facevano sempre un sacco di feste in questo posto" disse sorridendo leggermente "Non che fossi una da festa intendiamoci" aggiunse poi lasciando che del leggero rossore coprisse le sue guance. Stacy scoppiò a ridere "Hanno rifatto nuovo in questo periodo, ora è molto più grande, non preoccuparti non dovrai pestare i piedi a nessuno questa sera". Io e il mio amico ridacchiammo all'affermazione della castana "È successo solo una volta" disse Ally in un sussurro come se dovesse giustificare quel gesto, arrossendo ancora di più. Stacy scosse la testa dirigendosi verso il retro del locale, dove a quanto pare si sarebbe svolta la 'serata'.

Il retro del locale era completamente diverso dalla parte precedente: un'enorme pavimento si estendeva sotto di noi, i ragazzi ballavano uno addosso all'altro, un bar era posizionato sulla sinistra ed un ragazzo era intento a preparare dei cocktail mentre ballava. Non potei fare a meno di notare le somiglianze che prima non avevo trovato con le discoteche newyorchesi. Ed si rivolse a me "Drink fratello?" "Drink" dissi io "Voi potete bere?" chiese Ed rivolgendosi alla sua ragazza "Teoricamente no, ma a nessuno interessa qui" disse ridendo "Prenderò quello meno alcolico così i miei genitori evitano di rompere domani mattina" il mio amico annuì "Ally?" "Oh no grazie io, n-non mi piace molto l'alcol" disse a disagio "Non è un problema se sei astemia, rilassati!" disse Ed vedendo il suo imbarazzo. Mi girai verso di lei che stava sorridendo riconoscente al mio amico "Cosa prendi allora?" "Una coca-cola andrà benissimo" disse sorridendomi. Il mio cuore fece una capriola e le mie fossette spuntarono automaticamente sul mio viso, segnando le mia guance. Ricambiando il sorriso mi diressi al bancone con gli altri cercando di smettere di sorridere.

Qualche drink dopo Ed e Stacy si diressero in pista iniziando a ballare e io approfittai per farle qualche domanda, per esempio come facesse a conoscere questo posto e come mai conosce Stacy. Mi disse che lei era canadese, esattamente di Montreal, e che in questo posto festeggiavano quasi tutti i capodanni quando non erano costretti a passarlo in famiglia e riaffermò il fatto che lei non era una da feste. Ascoltai con interesse ogni risposta osservando quanto fosse felice mentre parlava di Montreal, stavo per domandarle come si trovava a New York ma qualcuno mi interruppe prima che potessi iniziare a parlare "ALLY!".

Looking through his eyesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora