Illusioni

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"Yeonjun, che succede" domandò Soobin, a corto di fiato.

Il ballerino era seduto sul marciapiede all'esterno del locale, incurante della gente che gli passava accanto. "Lasciami stare, per favore" ribatté con voce roca. Soobin scosse la testa, sedendosi a sua volta sul marciapiede. "È per colpa di quel ragazzo?- gli chiese in tono apprensivo- abbiamo sistemato la situazione, sicuramente non ti infastidirà più". Yeonjun si strinse nelle spalle, evitando di rispondere.

Si era vestito bene, aveva persino sistemato la sua moto, tutto per conquistare Soobin. E nonostante ciò, l'unico a continuare a cadere nella trappola era proprio lui. Era chiaro come il ragazzo dai capelli viola iniziasse a piacergli più del dovuto ed era solo un illuso se pensava di poter esercitare in qualche modo un controllo sulla situazione. Soobin era bello anche senza abiti ricercati e persino se arrivava a lavoro con l'autobus e non a bordo di una lussuosa automobile. Soobin era bello nella sua semplicità e Yeonjun non riusciva proprio a guardarlo in quel momento.

"Qualsiasi sia la causa del tuo malumore, puoi parlarne con me" proseguì proprio il ragazzo, cercando di risultare rassicurante. Yeonjun sbuffò ironicamente, quasi divertito dall'assurdità della questione. Come poteva confidare a Soobin il peso che avvertiva nel petto se proprio lui ne era l'origine? In più, era notevolmente infastidito dall'intera situazione, perché Soobin non sarebbe dovuto piacergli in nessun modo. Erano totalmente diversi, sia dal punto di vista fisico che caratteriale. Tralasciando l'MBTI, c'erano molte ragioni per sconsigliare qualsiasi relazione romantica tra loro.

"Voglio andare a casa- sbottò Yeonjun alzandosi in piedi- sicuramente riuscirai a trovare un passaggio da qualcun altro, scusami". Soobin scattò a sua volta, afferrando un polso del ballerino e costringendolo a guardarlo. "Non esiste, non ti lascio solo- replicò fermamente, fissandolo negli occhi- soprattutto in queste condizioni, dove è evidente che non ti senti bene. Ed è inutile, qualsiasi cosa proverai a mettere in atto non riuscirà in alcun modo a scalfirmi. Non rientrerò nel locale sapendo che stai sfrecciando in solitaria sulle strade pericolose di Seoul". Yeonjun sorrise leggermente di fronte a quella dimostrazione di attenzione e affetto. Non poteva farci niente, il suo cuore si riscaldava automaticamente solo sentendo le parole del ragazzo.

"Non ho intenzione di tornare lì dentro- ribatté Yeonjun indicando il locale con il capo- è troppo soffocante per me in questo momento". Soobin sorrise dolcemente, rinforzando la presa sul polso del ragazzo "Allora andiamocene, scegli tu la direzione. Ti seguo ovunque tu voglia scappare in questo momento". Yeonjun sospirò a fatica, comprendendo come non sarebbe riuscito a liberarsi facilmente di Soobin. Si doveva rassegnare davvero a farsi accompagnare da lui, dal momento che il ragazzo era ben determinato a non lasciarlo andare.

Yeonjun si avvicinò a grandi passi verso la moto, tirandosi dietro Soobin che era ancora attaccato a lui per il polso. Gli lanciò il casco, abbozzando un sorrisetto. "Che ne dici di un giro sul fiume Han?" propose. Il sangue defluì dal volto di Soobin, che ormai era palesemente spaventato dalla moto. "Puoi sempre tornare nel locale insieme agli altri" lo punzecchiò Yeonjun, infilandosi il suo casco. L'altro ragazzo scosse la testa, cercando di ritrovare la caparbietà che aveva dimostrato qualche minuto prima. Si ritrovò di nuovo allacciato alla vita di Yeonjun, stringendo forte gli occhi per la paura.

Soobin odiava la velocità, non si era mai sentito a suo agio in condizioni rischiose. Quando il ballerino si era presentato a casa sua con la moto, avrebbe voluto svenire nello stesso istante. Non gli piaceva dimostrarsi debole, ma era anche molto difficile per lui mantenere un certo contegno quando in realtà era terrorizzato da morire. Anche in quel momento probabilmente avrebbe preferito sedersi comodamente sui divanetti a chiacchierare con gli altri del gruppo, ma aveva deciso che non avrebbe lasciato solo Yeonjun e doveva mantenere la sua decisione, anche se il ballerino lo stava sfidando apertamente.

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