Accanto al fiume Sumida

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"Ti dispiace se ci facciamo lasciare dal taxi a qualche metro dall'hotel?- domandò Yeonjun, stringendosi lievemente nella sua giacca- ho seriamente bisogno di fare una passeggiata e respirare un po' d'aria".

Soobin scosse la testa, sbuffando. "Lo sapevo che eri ubriaco" sbottò. Yeonjun si imbronciò "Non sono affatto ubriaco. Ho solo bevuto un po' troppo e non sono abituato. Sono certo che camminando mi sentirò meglio". Soobin sospirò, chiedendo all'autista del taxi di farli scendere in quel punto. Pagò la corsa e poi raggiunse Yeonjun, già dall'altra parte della strada, che lo aspettava appoggiato alla ringhiera che si affacciava sul fiume Sumida.

Soobin gli si affiancò e ripresero a camminare verso l'hotel. "Il party è stato un autentico successo- sorrise Yeonjun roteando su sé stesso- inoltre, questi giorni a Tokyo sono stati eccezionali e se vinceremo con il nostro progetto sarà solo il coronamento di una trasferta perfetta". Soobin ridacchiò, contagiato dall'entusiasmo dell'altro ragazzo. "È vero, -convenne- è andato tutto come speravamo e soprattutto abbiamo lavorato duramente. In qualsiasi caso, sono fiero di noi". Yeonjun non rispose, iniziando a saltellare allegramente lungo la strada. Soobin aumentò il passo cercando di raggiungerlo, mentre l'altro si dirigeva verso il fiume Sumida.

"Amo Tokyo!" esclamò Yeonjun, appoggiandosi al parapetto e spalancando le braccia ai lati del corpo. Gettò indietro la testa, ridendo felice. Soobin lo osservava a qualche passo di distanza, scuotendo la testa con un sorrisetto divertito. "Credo seriamente che tu abbia bevuto troppo" gli fece notare, avvicinandosi a sua volta al parapetto. Il fiume Sumida scorreva proprio davanti a loro, riflettendo il riverbero delle luci della metropoli nelle sue acque scure.

"L'evento è stato pazzesco" proseguì Yeonjun, voltandosi di schiena al fiume, gli occhi che brillavano lucenti. "È stato molto particolare, non mi era mai accaduta una situazione simile" convenne Soobin, annuendo con un gesto del capo. "Com'è che ci hanno definito? I 'golden boys' arrivati da Seoul?" ridacchiò Yeonjun, ruotando il suo corpo verso quello dell'altro ragazzo. Anche sul volto di Soobin si allargò un sorriso, mentre ammirava il panorama davanti a loro "Effettivamente eravamo notevolmente al centro della scena". "Oh, puoi dirlo forte- rise ancora Yeonjun avvicinandosi a lui- eravamo la coppia più fotografata dell'intero evento, più dei modelli stessi. Ma del resto è proprio vero, non esiste un duo migliore di noi".

Soobin arrossì lievemente, voltando la testa per guardare Yeonjun. Lo ritrovò più vicino di quello che si aspettava, con i capelli biondi leggermente spettinati dal vento e gli occhi scuri che riflettevano le stelle. "Lo pensi sul serio?- domandò con un filo di voce- pensavo di non esserti troppo simpatico, o almeno che tu non mi ritenessi molto intelligente e degno della tua attenzione". Yeonjun sbuffò, scuotendo la mano destra come per allontanare da sé quelle parole. "È indiscusso che la tua ossessione per il match MBTI sia ridicola- affermò- ma ciò non toglie che io abbia molta stima di te come persona e come professionista. Mi piace trascorrere il tempo in tua compagnia, sei piacevole. Almeno fino a quando non inizi a sproloquiare riguardo l'MBTI, a quel punto vorrei solo abbandonarti lungo una strada deserta e non venire a recuperarti mai più".

"Suona parecchio inquietante" ribatté Soobin, ridacchiando divertito. Yeonjun si strinse nelle spalle, tornando a guardare il fiume. Dopo qualche minuto di silenzio, sospirò lievemente "Hai visto le foto dell'evento?". La sua voce ridotta ad un sussurro costrinse Soobin a sporgersi maggiormente verso il ragazzo. "No, non credo le abbiano ancora pubblicate da nessuna parte" rispose. Yeonjun annuì con il capo "Ho chiesto a qualche fotografo di mostrarmele in anteprima. Sai, ero curioso di vedere l'effetto che facevamo noi due vicini. E devo ammettere che sono le foto più belle che io abbia mai visto. C'è qualcosa nella nostra coppia che rende tutto più brillante. Nel rullino erano presenti anche altri nostri scatti, questa volta individuali. Eppure, non erano magnetici come quelli dove posiamo insieme, non emanavano alcuna potenza, come se mancasse davvero qualcosa. Ho pensato a lungo questa sera, Soobin, se la mia vita fosse davvero come quelle foto. Carina sì, ma spenta, monotona, in attesa di una luce diversa, una prospettiva migliore. E poi sei arrivato tu a rendere lo scatto magnifico, perfetto nella sua interezza. Qualcosa dovrà pur significare, non credi?".

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