Cedimenti

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"Ho già abbozzato qualche idea, così il lavoro per questo progetto non durerà troppo a lungo".

Soobin sbuffò, sistemandosi sulla sedia. Lanciò uno sguardo infastidito a Yeonjun, in piedi davanti a lui, che palesemente aveva deciso di provocarlo. Già quella mattina, quando Soobin aveva varcato la soglia della MiniMini Enterprise, aveva compreso che non sarebbe stata una bella giornata.

Yoongi lo aveva subito convocato nel suo ufficio, chiedendogli di lavorare ad un progetto per Dior. Lui e Jimin avevano saggiamente selezionato le varie proposte e non potevano in alcun modo rifiutare un marchio così importante, soprattutto dal momento che aveva richiesto esplicitamente che fossero proprio Soobin e Yeonjun ad occuparsene. Il ragazzo dai capelli viola aveva ovviamente accettato, trattenendosi dal sospirare rumorosamente. Immaginava che la collaborazione con Yeonjun sarebbe stata difficile, ma non immaginava così tanto.

Invece, da quando era entrato in sala prove, il ballerino non aveva fatto altro che metterlo a disagio. Gli rispondeva con sufficienza, guardandolo a malapena e non considerando minimamente le sue proposte. E ora, era persino giunto al punto da ammettere di aver abbozzato un progetto per non dover trascorrere troppo tempo in compagnia di Soobin. Per il ragazzo era davvero diventato troppo.

"Potremmo comportarci per una volta da persone mature ed essere professionali?- sbottò, agitandosi sulla sedia- affronteremo dopo i nostri problemi personali e il motivo per cui continuiamo ad ignorarci. Ora dobbiamo lavorare". Yeonjun schioccò la lingua contro il palato, rivolgendogli uno sguardo glaciale. "Mi pare che sia per colpa tua se ci troviamo in questa situazione, rischiando di rovinare anche il nostro gruppo di amici" replicò prontamente. Soobin roteò gli occhi "Sei davvero così abituato a fare quello che vuoi che non riesci ad accettare un rifiuto? Sul serio, mi dispiace di aver ferito il tuo ego, ma devi rispettare la mia decisione".

Yeonjun scattò verso di lui, gli occhi che lampeggiavano rabbia. "Si può sapere per chi mi hai preso?- esclamò- non sono certamente così disperato da piangere le notti perché tu non mi hai voluto. Non sei l'unico ragazzo esistente al mondo". "Ma sono il primo che ti rifiuta" ribatté Soobin con aria sfrontata, quasi fosse un vanto. Yeonjun si voltò, dandogli le spalle. "Anche per quello dovresti metterti in fila" borbottò, tornando verso il tavolino con i fogli di carta su cui aveva abbozzato dei passi di danza.

Soobin spalancò gli occhi, accorgendosi del cambio repentino d'umore del ballerino. Era quasi divertente discutere con Yeonjun, finché anche il ragazzo biondo replicava a tono. Il senso di colpa invece strisciò dentro Soobin nel momento in cui si rese conto di aver probabilmente ferito l'altro. Yeonjun era sempre sicuro di sé ed affascinante, non poteva minimamente immaginare che nella sua vita fosse stato rifiutato sentimentalmente più volte.

"Scusami, non volevo ferirti" mormorò, alzandosi in piedi e avvicinandosi al ragazzo biondo. Appoggiò lievemente le mani sulle sue braccia, senza girarlo. Da sopra la sua spalla, vide Yeonjun asciugarsi rapidamente due piccole lacrime che erano sfuggite al suo controllo. Il ballerino si strinse nelle spalle, mormorando "Non c'è problema, non è comunque qualcosa che ti deve interessare". Soobin esercitò una pressione maggiore sulle braccia del ragazzo, voltandolo verso di sé. Trattenne il fiato, ritrovandosi davanti gli occhi lucidi di Yeonjun. Era sempre così incredibilmente bello, anche in quelle situazioni, che Soobin si domandò se fosse reale, oppure una visione.

"Siamo diversi, tutto qui- si apprestò a dire Yeonjun, cercando di distogliere l'attenzione da sé- non mi aspetto che tu mi capisca. Insomma, con il tuo aspetto probabilmente avrai decine di ammiratori tra cui scegliere. Io invece non sono così attraente, soprattutto non lo ero ai tempi della scuola. Essere rifiutati era qualcosa che accadeva spesso". Soobin sentì la rabbia crescere dentro il suo stomaco e un senso di protezione nei confronti di Yeonjun, avvolgerlo totalmente. "Seriamente per qualcuno tu sei brutto?- sbottò, non celando il suo fastidio- è evidente che abbiano dei problemi di vista. Letteralmente chiunque in questa agenzia è innamorato di te, Jun. Dovresti sentire i commenti alle macchinette del caffè". Il ballerino si strinse ancora nelle spalle, scostandosi da lui. "Ha davvero senso?- domandò, tirando su con il naso- con il tempo ho imparato ad avere più confidenza in me stesso e sicuramente questo ha aiutato, ma tu mi hai rifiutato comunque".

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