Crying, crawling, fighting, bleeding, losing

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Jimin continuava a cambiare pigramente canale pigiando i tasti del telecomando.

Era ormai notte inoltrata e in televisione avevano terminato i programmi decenti. Lanciò uno sguardo a Yoongi, che sonnecchiava accanto a lui sul divano, gli occhiali da vista ancora indossati e un libro aperto sul suo petto. Erano state giornate lavorative davvero impegnative per lui e meritava riposo. Jimin sorrise, sistemando dolcemente una ciocca di capelli scura dietro l'orecchio di Yoongi. Jimin era stato un adolescente problematico, preda di tante paranoie e comportamenti dannosi per la sua salute. Ma ora si sentiva un adulto appagato. Aveva una casa bellissima, un lavoro eccezionale e soprattutto condivideva tutto questo con la persona che amava di più al mondo. Non poteva sentirsi più fortunato di così.

Un rumore proveniente alle sue spalle lo riscosse dai suoi pensieri. Jimin sobbalzò sul divano, svegliando anche Yoongi. Si sporse leggermente, con il cuore in tumulto, per accorgersi che si trattava solo di Yeonjun che nel tentativo di infilarsi le scarpe aveva urtato il vaso posto lì accanto.

"Che diavolo stai facendo- sbottò Jimin, alzandosi in piedi- è mezzanotte!". "Sto uscendo, non si vede?" sbottò Yeonjun, in tono alterato. Suo fratello incrociò le braccia al petto, in un gesto che voleva apparire autoritario. "Non è di certo l'ora né per una passeggiata né per recarsi al bar con gli amici" ribatté prontamente. Yeonjun si passò una mano sul volto. "È tanto difficile per te farti gli affari tuoi?- esplose, alzando la voce- o è troppo divertente interferire sempre con le vite altrui? Ho solo bisogno di fare un giro in moto da solo, se rimango un altro istante chiuso nella mia camera probabilmente verrò soffocato dai miei stessi pensieri".

Jimin scosse la testa, con espressione preoccupata. "Jun, ultimamente sei diventato molto scostante con noi- esordì, indicando anche Yoongi- non ne capiamo la vera motivazione, ma questo tuo comportamento si rispecchia purtroppo anche nel lavoro. Abbiamo notato che stai lavorando con meno impegno e persino i tuoi progetti sono di una qualità inferiore rispetto a ciò che proponevi inizialmente". "Se non sei contento di come lavoro, puoi benissimo licenziarmi!" gridò Yeonjun, avanzando di qualche passo verso il fratello, come gesto di sfida.

Yoongi scattò immediatamente in piedi. "Abbassa i toni, ragazzino- gli intimò- lo sai molto bene che non tollero che tu ti rivolga a Jimin in questi termini". Il suo fidanzato gli appoggiò una mano sul braccio, annuendo leggermente con il capo per tranquillizzarlo. Cercò silenziosamente di fargli intendere che aveva la situazione sotto controllo, che quel ragazzo palesemente in difficoltà era solo suo fratello e non gli avrebbe mai fatto del male, e che soprattutto era una discussione che riguardava direttamente solo loro due.

"Jun, vogliamo solo aiutarti, non ti stiamo criticando- proseguì Jimin, addolcendo il tono della voce- siamo una famiglia, no? Viviamo anche insieme. Penso sia giusto fidarci l'uno dell'altro e confidarci ciò che ci succede. Noi possiamo solo fare delle ipotesi sulla motivazione per cui ultimamente stai soffrendo, ma sei tu che ci devi raccontare la verità. A quel punto potremmo davvero aiutarti, o comunque starti accanto come meriti". "È proprio questo il punto!- gridò Yeonjun, agitando le braccia in alto- volete sempre essere partecipi e protagonisti di tutto ciò che mi accade! Sono stanco di tutto questo. Jimin, hai sempre interferito con la mia vita, in continuazione. Ti sei intromesso in ogni piccolo dettaglio pensando probabilmente che fosse un giochino divertente, che io fossi solo una bambola in più con cui divertirsi. Sapevi fin dall'inizio del mio interesse nei confronti di Soobin e solo per soddisfare un tuo ego personale, hai deciso di intervenire, senza che nessuno ti interpellasse! Hai organizzato appositamente dei progetti affidandoli a noi per costringerci a lavorare insieme, hai voluto a tutti i costi farci avvicinare. La trasferta a Tokyo è stata davvero il punto culminante della tua follia. E mai, nemmeno per un istante, hai pensato ai miei sentimenti o a quelli di Soobin. In nessun momento ti sei chiesto se le tue azioni stessero arrecando disagio o vergogna a qualcuno. Non te lo sei mai domandato perché è evidente che fosse più divertente giocare con la mia vita".

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