Castle of glass

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Yeonjun sbadigliò, aprendo la porta di casa.

Appoggiò le chiavi e il telefono sul mobile dell'entrata. Appese la giacca, sbadigliando ancora. Si voltò verso l'orologio appeso alla parete. Segnava le sei della mattina. Yeonjun si passò una mano tra i capelli. Sapeva che era presto, aveva faticato parecchio ad uscire dal letto di Soobin a quell'ora, ma doveva farsi una doccia e cambiarsi i vestiti per andare al lavoro.

Entrò in cucina, pensando di mangiare qualcosa per colazione prima di prepararsi. Il suo sguardo cadde immediatamente su Jimin, seduto al lato opposto del tavolo, avvolto in una spessa coperta di lana mentre sorseggiava il tè. Il ragazzo sollevò la testa, notando finalmente il fratello minore. "Ah, Yeonjun!- esordì, cercando di raddrizzare la propria posizione- sei già rientrato?".

Il ballerino sbatté le palpebre, non comprendendo per quale motivo l'altro fosse già sveglio. Si sedette lentamente sulla sedia, fissando il fratello. Solo in quel momento si accorse dei cerchi neri sotto gli occhi di Jimin. Appariva stanco e sciupato, la pelle spenta e le labbra leggermente disidratate. Era ben lontano dalla sua solita apparenza esteriore sempre perfetta e ordinata.

"Hai trascorso la notte da Soobin?" domandò Jimin, cercando di forzare un largo sorriso. Yeonjun rimase in silenzio qualche istante, scandagliando l'intera figura del ragazzo. Sembrava estremamente triste, come se un velo fosse calato su di lui, rendendogli il volto cupo e pesante. Lo sguardo di Yeonjun cadde sulla tazza di tè stretta tra le mani del fratello maggiore. Non c'era nessun altro cibo disposto sul tavolo, segno che Jimin stesse facendo colazione solo introducendo nel suo corpo dei liquidi.

"Dov'è Yoongi?" replicò Yeonjun di colpo, guardandosi attorno. Il suo primo pensiero fu una sorta di ricaduta nei problemi alimentari del fratello maggiore, probabilmente sviluppatasi nel periodo in cui lui era a Tokyo. Non era di certo la prima volta che accadeva, entrambi erano pienamente consapevoli che Jimin ne avrebbe sofferto per tutta la durata della sua vita, l'importante era però conoscere le strategie giuste per mantenere la situazione sotto controllo. Jimin faticava ancora ogni tanto ad accettare sé stesso e il suo aspetto fisico, ma poteva sempre contare sull'appoggio di Yeonjun e Yoongi. Soprattutto quest'ultimo era sempre fondamentale. Ogni volta che Jimin accennava a diminuire la portata di cibo, Yoongi casualmente ne faceva scivolare un po' di più nel suo piatto, oppure lo portava a cena nei suoi ristoranti preferiti. Yeonjun sapeva che poteva fare affidamento su Yoongi per sostenere Jimin, per questo motivo non comprendeva come fosse possibile che il ragazzo più grande non fosse a sua volta presente nella cucina.

"Perché?" ribatté Jimin, impallidendo all'istante. "Non stai mangiando nulla" gli fece notare Yeonjun, che non era mai stato troppo bravo a dosare le parole. Il fratello maggiore abbassò lo sguardo sulla tazza di tè, come se si fosse appena materializzata tra le sue mani. "No, -scosse la testa vigorosamente- so a cosa stai pensando, ma non è assolutamente colpa del Serpente". Yeonjun si rilassò leggermente sulla sedia. Quello era il nome che avevano scelto per i disturbi alimentari di Jimin. Lo avevano stabilito insieme, un modo per esorcizzare la sua potenza. Era stato proprio lo stesso Jimin a indicare il rettile, dal momento che la sensazione che provava quando si guardava allo specchio era la stessa di essere avvolto dalle spire sinuose di un serpente.

"Sei nervoso per qualcosa di specifico?" domandò, allungando le braccia sul tavolo, ancora provato dalla notte trascorsa quasi interamente insonne. "No, va tutto bene. Semplicemente non riuscivo a dormire" ribatté Jimin, stringendo forte le labbra. Yeonjun poté notare chiaramente il suo mento tremare leggermente. "Dov'è Yoongi?" domandò ancora, questa volta con un tono più deciso. Era evidente che qualcosa non funzionasse a dovere. Jimin sollevò finalmente lo sguardo su di lui. "È andato via" mormorò.

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