Palcoscenico

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Beomgyu camminava avanti e indietro, senza sosta.

Tra le mani stringeva una copia stampata del discorso che avrebbe dovuto pronunciare a breve. Saltellò leggermente sul posto, cercando di stemperare la tensione che provava. Controllò per l'ennesima volta che i vestiti che indossava fossero in perfetto ordine, aggiustandosi di nuovo la camicia bianca infilata nei pantaloni scuri.

Nonostante avesse ripetuto mille volte il discorso a Soobin e Yeonjun, continuava a non sentirsi adatto. Quelle frasi non ne volevano sapere di rimanere fisse nella sua memoria. Era da quella mattina che continuava a cercare di ricordarsi il filo del discorso, eppure le parole si arrotolavano nella sua mente, senza dargli tregua. Beomgyu sospirò, passandosi una mano sul volto, esausto. Non era mai stato bravo ad affrontare da solo le situazioni difficili. E non aveva problemi ad ammettere quanto fosse terrorizzato dal palcoscenico che lo attendeva.

Beomgyu si impose di respirare a fondo, in modo più regolare per calmare l'ansia. Si era isolato dal resto delle persone per provare a concentrarsi, ma in quel momento tornò a prestare attenzione a ciò che accadeva attorno a lui. L'evento organizzato all'Università aveva richiamato più pubblico di quanto chiunque si sarebbe mai aspettato, segno che la loro protesta probabilmente stava raccogliendo consensi. Beomgyu e il suo gruppo avevano ragione, c'erano molte persone che condividevano le loro idee. Semplicemente prima erano troppo impauriti per farsi avanti, ma ora che il velo di silenzio era stato rotto, potevano scendere in piazza anche loro a protestare.

Beomgyu osservò le decine di persone che lavoravano alacremente nel retro del palco, assicurandosi che ogni cosa funzionasse alla perfezione. C'era una scaletta piena di eventi da rispettare, ospiti da coordinare e sistemi audio da tenere sempre sotto controllo. Beomgyu sorrise, riconoscente ad ognuno di loro. La manifestazione era stata perfetta fino a quel momento ed era davvero merito del lavoro di tutti. Ormai si avviavano verso la fine e il suo discorso conclusivo era il più atteso. Beomgyu aveva spiato il pubblico qualche minuto prima e il suo battito cardiaco era accelerato esponenzialmente davanti a quel mare inaspettato di gente. La folla era talmente numerosa da non riuscire nemmeno a quantificarla.

Beomgyu deglutì a fatica, controllando l'orologio. Non mancava molto al suo intervento, presto avrebbe dovuto affrontare le sue paure e sconfiggere l'ansia. Controllò ancora che il microfono headset che gli avevano fornito fosse in perfette condizioni. Non voleva in alcun modo salire sul palco e interrompere il proprio discorso per problemi tecnici. Era certo che sarebbe morto di imbarazzo lì immobile davanti alla folla mentre un fonico sistemava il suo microfono.

Per un solo momento, nella sua mente comparve un pensiero collegato a Taehyun. Sapeva che Soobin e Yeonjun erano andati a prendere Kai a casa sua, per venire poi tutti insieme alla manifestazione. Possibile che Taehyun si fosse unito a loro? Magari aveva cambiato idea e aveva deciso di ascoltare il suo discorso? Ma soprattutto, Taehyun era ancora interessato a lui?

Beomgyu sospirò, abbassando la testa. Non poteva permettersi di distrarsi, non in un momento così importante. Ai problemi della sua relazione avrebbe pensato più tardi, ora doveva dedicarsi interamente all'evento che avevano organizzato. E che già gli creava abbastanza tensione.

Beomgyu rilesse di nuovo alcune righe della copia stampata del suo discorso. Ancora una volta, l'impressione di non ricordare nulla gli attanagliò il petto, levandogli il respiro. Il ragazzo si impose di calmarsi, o almeno ci provò. L'ultima cosa che voleva era un attacco di panico. Fortunatamente gli addetti ai lavori che correvano in ogni lato dietro le quinte erano troppo impegnati per accorgersi di lui.

"Lasciatemi passare!".

La testa di Beomgyu scattò verso destra, sentendo un vociare concitato. Strinse gli occhi, notando un piccolo gruppo di persone affollarsi lungo le scalette che portavano alle quinte. Beomgyu si avvicinò, sentendo la preoccupazione avvolgerlo. La manifestazione era stata davvero perfetta fino a quel momento, non era il caso che accadessero problemi proprio alla fine dell'evento.

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