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Avviso: In questo capitolo sono inclusi dei contenuti espliciti


Soobin si rigirava tra le mani il cellulare da svariati minuti, perso nei suoi pensieri.

Continuavano a risuonargli nella mente le parole che gli aveva rivolto Beomgyu la sera prima, riguardo al suo rapporto con Yeonjun. Era consapevole di dover mettere un punto all'intera situazione. E la cosa peggiore era che nessuno poteva farlo al posto suo, spettava solo a lui chiarire la questione.

Sospirò, gettandosi indietro sulla poltrona girevole della sua scrivania. Era talmente focalizzato su ciò che avrebbe dovuto dire che non riusciva nemmeno a concentrarsi sul lavoro. Continuava infatti a ripetersi all'infinito le parole giuste da pronunciare e i gesti da compiere. Aveva persino già pensato a tutti i possibili scenari, alle varie reazioni che Yeonjun avrebbe potuto avere di fronte al suo discorso. Sperava vivamente che alla fine però tutto si risolvesse come aveva auspicato e per cui si era preparato.

Lanciò uno sguardo al primo cassetto della sua scrivania. Aveva quasi timore a controllare ancora se ciò che vi aveva infilato quella mattina fosse al suo posto, si sentiva svenire solo al pensiero di utilizzare di nuovo quelle cose, eppure era certo che non appena Yeonjun sarebbe entrato nel suo ufficio, avrebbe superato qualsiasi preoccupazione, dando ascolto solo al suo corpo e ai propri sentimenti.

Soobin si dondolò sulla poltrona, fissando ancora la chat con il ballerino. Aveva già cancellato e riscritto varie volte il messaggio e non era mai riuscito a trovare il coraggio per inviarlo. Il problema era che nessuna delle parole scelte gli sembrava adatta. Soobin trasse un lungo respiro, decidendo che quella volta avrebbe agito d'impulso. Digitò rapidamente un messaggio, spiegando a Yeonjun che aveva bisogno di incontrarlo nel suo ufficio per chiarire alcune questioni riguardante il progetto Dior su cui avevano lavorato precedentemente insieme. Sapeva che il ballerino non poteva rifiutarsi di incontrarlo se si trattava di lavoro. Senza pensarci ulteriormente per evitare di ritrovarsi di nuovo al punto di partenza, Soobin chiuse gli occhi e premette il pulsante di invio. Riaprì un solo occhio, sibilando nel notare come il messaggio era giunto a destinazione.

Bloccò immediatamente il cellulare, appoggiandolo di schermo contro il tavolo. Ora i giochi erano fatti, non poteva più tirarsi indietro o nascondersi dietro false verità. Soobin si alzò in piedi, iniziando a camminare per tutto l'ufficio, in preda alla tensione. Si mordicchiò le unghie, cercando di tranquillizzarsi. Non era nemmeno certo che Yeonjun avesse letto il suo messaggio, ma attendere una sua risposta gli causava uno stress eccessivo.

"Almeno sul lavoro hai la decenza di rivolgermi la parola" sbottò la voce di Yeonjun. Soobin sussultò, riscuotendosi dai suoi pensieri. Si voltò, vedendo il ballerino fermo sulla porta, le braccia incrociate al petto e un'espressione infastidita sul volto. Si apprestò ad afferrarlo per un polso, tirandolo dentro l'ufficio e chiuse prontamente a chiave la porta. Provò a sbirciare attraverso le tende che concedevano privacy al suo luogo di lavoro, ma nessuno dei colleghi sembrò essersi accorto della presenza di Yeonjun nella stanza.

Soobin tirò un sospiro di sollievo, voltandosi poi verso il ragazzo biondo che lo fissava sconvolto. "Si può sapere cos'è questa recita?- borbottò- stai cercando di rapirmi o vuoi forse rivelarmi un segreto nazionale?". Soobin ignorò il suo sarcasmo, avvicinandosi a lui. Trasse un lungo respiro, convincendosi che affrontare finalmente il discorso avrebbe risolto i problemi che stavano condizionando le sue giornate. Beomgyu aveva ragione, doveva farsi coraggio ed essere sincero.

"Mi sono comportato come uno scemo e ti devo delle scuse- esordì Soobin, passandosi una mano tra i capelli- il fatto è che mi sono lasciato prendere dal panico e poi non ho più avuto il coraggio di affrontarti". Yeonjun aggrottò la fronte, non capendo a cosa si stesse riferendo l'altro. Soobin sospirò per darsi forza, poi continuò "C'è un motivo ovviamente per cui quella sera sono fuggito da casa tua senza nemmeno avvisarti. So che non dev'essere stato piacevole uscire dal bagno e trovare la camera vuota, accorgendoti che io ero svanito nel nulla. Immagino come tu ti debba essere sentito e sinceramente mi dispiace per il mio comportamento, dico sul serio".

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