Tokyo

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"Come pensate di riuscire a trovare Soobin e Yeonjun in tutta questa confusione?" sbuffò Taehyun.

Kai e Beomgyu non gli risposero nemmeno, continuando a guardare in mezzo alla folla. L'aeroporto era affollato e rumoroso, nonostante fosse ancora mattina presto.

"Non dovrebbe essere difficile, dovremmo riuscire ad identificare due persone che battibeccano" commentò Kai, ridacchiando. Beomgyu si morse il labbro, temendo fortemente che la loro sorpresa fallisse. Non aveva volutamente avvertito i suoi due amici che sarebbero andati a salutarli prima della partenza, voleva che fosse inaspettato. Tuttavia, a causa di ciò rischiavano in realtà di non vederli nemmeno.

"Ho visto Soobin!" esclamò Kai, saltellando sul posto e indicando dritto davanti a sé. Taehyun si sporse, notando effettivamente il ragazzo dai capelli viola seduto accanto a Yeonjun e altre due persone. "Forza, manca poco al volo!" intimò Beomgyu, accelerando il passo e raggiungendo il gruppo. Gli occhi di Yeonjun si spalancarono, quando vide i tre ragazzi avvicinarsi a loro. "E voi cosa ci fate qui?" domandò stupito, alzandosi in piedi. "Secondo voi vi avremmo lasciati partire senza nemmeno salutarvi?" sbuffò Beomgyu, sorridendo.

Yeonjun lo abbracciò di slancio, felice di averli lì. Non lo aveva confidato a nessuno, ma era davvero molto agitato per la trasferta a Tokyo. Poter trascorrere qualche minuto in compagnia dei suoi migliori amici sicuramente lo avrebbe fatto sentire meglio. "Buongiorno Yoongi, ciao Jimin!"esclamò poi Beomgyu, inchinandosi leggermente in direzione dei due ragazzi più grandi. Jimin si sfilò gli occhiali da sole, sorridendo ampiamente. "Che piacere rivederti, Beomgyu. E finalmente posso conoscere il resto del gruppo con cui Yeonjun esce". Il ballerino roteò gli occhi. Suo fratello era peggio di una madre, a volte.

Taehyun e Kai si presentarono rapidamente, poi il ragazzo più piccolo si voltò verso Soobin, abbracciandolo. "Mi raccomando, tornate presto e state attenti. Ci mancherete" borbottò. Soobin sorrise, ricambiando l'abbraccio, sempre colpito dall'estrema dolcezza di Kai. Yoongi controllò l'orologio che portava al polso. "È meglio che imbarchiate i vostri bagagli e vi avviate al gate, non vorrei dovervi prenotare un altro volo aereo" esordì. Yeonjun gli lanciò un'occhiataccia, poi si rassegnò a recuperare la sua valigia.

"Grazie per essere venuti a salutarci- ribatté rivolto agli amici- vi prometto che vi riempiremo di foto di Tokyo". "Ci conto" lo minacciò Beomgyu, puntandogli contro l'indice. Soobin li salutò con un cenno della mano, poi si allontanò insieme al ballerino, diretti verso il gate. "Com'è cresciuto in fretta- sospirò Jimin, stringendosi le braccia al petto- sembra quasi ieri che aiutavo nostra madre a cambiargli il pannolino". Yoongi lo guardò, sbuffando divertito. "Dai, lascia da parte la nostalgia e torniamo al lavoro" ribatté, ridacchiando. Si voltò verso i tre ragazzi "Buona giornata anche voi". Loro si inchinarono in segno di saluto e rispetto, mentre la coppia lasciava l'aeroporto.

"Quindi ora che si fa?" domandò Taehyun. "Ci aspettano le lezioni all'Università, vorrei potermi fare anche io una vacanzina a Tokyo" si lamentò Kai, cercando con lo sguardo i loro amici. Soobin e Yeonjun erano in coda per caricare i bagagli sul nastro trasportatore, ma era possibile sentirli discutere anche a quella distanza. "Ti ho detto che carico prima io la valigia" sbottò infatti il ballerino. "Ci faranno pagare un contributo extra a causa del peso -si lamentò Soobin- staremo a Tokyo solo pochi giorni, si può sapere perché ti sei portato una valigia così grande?". Yeonjun borbottò qualcosa in risposta, che i ragazzi non riuscirono però a udire. Beomgyu ridacchiò "Direi che possiamo davvero lasciarli soli, sarà una trasferta interessante".

I tre ragazzi uscirono nel piazzale esterno, immergendosi di nuovo nel caos che caratterizzava quel pezzo di terraferma artificiale ad ovest del centro di Incheon, in cui era stato costruito l'aeroporto. Numerosi autobus sostavano negli appositi spazi, oltre a vari taxi e navette per il traghetto. Il piazzale era colmo anche di persone che con la propria automobile si recavano in aeroporto a recuperare qualche loro parente o amico.

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