Brividi

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Avviso: In questo capitolo sono inclusi dei contenuti espliciti


Jimin si sedette sulla poltrona girevole del suo ufficio, con un sospiro di stanchezza.

Quel giorno era già giunto alla terza pausa caffè e aveva superato solo da poco l'orario del pranzo. Lo attendeva un pomeriggio altrettanto lungo ed era certo che probabilmente avrebbe avuto un'overdose di caffeina al termine della giornata.

Si passò una mano sul volto, ritornando a concentrarsi sui calcoli del bilancio che scorrevano sul monitor del suo computer. A dire la verità, si trattava di un normalissimo giorno di lavoro per lui alla MiniMini Enterprise, carico di scadenze e impegni da rispettare. Tuttavia, alla situazione già di per sé stressante, Jimin aveva unito la tensione provocata da suo fratello e Soobin.

Il ragazzo lo aveva convinto ad aiutarlo un'ultima volta, permettendogli di recarsi fino a Tokyo per provare a ricucire i rapporti con Yeonjun. Lo aveva pregato così tanto che alla fine Jimin aveva ceduto, sebbene si fosse ripromesso di non intromettersi più negli affari privati di suo fratello. Tuttavia, Soobin sembrava davvero sincero mentre affermava di essere innamorato di Yeonjun e di voler riparare a tutti i suoi errori. Jimin aveva acconsentito anche ad effettuare la telefonata a suo fratello per condurlo all'hotel prestabilito. Era quasi sicuro che Yeonjun si sarebbe rifiutato o che avrebbe compreso che qualcosa di sospetto aleggiava nell'aria, invece il ballerino sembrava non aver sospettato assolutamente di nulla. Probabilmente era troppo sorpreso nel sentire la voce del fratello maggiore che non si era soffermato davvero a pensare lucidamente all'intera questione.

Jimin bevve un sorso di caffè, scorrendo i vari documenti aperti sulla schermata del computer. Per quanto provasse a concentrarsi, non riusciva davvero a rimanere focalizzato sul lavoro per più di un paio di minuti. La sua mente tornava sempre a Yeonjun e Soobin, non riuscendo a giustificare la mancanza di notizie da parte di entrambi. Era sicuro che se la loro relazione si fosse sistemata, sicuramente entrambi lo avrebbero contattato. E allo stesso modo, se invece il rapporto era del tutto compromesso, allo stesso modo i due ragazzi si sarebbero rivolti a lui, chi per piangere e chi invece per insultarlo. Ovviamente il secondo sarebbe stato sicuramente Yeonjun.

Jimin era pronto a gestire qualsiasi tipo di reazione, positiva o negativa che fosse, ma era proprio quell'assenza totale di notizie che lo destabilizzava enormemente. Non riusciva a valutare cosa significasse, se il piano era andato a buon fine oppure no. Sperava solo che non fosse avvenuto nulla di tragico o di irreparabile. Si impegnava davvero tanto per non continuare a preoccuparsi, eppure diventava estremamente difficile dal momento che la questione riguardava direttamente suo fratello e un ragazzo che comunque era entrato a far parte delle loro vite, a cui si era indubbiamente già affezionato, nonostante l'ultimo periodo non fosse stato dei migliori per loro.

D'improvviso la porta dell'ufficio si spalancò. Jimin sollevò lo sguardo, iniziando ad irritarsi. Stava per insultare chiunque volesse entrare nella stanza per l'audacia di non bussare attendendo il permesso, ma le parole gli morirono in gola. Jimin rimase immobile qualche istante, totalmente sconvolto nel vedere Yeonjun davanti a lui, con un lieve sorriso sulle labbra.

L'attimo dopo era già in piedi, lanciandosi d'impeto addosso al fratello minore, stringendolo forte tra le sue braccia. "Jun, sei davvero tu" mormorò, sentendo gli occhi riempirsi di lacrime. Yeonjun ricambiò l'abbraccio, ridacchiando "Sì, hyung. Sei ancora troppo giovane per iniziare già a soffrire di deliri". Jimin si staccò lievemente da lui, guardandolo male. "Sei sempre così impertinente" sbottò, ma il secondo dopo era di nuovo ancora abbracciato a lui. Gli era mancato tutto di Yeonjun, anche quei lati del carattere che lo avevano sempre infastidito.

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