L'imperfezione perfetta

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"Ciao Yeonjun" sorrise dolcemente Soobin, inclinando la testa da un lato.

"È uno scherzo, vero?- boccheggiò Yeonjun, con il respiro dimezzato- è un'invenzione di Jimin per prendersi gioco di me. Non è possibile che sia proprio tu la persona da cui devo ritirare un pacco importante, soprattutto non è un caso che il luogo dell'appuntamento sia non solo questo hotel, ma bensì persino questa camera precisa". Soobin abbassò la testa, con aria colpevole. "No, Jun-mormorò- ovviamente non è un caso". Yeonjun trasse un lungo respiro per provare a calmarsi, poi retrocedette verso la porta.

"Basta, Soobin, basta. Lasciatemi in pace- sussurrò, gli occhi già colmi di lacrime per la frustrazione di essere sempre così debole davanti all'altro ragazzo- sono stanco dei vostri assurdi giochetti, non ho più intenzione di farne parte. Non costringetemi a licenziarmi per uscire definitivamente dalle vostre vite, lasciatemi libero e rispettate la mia decisione". Soobin avanzò di scatto verso di lui, impedendogli di raggiungere la porta.

"Per favore, concedimi solo qualche minuto per ascoltare ciò che ho da dirti- lo implorò, tremando leggermente- poi sarai libero di andartene e se me lo chiederai, non ti cercherò né infastidirò più. Sparirò completamente dalla tua vita, ma prima lasciami parlare". Yeonjun lo fissò qualche istante, venendo avvolto dalle iridi scure di Soobin. Sentì le gambe cedere sotto il suo sguardo deciso ma tenero, quell'espressione che aveva visto sul suo volto miriadi di volte. Soobin gli era mancato come l'aria, solo in quel momento si rese conto di aver trattenuto il fiato per tre mesi interi, dato che sembrava poter respirare di nuovo solo ora.

"Non voglio più soffrire, Soobin" mormorò in risposta, le labbra che tremavano cercando di trattenere le lacrime. Era emotivamente stanco, distrutto da tutta la vicenda che si era creata tra lui e il ragazzo. Soobin si passò una mano tra i capelli scuri, che gli donavano un'aria più matura, poi annuì con il capo. "E io non voglio più ferirti- rispose in tono dolce- ma c'è una cosa di cui ti devo parlare, al termine della quale potrai andartene liberamente". Yeonjun sospirò, acconsentendo. In parte perché non sembrava avere altra scelta, dal momento che Soobin era determinato a non lasciarlo uscire dalla suite, ma in parte anche perché sinceramente voleva trascorrere più tempo possibile con il ragazzo, dopo tre mesi in cui non si erano più visti, pensando che probabilmente quella sarebbe stata anche l'ultima volta che si sarebbero incontrati.

Soobin sorrise, prendendo d'istinto la mano di Yeonjun e trascinandolo verso la vetrata. Quando furono dinanzi alle luci splendenti di una Tokyo al tramonto, si staccò dal ragazzo, incrociando le braccia al petto per darsi forza. "Devo raccontarti una storia- esordì, gli occhi fissi sul panorama sottostante- una favola che non ha un lieto fine ma che potrebbe averlo, a seconda di come decideremo di interpretarlo alla fine del mio racconto. Tutto inizia qualche tempo fa, esattamente il giorno dopo il festival dei fiori di ciliegio a Yeouido. Ero così felice di aver trovato lavoro, non puoi nemmeno immaginarlo. Per una volta ero riuscito davvero a concludere qualcosa nella mia vita, avevo un motivo per essere fiero di me. E non solo ero diventato autonomo, ma persino lavoravo nell'ambito della musica, il mio sogno. Quando ho varcato le porte della MiniMini Enterprise ero certo di essere diventato invincibile. Finché Jimin non mi ha portato nella tua sala prove".

Soobin inclinò leggermente la testa verso Yeonjun, sorridendogli. Il ballerino evitò il contatto visivo, non apprezzando il fatto che il ragazzo stesse parlando così apertamente della loro prima conoscenza. Sapeva che non avrebbe portato a nulla di buono e che alla fine avrebbe lasciato quella camera con il cuore pesante.

"La prima volta che ti ho visto ho pensato che tu fossi davvero uno dei ragazzi più affascinanti che io avessi mai conosciuto- continuò Soobin, sospirando e tornando a guardare la città sotto di loro- il tuo carisma colpisce direttamente in faccia come uno schiaffo e davvero mi sono sempre chiesto come ho fatto a non notarti quella sera al Yeouido Park, praticamente brilli di luce propria, è impossibile non essere attratti da te. A lungo ho cercato di soffocare i sentimenti che provavo, il nodo allo stomaco che si formava ogni volta che ti incontravo lungo il corridoio, o quando mi passavi a prendere in moto per una delle nostre solite uscite con gli altri del gruppo. Per non parlare della gelosia strisciante che provavo quando sentivo i colleghi fare apprezzamenti su di te nella pausa caffè, oppure agli inizi quando Beomgyu ti stava fin troppo appiccicato e temevo potesse nascere qualcosa tra voi. Sono sempre stato geloso di te, Yeonjun, mai di lui. Ci tenevo che lo sapessi".

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