Alcune ragioni in più

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"Quale sarà la nostra prima tappa?" domandò Yeonjun, infilandosi un cappello nero in testa.

Soobin osservò la mappa della metropolitana, valutando a quale fermata scendere. "Il Palazzo Imperiale- rispose- iniziamo dalla tradizione". "Ho letto che è possibile visitarne solo i giardini, dal momento che è la residenza attuale della famiglia dell'Imperatore del Giappone" ribatté Yeonjun, stringendosi maggiormente lo zaino al petto per evitare di entrare a contatto con troppe persone.

"Vero, -rispose Soobin, scendendo dalla metropolitana con Yeonjun che cercava di stare al suo passo- però comunque credo sia il punto principale da cui possiamo partire per il nostro giro della città". Il Palazzo Imperiale svettava maestoso a poca distanza da loro. "Credo che se potessi camminarvi all'interno mi sentirei il protagonista di qualche drama storico" commentò Yeonjun, sbuffando divertito.

Soobin sorrise, non potendo essere più d'accordo. Il grande parco aperto al pubblico era circondato da fossati e massicci muri di pietra. Il Palazzo si ergeva aldilà dell'acqua, come una visione eterea e appartenente ad un'altra epoca. "È un vero peccato non poterlo visitare- sospirò Soobin- eppure credo che ci abbia permesso di entrare nel clima del nostro progetto. La prossima tappa si trova qui vicino e sono certo che ti piacerà".



"Ti prego, lasciami qui" piagnucolò Yeonjun, gli occhi luccicanti mentre osservava gli enormi palazzi dei grandi magazzini. Soobin ridacchiò, divertito. Immaginava che il distretto di Ginza avrebbe conquistato il ballerino, dato che si trattava di una nota area commerciale di lusso. Attorno a loro, numerosi ristoranti, boutique e caffè dalle insegne luminose attiravano clienti. Yeonjun spostava lo sguardo da un negozio all'altro, in pura estasi. Le marche di lusso si susseguivano rapidamente, passando da Tiffany a Hermès e Prada, fino a Louis Vuitton. Yeonjun corse in direzione del grattacielo di Dior. Appoggiò i palmi delle mani sulla vetrina, ammirando gli abiti e i profumi all'interno.

Soobin sorrise, afferrandolo per un braccio e spostandolo leggermente, prima che qualche guardia di sicurezza li allontanasse. "Voglio comprarmi una casa esattamente in questo punto- protestò Yeonjun- è il mio sogno vivere circondato da brand di alta moda". Soobin scoppiò a ridere, aumentando la presa sul polso del ragazzo. "Se vinciamo il concorso della ti prometto che ti compro qualcosa di Dior" scherzò. Tuttavia, gli occhi di Yeonjun si illuminarono, prendendo seriamente le sue parole. "Dobbiamo lavorare seriamente, allora" borbottò, dirigendosi verso la stazione della metropolitana per tornare in hotel. "Frena, frena- sorrise Soobin, rallentandolo- ci sono ancora un paio di posti in cui ti voglio portare e che potrebbero tornarci utili per il nostro progetto. Il prossimo è davvero un luogo speciale".



"Dove stiamo andando?" domandò Yeonjun, seguendo fedelmente Soobin. Doveva ammettere che si stava divertendo molto nel giro improvvisato a Tokyo, sulle tracce della modernità e della tradizione. Si sentiva come un bambino che si aggirava in città per la prima volta. "Al santuario Meiji- rispose Soobin- è un santuario shintoista, dedicato alle anime dell'Imperatore Mutsuhito e di sua moglie, l'Imperatrice Shōken". "Sembra interessante" mormorò Yeonjun, varcando il cancello possente.

Il santuario si trovava su un'area coperta da una foresta sempreverde di 120.000 alberi appartenenti a 365 specie differenti, donati dal popolo giapponese al termine della costruzione degli edifici. Le strutture erano realizzate essenzialmente in legno di cipresso giapponese, secondo lo stile Nagarezukuri.

"Sento una sensazione di pace incredibile" mormorò Yeonjun, chiudendo gli occhi mentre lasciava che il vento gli accarezzasse il volto. Soobin sorrise dolcemente, osservando il ragazzo accanto a sé. Non rispose, ma lasciò che il mignolo della sua mano destra si intrecciasse con quello sinistro del ballerino. "Il santuario è stato costruito su un'area dove l'Imperatore e l'Imperatrice si recavano abitualmente, il che rende questo luogo ancora più sacro" spiegò. Yeonjun annuì, dondolando lievemente le loro mani intrecciate. "Posso quasi sentire l'energia della loro presenza" confessò. "Vieni, nel giardino esterno c'è qualcosa che voglio mostrarti" sussurrò Soobin, mentre l'altro ragazzo lo seguiva senza staccarsi da lui.

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