Capitolo 31

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"Sei pronta?" Mi domanda Scarlett sulla soglia di casa mentre si infila le scarpe e il giubbotto.
"Da tre ore." Rispondo alzandomi dal divano. "Non ho mica bisogno di prepararmi."

Mi infilo anch'io il giubbotto nero ed esco di casa assieme a mia sorella.

Nate si è già parcheggiato sul ciglio della strada, al volante della jeep di Scarlett. Quest'ultima si siede sul posto del passeggero, mentre io in quello posteriore.

Dopo aver salutato Nate, questo mette in moto.
Direzione: cimitero.

"Jace?" Chiede Scarlett a Nate.
"Sta' tranquilla, sarà assieme ad Alison." Risponde con tono consolatorio. "Lo sai che non fa più cazzate."
"Lo spero."

Oggi è l'anniversario di morte di mamma e papà.
Nostro fratello non viene mai in cimitero con noi.
Sarebbe facile pensare che questo tipo di atteggiamento non sia per niente giusto, ma io e Scarlett non abbiamo mai insistito perché venisse. Sappiamo che lo fa per non mostrarsi debole di fronte a noi.

Quando ci si mette sa essere anche più orgoglioso di me. E il senso di colpa che si porta dentro lo capisco bene, perché è lo stesso che mi porto io da una vita intera.

L'unica che ha sempre avuto il coraggio di incolpare papà, tra molte virgolette, è sempre stata Scarlett. Per lei è stato un errore di nostro padre quello di distrarsi alla guida col telefono in mano, ma io e Jace facciamo fatica ad addossare a lui tutta la colpa.

Io e Scarlett sapevamo delle sbronze di Jace. Questo perché Nate ci litigava spesso per farlo smettere, ma invano. Ce lo riportava a casa che quasi rischiava un coma etilico, ma per fortuna da quando sta con Alison le cose sembrano migliorate.

Ma tanto che differenza fa bere o non bere? Ti dimentichi le cose per un attimo, ma alla fine, quando ti riprendi, torni a ricordare ogni piccolo dettaglio.

Però un po' lo capisco Jace. Da quando mi sono avvicinata anch'io all'alcol mi sono resa conto di quanto sia bello anche solo per poche ore scordarsi di tutto.

Anche della propria esistenza.

Ci sono volte in cui anche solo per pochissimo tempo fatico a ricordare il mio nome, o dove mi trovo e cosa ci faccio.

E così diventa tutto un po' più facile.

"Siamo arrivati, Emma." Scarlett mi scuote leggermente la gamba sinistra e di scatto apro gli occhi.

Ero in dormiveglia.

Quando scendo dall'auto una sensazione di vuoto mi pervade dentro. Le strade sono ghiacciate e con qualche residuo di neve qua e là. La temperatura è bassissima e nonostante la sciarpa che ho intorno al collo non riesco a fare a meno di avvolgermi da sola in una sorta di abbraccio per mantenermi più calda.

Ci avviciniamo all'entrata del cimitero e qua la desolazione si fa sentire più che in qualsiasi altro posto al mondo.

Un posto in cui l'unica cosa viva sono i fiori, perché pure quando sono io a entrarci un po' morta mi ci sento.

"Buonasera!" Scarlett saluta gentilmente la solita vecchietta del negozio di fiori accanto al cimitero.
"Oh, ciao cara!" Ricambia l'anziana rivolgendo un caloroso sorriso anche a me e Nate.
"Posso chiederle un mazzetto di gigli?" Domanda mia sorella.
"Oh..." La signora anziana ci si avvicina con aria desolata. "Purtroppo tanti gigli non sono resistiti al freddo e oggi hanno già acquistato l'ultimo mazzo buono che mi era rimasto."

A quelle parole riesco a sentire il cuore di Scarlett spezzarsi a metà.

I gigli erano i fiori preferiti della mamma.

Il Migliore Amico di mio Fratello Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora