Capitolo 36

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"Non possiamo entrare in cento." Sussurra Sophie ad alcuni suoi amici. "Altrimenti i suoi genitori ci sentono."

Siamo appena arrivati a casa di Nic.
Lui sembra aver ripreso un po' i sensi.
Dopo avergli ripulito quanto più potevamo le ferite lo abbiamo riportato subito a casa.

"Rimaniamo io ed Emma." Continua guardandomi un attimo come per chiedermi conferma.
"Sì." Rispondo io senza neanche guardare gli altri in faccia.

L'unico che guardo è Nic e il suo livido intorno all'occhio.

Afferro meglio il suo braccio che mi avvolge il collo per sostenerlo in piedi, e mi sale una rabbia a pensare a come l'hanno potuto conciare quei due.

"Fateci sapere qualcosa." Dicono gli altri sottovoce.

Poi, una volta salutati, risalgono in macchina per andarsene. A questo punto Sophie cerca le chiavi di casa dentro le tasche di Nic e una volta trovate le gira intorno alla serratura per aprire lentamente la porta.
Ci troviamo dentro la stessa casa in cui abbiamo fatto l'ultima festa, con la differenza che ora tutte le luci sono spente e non si sente volare una mosca.

"Facciamo piano." Dice sottovoce Sophie sorreggendo Nic dalla parte opposta alla mia.

Lentamente saliamo i gradini facendo molta attenzione, e anche molta fatica, a portare Nic fino in camera sua. Quando sorpassiamo la porta ci troviamo in una stanza circondata dall'oscurità. Qua Sophie chiude la porta alle nostre spalle, per poi accendere la luce: le mura sono di un bianco pallido, con qualche disco in vinile appeso alle pareti e diversi poster di band rock, tra cui i Nirvana. In un angolino c'è una piccola scrivania bianca, proprio sotto all'unica finestra, e poco distante un letto singolo disfatto con su qualche coperta e cuscino nero.

È la prima volta che vedo la camera di Nic.

"Vado a prendere del ghiaccio." Dice Sophie dopo avermi aiutato a lasciare il nostro infortunato sul suo letto.

Qua rimaniamo da soli.

Lui tenta di sistemarsi tirandosi su coi gomiti per appoggiare la testa sulla testiera del letto, apposta per guardarmi.

"Cosa diavolo hai combinato?" Gli domando tentando di non mostrargli quanto sia preoccupata in questo momento.

Nic accenna solo una risata mista a smorfia, poi gira lo sguardo verso la finestra per guardare fuori.

"Lo sai che mi diverto a stuzzicare la gente."
"Non c'è niente di divertente in questa faccenda, Nic." Lo interrompo a denti stretti. "Tu non conosci abbastanza Jace ed Heric." Dico chiudendo forte un angolo del lenzuolo tra le mie dita. "Sono cresciuti facendo a pugni con chiunque! Se devi istigare qualcuno per divertirti non farlo con loro!"

Nic rimane zitto a guardarmi con la sua solita smorfia divertita, finché poi cambia espressione diventando improvvisamente più serio.

"Se fare qualcosa per me implica farti menare a sangue da quei due allora-"
"Non ho fatto questa cosa solo per te." Dice, rivolgendomi per la prima volta da quando ci conosciamo un'occhiata dura e fin troppo seria.

Incurvo le sopracciglia in un'espressione confusa.

"Cosa vuoi-"
"Ah, lascia stare." Si limita a dire mettendosi sdraiato apposta per dormire.
"Non lascio stare." Insisto tentando di mantenere la calma per non fare casino in piena notte. "Dimmi che cazzo é successo e cosa ti sei messo a dire ad Heric."
"Gli ho solo fatto credere che stavamo assieme e volevo stuzzicarlo un po' dicendogli ciò che facciamo." Dice ridendo mentre simula delle virgolette con le dita quando pronuncia la parola facciamo.

Il Migliore Amico di mio Fratello Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora