Capitolo 52

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Diamine, non ce la facevo più a stare dentro questo dannato mc. Mangiare assieme, chiacchierare normalmente... queste piccole cose, per quanto semplici che siano, mi mandano letteralmente in crisi se le faccio con lui.

Abbiamo ricominciato a camminare tra le strade affollate della città. Dopo aver superato vari negozi, ristoranti o luoghi di intrattenimento, torniamo nuovamente al parcheggio dove si trova la sua moto.

Qua Heric si appoggia ad essa, tira fuori il pacchetto di sigarette e ne estrae una per se. Se la accende e si ferma a guardarmi buttando fuori il fumo dalla bocca.

"Scommetto che ne vuoi una."
"No." Mento.

In realtà sì, la vorrei eccome dall'agitazione che ho addosso. Ma non mi va di chiederla a lui.

Rimaniamo in silenzio. Un silenzio a dir poco imbarazzante. Io inizio a giocherellare con le tasche della giacca dove sfioro nuovamente quell'iPod.
Per via dell'aria fresca incrocio le gambe tentando di tenermi il più chiusa e protetta possibile.

"Hai freddo?" Mi domanda poco dopo, appena finisce la sigaretta e la butta per terra.
"No." Mento di nuovo, ma lui sembra non crederci. Allunga un braccio afferrandomi dalla vita per tirarmi a se.

Dallo scatto improvviso rischio di andare a sbattere col viso contro il suo petto, ma per fortuna riesco a bloccarmi prima porgendo le mani in avanti.

"T-ti ho detto che non ho freddo." Ribadisco dura abbassando lo sguardo.
"Ho capito." Risponde lui. "Ho freddo io, però."

Poi restiamo così, in silenzio. Inizio a tremare più di prima, solo che stavolta non è per colpa del freddo.

"Emma..." Improvvisamente sussurra il mio nome sul mio collo.
"Mh..." Rispondo io col fiato sospeso. "Cosa...?" Insisto vedendo che sta trattenendo le parole.
"Niente." Dice poi appoggiando ancora una volta la fronte sulla mia spalla.

È come se si stesse trattenendo dal dire o dal fare miliardi di cose.

"Andiamo?" Domanda poi allontanandosi lievemente.
"Sì..." Rispondo a bassa voce.

Poi montiamo sulla moto, sempre dopo che mi ha aiutato ad allacciare il casco.
Heric si assicura nuovamente che rimanga ben attaccata a lui, finché decide di accendere il motore e partire.

Pochi minuti di strada e torniamo nelle nostre zone, più esterne rispetto al centro. Poi arriviamo di fronte al mio palazzo. Qua Heric mi aiuta a scendere e a slacciare il casco, lo appoggia sulla moto per poi fare la stessa cosa col suo.

"Ok..." Balbetto soltanto per prendere tempo. "Allora vado."
"Aspetta." Dice afferrandomi di colpo da un polso prima che possa andarmene.

Mi fermo a guardare prima lui e poi la presa.
Lui resta in silenzio, come se gli avessero tagliato improvvisamente la lingua.

Diavolo, io non riesco ad andarmene, e lui non riesce a lasciarmi andare. Siamo incastrati in questa trappola mortale.

"No, niente." Dice per poi lasciarmi libera. "Ci vediamo a scuola." Conclude afferrando ancora il suo casco.

Niente. Sempre questo maledettissimo niente.
Perché cazzo non ti decidi per una buona volta?

Le mie gambe sembrano essersi improvvisamente trasformate in piombo. È come se non riuscissi a muovermi nemmeno se ci mettessi tutta la forza che ho.

Non riesco ad andarmene.

L'unica cosa che riesco a fare è avvicinarmi lentamente a lui, allungare le mie mani verso il suo viso e afferrarlo titubante. Heric si lascia guidare dal mio movimento voltando la testa senza opporre alcuna resistenza.
I nostri occhi si incrociano e le labbra si sfiorano senza toccarsi. Solo dopo aver preso un briciolo di coraggio in più mi sollevo in punta di piedi per raggiungere il suo labbro inferiore.
Heric sospira forte appena ci baciamo. Le nostre labbra si muovono lentamente e le sue mani mi cingono la vita.
Nonostante lui sia ancora in sella alla moto riesce lo stesso ad abbassarsi su di me per rendermi tutto più facile.

Il Migliore Amico di mio Fratello Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora