Capitolo 49

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La mia settimana di sospensione è giunta al termine. Non ho idea di cosa mi aspetterà una volta varcata la soglia di quella maledetta scuola, e la cosa non mi piace per niente.

Jace non ha fatto parola su Heric neanche per sbaglio. Non ho idea di cosa si siano detti o che cosa abbiano fatto a scuola in questa settimana in cui sono stata assente.

Nessuno ha fatto parola di nulla. E tantomeno io ho provato a chiedere. Il timore di sapere qualcosa che non vorrei sentire mi uccide dentro. Per non parlare dell'imbarazzo terribile che sto provando da quando Jace ha scoperto di me ed Heric.

L'unico che si è fatto vivo è Nic. Mi ha inviato più volte messaggi in cui mi chiedeva di parlare e vederci per un chiarimento. Per tagliare corto e guadagnare un po' di tempo gli ho risposto che l'avremmo fatto una volta tornata a scuola.
Ma il problema è proprio questo: che io oggi a scuola ci devo tornare veramente.

Scesa dall'autobus mi dirigo il più velocemente possibile dietro il giardino per accendermi nervosa una sigaretta. Per non rischiare di incontrare Heric sul pullman ho deciso di prendere l'ultimo bus disponible, ed eccomi qua a finire questa sigaretta con pochissimi tiri per non entrare in ritardo. Se solo sapessi se quel deficiente viene in moto o in autobus sarebbe tutto molto più facile.

Una cosa positiva c'è però: e cioè che posso entrare in aula senza rischiare nessun incontro indesiderato.

Spero solo di non farne nel cambio dell'ora.

~

Le prime ore passano e per fortuna riesco ad evitare quasi tutti. Ma ora è intervallo, cosa faccio? Ho l'umore talmente altalenante che non ho proprio voglia di parlare con nessuno. Nervosa come sono rischierei solo di peggiorare le cose, di comportarmi al mio solito modo.
Ho bisogno di sbollire prima di tutto. Cosa non facile, dal momento che il mio metodo per sbollire... è proprio quello di discutere con le persone.

Sono un caso perso.

Smetto di pensarci troppo appena sento il telefono vibrare nella tasca della felpa. Lo afferro e leggo il nome di Alison sullo schermo.

"Allie?" Rispondo.
<Hey Emma, riusciresti a raggiungermi in biblioteca?> Mi domanda parlando frettolosamente. Starà sicuramente camminando tra i corridoi affollati, al contrario mio che sono sempre fuori in giardino nel mio solito angolino per fumare. <Devo farti vedere urgentemente una cosa.>
"Ah, sì... ok." Rispondo buttando la sigaretta per terra. "Cos'è successo?" Chiedo spinta dalla curiosità.
<Ti spiego tutto appena sono lì, tra due minuti.>
"Ok, arrivo subito." Dico mettendo giù la chiamata.

A questo punto rientro a scuola. I corridoi, proprio come immaginavo, sono pieni di studenti che fanno via vai tra le macchinette degli snack, il bar e la palestra.
Sempre sperando di non incontrare nessuno raggiungo il luogo più tranquillo di tutto l'edificio: la biblioteca. Qua non ci viene mai nessuno, se non qualche secchione appassionato di libri.
Quando mi ci trovo davanti mi viene in mente la volta che mi sono nascosta per origliare la conversazione tra Heric e Samantha, o di quando abbiamo scontato la mia punizione assieme.

Brr.

Mi vibra il telefono e leggo un messaggio: è di Alison.

Sono un attimo in ritardo, arrivo subito <3

Leggendo il messaggio decido di entrare in biblioteca e sedermi su uno dei banchi per appoggiarci la testa e provare a riposarmi un po'.
Resto in questa posizione per altri cinque minuti, forse. Finché poi dall'entrata della porta sento entrare qualcuno.

Sollevo il capo pronta per salutare Alison, ma quando davanti a me compare un'altra persona il mio corpo si irrigidisce completamente perdendo tutte le parole.

Il Migliore Amico di mio Fratello Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora