Capitolo 53

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Terminare quella doccia è stato psicologicamente terribile, impossibile e imbarazzante al massimo dei livelli.

Heric ha tentato di finirla il più velocemente possibile. Dev'essersi accorto della mia difficoltà, e nonostante i vari tentativi di approccio e di contatto ha capito che la cosa migliore sarebbe stata lasciarmi finire di lavarmi da sola.

E per fortuna l'ha fatto: mi ha lasciata sola.
Ora mi ritrovo qua, sotto quest'acqua bollente che mi sta bruciando la pelle, a ripensare a ciò che è successo un attimo fa.
E forse non è l'acqua ad essere così tanto calda. Forse sono io il problema. Sono io che sto morendo di vergogna a tal punto che mi sento il corpo così in fiamme da non riuscire nemmeno più a distinguere se sia l'acqua a bruciarmi o quelle immagini di poco fa con lui.

Appoggio la fronte sulla parete bagnata, chiudo gli occhi e mi faccio scorrere l'acqua sul viso.

"Merda..." Sussurro tra me e me. "Merda..."

È successo. È successo ancora.
E questa volta non possiamo più trovare scuse.
Mi sto odiando.
Mi sto odiando perché non riesco a fare pace col mio cervello così complicato e pieno di timori.
Mi sto odiando perché non riesco a pensare a lui senza sentirmi morire dentro e sembrare una completa idiota.
Perché faccio così fatica ad esprimermi, perché ho così tanta paura...
E perché non so come si faccia ad amare una persona.

Non sono capace. Non sono in grado di amare, di mostrare affetto. Dentro di me ho solo così tanta rabbia che quando inizio a sentire qualche sensazione del tutto nuova non sono in grado di gestirla, di controllarla.

E quindi sento il bisogno di scappare, di andarmene il più lontano possibile per non affrontare tutto ciò che possa mostrare i mie lati più fragili.

Ma ora... è diverso. Ora c'è una piccola parte di me che vorrebbe rimanere qua ma non sa come fare.

Cazzo, perché i sentimenti sono così complicati...?
Vorrei non provare più nulla, come tempo fa. Come quando ancora non riuscivo a realizzare la morte di mamma e papà. Forse era tutto più facile. Ero morta, morta e vuota.
E una cosa morta non può provare dolore.
Poi è subentrata la realizzazione. Crescere senza di loro e vedere gli altri bambini che correvano tra le braccia dei loro genitori. È qua che è nata tutta la mia rabbia verso il mondo.

Con la rabbia è più facile. La sfoghi contro chiunque capiti davanti ed è fatta. Ma con gli altri sentimenti... come si fa?
Come si fa quando il cuore inizia a battere più veloce e il motivo non è un attacco di panico ma una persona? Quando muori dalla frustrazione di vedere quella persona con un'altra ma non puoi dire nulla perché non sai nemmeno ammettere quanto ci stai male? Se anche dopo che ci stai assieme hai paura ad affrontarlo per timore di aprire il proprio cuore?

Come si fa? È tutto così terribilmente difficile.

Con un colpo secco chiudo l'acqua della doccia ed esco dopo aver avvolto i miei capelli in un asciugamano. Una volta fuori ne afferro uno ancora più grande per asciugarmi il corpo.
Poi, dopo aver phonato i capelli rimetto velocemente i miei vestiti che nel frattempo sembrano non essere più umidi dalla pioggia.

Mi guardo un attimo allo specchio e cerco di trovare il coraggio per uscire da questo dannatissimo bagno.
Quando volto la testa nella direzione della camera di Heric noto subito che la porta è socchiusa.

Cosa faccio? Vado lì o lo evito?

No... ormai come faccio ad evitarlo? Sono stata io a farlo restare con me, a fargli capire che volevo...
Diavolo, non riesco neanche a pensarci e ad ammetterlo a me stessa.

Il Migliore Amico di mio Fratello Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora