Capitolo 55

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Apro lentamente gli occhi e tento di mantenere la calma quando vedo quelle iridi verdi osservarmi senza battere ciglio.

Heric è qua, al mio fianco. È sdraiato a pancia in giù con il viso che affonda sul cuscino e i ricci arruffati che gli cadono sul viso.
E mi guarda.

Mi volto dalla parte opposta per dargli le spalle.

Merda, da quanto è sveglio? Mi ha guardata dormire per tutto questo tempo?
Diamine, che imbarazzo...
Ha sempre avuto la fama per dormire più di un ghiro, perché diavolo ora lo devo beccare sveglio prima di me?!

Ad un tratto mi sento avvolgere il corpo dalle sue braccia, e quando percepisco il suo calore le mie guance cominciano ad andare in fiamme.

"Perché sei già sveglio?" Domando dura per non mostrarmi troppo vulnerabile.
"Non lo so." Dice soltanto affondando il viso tra i miei capelli. "Lo sono e basta."
"B-beh tra poco dobbiamo andare a scuola quindi-" Faccio per alzarmi, ma Heric mi blocca da un braccio tenendomi bloccata sul letto in mezzo alle sue braccia.

"É prestissimo, manca un sacco di tempo." Dice con voce ancora assonnata, e quando guardo la sveglia mi rendo conto che sono appena le 6.30 di mattina.

Cosa diavolo ci ha fatto svegliare così presto? Soprattutto a lui?

"Stavo pensando a una cosa." Dice poi all'improvviso.
"Cosa?" Domando rannicchiandomi appena sento un po' di freddo: sono ancora senza vestiti e la cosa è davvero imbarazzante.

Heric sembra accorgersene tanto che recupera il pigiama di Alison da qualche parte per passarmelo. E mentre me lo infilo il più velocemente possibile stando seduta e dandogli la schiena, Heric inizia a parlare.

"Ieri ti ho chiesto di venire per farti vedere una cosa." Dice provocandomi una stretta al cuore. "Ma alla fine abbiamo fatto tutt'altro."

Io rimango in silenzio. Mi rinfilo nervosamente sotto le coperte senza più dire una parola e strizzo gli occhi pregando che non faccia ciò che sto immaginando.

"Se vuoi-"
"Non... non credo di volerlo." Lo interrompo bruscamente.

Quella chitarra... non sarei in grado di tenerla un'altra volta tra le mani. Sarebbe come afferrare per un attimo un pezzo della mia infanzia con la consapevolezza che quelle corde non potranno fare altro che suonare ricordi strazianti.

"Non c'è fretta." Dice dolcemente riavvolgendomi da dietro. "Ma sono certo che un giorno sarai tu a volerlo per prima."

Ascolto in silenzio quelle parole, domandandomi se potrà mai essere così. Ma non è altro che un dubbio inutile... non vorrò mai tenere quella chitarra nuovamente tra le mani.
Ne sono sicura.

Poi ancora silenzio.
In questa casa regna il nulla assoluto. Non si sente volare una mosca e non so se preoccuparmi o meno.
Mio fratello starà sicuramente ancora dormendo, ma sono certa che la prima cosa che farà appena sveglio sarà venire a farsi gli affaracci nostri. Motivo per cui credo che sia meglio alzarsi ora, nonostante non abbia assolutamente alcuna voglia di andare a scuola.

"Io scendo." Dico alzandomi per liberarmi dalla sua presa.
"Di già?" Domanda lui sollevandosi sui gomiti e guardandomi con i suoi ricci arruffati e lo sguardo assonnato. "Possiamo dormire ancora."

Il Migliore Amico di mio Fratello Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora