Capitolo 72

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Sono sdraiata sul letto a fissare il soffitto mentre ripenso a tutto quello che è successo a scuola, poco fa.

Nic che prova a parlare con Heric, i Morris che si ripresentano e quei due pazzi di Jace ed Heric che li affrontano senza pensarci due volte. Per non parlare di come loro e Nic sono tornati indietro...

Stupidi...

D'impeto afferro il telefono per chiamare immediatamente Nic. Non faccio neanche in tempo a sentire il secondo bip che questo mi risponde.

<Stavo proprio aspettando questa chiamata.>
"Certo, te ne sei andato prima che potessi rivolgerti parola, idiota." Il mio tono però non sembra scuoterlo minimamente.
<Ho promesso a tuo fratello che non ti avrei detto nulla.>

A questa rivelazione perdo le staffe.

"E tu da quando ti fai comandare da lui, razza di deficiente?!" Ringhio mettendomi a sedere sul letto a gambe incrociate.
<Da quando forse ci conviene per sapere più cose possibili, non credi?>
"Parla chiaro."

Nic sospira.

<Ho proposto a tuo fratello di farmi sapere il giorno e il luogo in cui lui ed Evans dovranno incontrarsi con quei pazzi, in modo tale da potermi chiamare in caso di problemi.> Spiega. <Senza far sapere nulla a te però.>
"Ti conviene che quest'ultima cosa sia una stronzata."
<Ovviamente. Da che parte pensi che sto?>
"E allora perché non mi hai richiamata subito?! Perché hai aspettato che lo facessi io?!"
<E rischiare che fossi con tuo fratello? Avrei sicuramente perso quel briciolo di fiducia che pare abbia voluto darmi.>

Resto in silenzio a ragionare. E per quanto mi stia consumando le unghie dal nervoso devo dire che ha ragione.

"Lo sai che io e Jace non stiamo mai assieme."
<Scusa se mi sono ricordato che te e tuo fratello vivete sotto lo stesso tetto.>

Al suo tono ironico stringo i denti e chiudo gli occhi per prendere un sospiro nervoso.

<E con Evans?> Domanda dopo una silenziosa pausa.
"Cosa?" Sbuffo sentendo il solito vuoto allo stomaco quando sento pronunciare il suo nome.
<Posso capire che non sei con tuo fratello, ma perché non sei con lui?> Domanda con tono titubante, ma che sta cercando in ogni modo di mascherare.
"Perché no." Dico soltanto.

Dopo che abbiamo parlato a scuola, su quella scalinata, se n'è andato.

Come suo solito.

È sicuramente uno di quei momenti in cui ha bisogno di stare da solo e sbollire. Ormai lo conosco come le mie tasche.

Però...

<Credo abbia bisogno di te.>
"Smettila di dirmi cosa pensi, non mi interessa."
<Sono serio, Emma.> Risponde duro con un tono che mi mette in allerta. <Non l'avrei mai detto, ma davanti ai Morris sembrava non ragionare più. Pensavo che sarebbe stato tuo fratello quello da tenere a bada, e invece credo che Evans sia arrivato al limite di questa storia.>

Mi tocca mordermi il labbro inferiore per trattenere le lacrime dentro.

Sono mesi che Heric è dentro questa situazione. Si tiene tutto dentro da un tempo infinito, e sapere che si sta distruggendo psicologicamente da solo mi divora l'anima.

Mi alzo dal letto e corro in salotto per infilarmi le scarpe mentre con la spalla tengo il telefono attaccato all'orecchio destro.

<Finché tu e tuo fratello non eravate coinvolti credo che gli fosse facile gestire tutto, ma ora... ora che ci sei dentro anche tu penso che sia davvero preoccupato.> Continua Nic provocandomi l'ennesima stretta al cuore.
"Senti..." Dico, ma improvvisamente vedo aprirsi la porta di casa e davanti mi ritrovo proprio Jace ed Alison. "Ti richiamo dopo." Taglio corto chiudendo la chiamata.
"Era Heric?" Jace quasi mi assale. "È da un'ora che lo chiamo e non mi risponde."
"Jace, ti ho già detto..."
"Lo so." Dice interrompendo Alison. "Sarà per i fatti suoi, va bene! Ma che gli costa rispondere a una chiamata?" Sbotta lanciando le scarpe a un lato della sala. "Era lui?"
"No." Dico soltanto.
"E chi era?"
"Ma fatti i cazzi tuoi." Sbotto io stavolta.

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