Schiaccio velocemente ogni angolo possibile dello schermo per raggiungere nella rubrica il numero di quel biondo maledetto e lunatico.
Parte la prima chiamata ma non ricevo alcuna risposta.
Continuo a insistere arrivando a fargli almeno altre cinque chiamate, ma nulla. Questo deficiente non risponde nemmeno sotto tortura.
"Mi devi rispondere, brutto pezzo di merd-!"
<Che cazzo vuoi?> Ecco che improvvisamente sento la sua voce assonnata dall'altra parte del telefono.Ah, guarda come al sentirsi chiamare come più si merita risponde immediatamente!
"Dove cazzo sei?" Chiedo furiosa nonostante mi stia rendendo conto della domanda stupida che gli sto facendo.
Mi ha risposto mezzo addormentato, è ovvio che sarà nel suo diavolo di letto che odio con tutto il mio cuore al solo pensiero di quello che...
<A dormire, quindi vedi di non romper->
"Tu ora vieni immediatamente fuori." Ordino con tutta la rabbia che mi corre tra le vene. "E mi raggiungi dietro casa tua."
<Preferisco dormire.> Risponde con quella tranquillità e quel menefreghismo che mi fa saltare i nervi alle stelle.
"Se non vuoi ritrovarti le gomme della moto bucate ti conviene raggiungermi." Alla mia minaccia sento che riattacca la chiamata lasciandomi come una cretina con il cellulare silenzioso all'orecchio.Io lo ammazzo.
Lo ammazzo, giuro.
Ha messo giù, ma lo conosco: verrà.
Verrà ma non tornerà mai più a casa perché lo sbranerò vivo.
Continuo a camminare e camminare. Mannaggia ai pullman che non passano la domenica in questa parte della zona. Mi tocca raggiungere casa Evans alla velocità della luce con un freddo cane.
Quando arrivo vicino alla villa ci giro intorno per raggiungere il retro. Qua mi metto a sedere sul marciapiede nella speranza che nessuna macchina mi venga addosso per qualche motivo.
Aspetto una decina di minuti circa e il nervoso sta cominciando a salirmi più di prima. Deve fare due dannatissimi metri e sono arrivata prima di lui?!
Se si è rimesso a dormire gli lancio una bomba sopra la casa!
Attendo ancora un po' finché dalla mia sinistra intravedo una figura alta, con la faccia assonnata e la voglia di un bradipo camminare senza alcuno stimolo lungo il marciapiede.
Mi alzo in piedi e aspetto il momento in cui mi raggiunge. Qua si blocca davanti a me, guardandomi con quel menefreghismo che gli viene benissimo.
Per un secondo mi fermo ad osservare il lieve taglio che gli è rimasto sul sopracciglio, chiedendomi se sia veramente stato Nic a farglielo.
Era così ubriaco che non si reggeva in piedi.
"Quindi?" Fa un cenno con la testa. "Cosa vuoi?"
"Secondo te cosa diavolo potrei volere?!"
"Se è per la storia col tuo ragazzo forse dovresti chiarire le cose con lui, e non con me." Ride acido.
"Con te ho da chiarire molte cose: come ad esempio il fatto che sei un grandissimo coglione!" Sbotto puntandogli il dito contro. "E che come al solito tu e Jace non sapete fare altro che fare a botte o creare casini!"
"Ho detto più volte all'idiota del tuo ragazzo di smetterla, ma ha continuato a specificare cose di cui non me ne fregava un cazzo."
"E quindi gli hai dovuto tirare un pugno?!"
"Parli tu?" Ride lui. "Che il primo giorno di scuola hai afferrato una ragazza per i capelli e le hai sbattuto la testa sul banco?" Heric mi guarda dall'alto al basso con quell'aria da superiore.Quando mi torna in mente quel fatto stringo i pugni. Il solo ricordo di ciò che aveva detto quel pulcino spelacchiato dell'ex amica di Sophie mi manda in bestia.
"Non ti attaccare a cose che non c'entrano." Ringhio puntandogli il dito contro.
"È un dato di fatto, mi spiace." Ride ancora.Ma che cosa cazzo ride?! Quel sorrisetto glielo vorrei proprio strappare dalle labbra!
"È possibile che non ti fossi accorto del fatto che era ubriaco marcio?!"
"Emma, ti ripeto che gli ho detto miliardi di volte di smetterla." Continua col suo tono acido e arrogante. "Non ne ha voluto sapere e l'ho zittito a modo mio, contenta?"
"No." Rispondo. "Per un cazzo!" Incrocio le braccia al petto cominciando a muovere nervosamente la gamba destra. "Vi siete messi in due contro uno..." Gli ringhio contro. "Per di più una persone ubriaca."
"Non lo abbiamo picchiato assieme." Specifica.
"Ah, no?" Rido sapendo benissimo che si tratta di una cazzata.
"No." Insiste lui. "Jace non era con me in quel momento."
"Jace aveva le mani sporche di sangue, quindi è inutile che mi dici cazzate-"
"È arrivato quando ha visto la scena da lontano." Continua. "Non era con me, ma con Alison al tavolo." Dice mantenendo il suo tono duro e scontroso. "Poi ha visto la scena e mi ha raggiunto." Racconta la cosa quasi come fosse una storia epica che non ha vissuto in prima persona. "Gli ho detto cosa avesse fatto per farmi reagire così ed è andato fuori di testa."Rimango in silenzio ad ascoltarlo a denti stretti.
Diamine Nic, capisco le buone intenzioni... ma potevi anche farti una manciata di cazzi tuoi! Guarda in che razza di situazione mi trovo per doverti difendere da questi due orchi idioti!
"Fine della storia." Dice con tono ironico.
"Mi fate davvero schifo, tutti e due."
"Quello che dovrebbe farti schifo è il tuo ragazzo." Controbatte. "Che non capisco quale interesse avrebbe a venire a raccontarmelo?" Dice con la sua calma che mi irrita come solo lui sa fare. "Io non vado di certo a dirgli di come mi scopo Sam." Continua, con la sua aria menefreghista che mi soffia dritta dritta dentro il cuore.Per un attimo perdo le parole. Le mie mani iniziano a tremare così tanto che mi tocca fare un respiro profondo per calmarmi. Ma un grosso peso sul petto mi impedisce di respirare.
No, Emma. Mantieni la calma.
È vietato qualsiasi tipo di attacco. Solamente quelli d'ira sono concessi."Vuoi sapere la verità?" Dico a denti stretti. "Per mia sfortuna l'unica fottutissima persona con cui ho fatto la grandissima cazzata di scoparci... sei TU!" Urlo senza più pensare alle parole che mi stanno uscendo fuori dalla bocca.
Heric incurva le sopracciglia in un'espressione dura. Fa per parlare, ma dopo averci ripensato tira un improvviso calcio alla ghiaia per terra e si gira per andarsene.
Vorrei fermarlo per dirgliene ancora di tutti i colori, ma un grosso e fastidioso peso sul petto impediscono alle mie parole di uscire.
E quindi resto qui, a osservarlo da lontano, con i piedi che sembrano di piombo e il petto che comincia a fare male.
Mi accascio a terra e mi rannicchio avvolgendo le gambe tra le braccia. Nascono la testa tra le ginocchia e rimango qua, tremante di freddo, ad aspettare che le piante dei piedi comincino a farmi male.
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Il Migliore Amico di mio Fratello
Romance[𝐂𝐎𝐌𝐏𝐋𝐄𝐓𝐀] 𝟑º 𝐋𝐈𝐁𝐑𝐎 Sequel de "𝐈𝐋 𝐏𝐄𝐆𝐆𝐈𝐎𝐑 𝐍𝐄𝐌𝐈𝐂𝐎 𝐃𝐈 𝐌𝐈𝐎 𝐅𝐑𝐀𝐓𝐄𝐋𝐋𝐎" 𝘼𝙏𝙏𝙀𝙉𝙕𝙄𝙊𝙉𝙀: leggere prima "Il Peggior Nemico di mio Fratello" e "Il mio Peggior Nemico" per capire al meglio la storia. Alison, J...