Capitolo 63

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Il lunedì seguente a scuola non ho fatto altro che tenere gli occhi incollati sul cancello principale.
Anche in classe, in quelle in cui avevo la visuale abbastanza a mio favore, controllavo che tutto fosse sotto controllo.

Sarei stata capace di uscire nel bel mezzo di una lezione pur di fiondarmi addosso a quegli stronzi.

Ora sta suonando la campanella che segna la fine delle lezioni, e sono qua, seduta sugli scalini dell'ingresso a tenere ben aperti gli occhi e puntate le orecchie.

"Eccoti, cane da guardia." Ironizza Nic sedendosi al mio fianco dopo aver fatto cadere lo zaino sugli scalini davanti a noi.

Gli riservo un veloce sguardo mentre si accende una sigaretta, per poi tornare a fissare da quassù tutta la zona circostanze.

"Mh..." Ridacchia buttando fuori il fumo. "Con quello sguardo, oltre che a fare la guardia, sembreresti pronta a sbranare qualcuno."
"Se necessario, sì."
"Dici che verranno oggi?" Domanda tornando serio.
"Sicuro."
"E cos'hai in mente come scusa?"
"Nulla." Dico rubandogli la sigaretta dalla bocca per fare un tiro.
"Hey, prendi le tue!"
"Le ho finite."
"E allora me ne chiedevi una, no?"
"Non avevo voglia di aspettare." Rispondo continuando a fumare la sua sigaretta ormai mia.

Nic non ribatte, ma visibilmente infastidito ne prende un'altra e inizia a fumarsela.

"Comunque..." Ispira forte. "Come sarebbe a dire che non hai in mente nulla? Non hai ancora pensato ad una scusa?"
"No, lo sai che io improvviso." Dico con lo sguardo fisso avanti a me.

È pieno zeppo di studenti che prendono il pullman per tornare a casa o che si sono fermati a parlare tra di loro. Ma in qualunque caso non dovrei fare alcuna fatica a vederli: sentirei prima di tutto le loro moto.

"Sì, ho capito." Nic rotea gli occhi guardandomi storto. "Ma qua magari sarebbe meglio avere qualcosa in testa già da prima... io come faccio ad aiutarti se nemmeno te sai cosa dirai?"
"Tu basta che mi segui."
"Oh, certo...!" Esclama lui con fare teatrale. "È vero che l'ultima volta che l'ho fatto mi sono ritrovato davanti dei drogati."
"Con me non ti annoi, Nic." Ironizzo battendo la mia mano sul suo ginocchio senza smettere di tenere la situazione sotto controllo.

Poi, da lontano, le inizio a sentire.

Raddrizzo la schiena e incurvo le sopracciglia.
Con lo sguardo inizio a scansionare ogni singola parte della strada per capire se siano davvero loro quelli che sto sentendo.

Io e Nic ci guardiamo un attimo, e come perfettamente sincronizzati ci solleviamo di scatto in piedi appena scorgiamo quelle moto nere.

"Non hanno perso tempo, vedo."
"Tz, figurati..." Ringhio scendendo i primi scalini e buttando la sigaretta.
"Emma." Nic mi blocca a metà scalinata.
"Cosa c'è?" Domando di fretta.
"Fai le cose con la testa." Dice guardandomi serio.
"Seh..." Rido lievemente. "Stai parlando proprio con la persona che ha più testa di tutte."

Nic mi osserva sollevando un sopracciglio. Quando accenna una smorfia mi allontano da lui scenendo i primi scalini.

"Io ti sto dietro, tu vedi di non fare cazzate." Bisbiglia seguendomi.
"Seh, seh, fidati di me..."

Ci facciamo spazio tra la folla fino a che raggiungiamo il più possibile i Morris. Questi hanno già spento le loro moto nel parcheggio. Dopo essersi tolti il casco e aver mostrato i loro visi per un attimo mi sale soltanto la voglia di prenderli a pugni.

Ma per una volta nella mia vita non posso agire d'istinto. Perché qua ne va della nostra sicurezza. Di quella mia, di Nic, di Jace, ma soprattutto...

Soprattutto quella di Heric.

Il Migliore Amico di mio Fratello Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora