Capitolo 64

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Vedi di non metterci troppo per tornare a casa.

Leggo il messaggio di mia sorella mentre sollevo da terra lo zaino, ovviamente vuoto. Dalla taschina anteriore tiro fuori il pacco di sigarette e ne metto una in bocca uscendo dall'aula.

Nel mezzo del corridoio tutti gli altri studenti si stanno già affrettando ad uscire, ma non faccio alcuna fatica a intravedere Nic venire verso di me con le mani in tasca e il suo solito ghigno sul volto.

"Come faccio a sopravvivere senza di te in questi giorni?" Piagnucola ironicamente avvolgendomi il suo lungo braccio intorno al mio collo.

Quando si appoggia su di me col suo peso lo spingo più lontano.

"A che ora parti?" Mi domanda mentre ci dirigiamo verso l'uscita.
"Alle cinque abbiamo il treno." Rispondo tirando fuori anche l'accendino.

Una volta all'esterno mi blocco sopra la scalinata principale e accendo finalmente la sigaretta.
Mi guardo attorno, analizzando ogni volto davanti ai miei occhi.

"Ti conviene sperare che oggi non si faccia vivo." Ridacchia Nic leggendomi nel pensiero.

Quel maledetto Zack. Quasi tutti i giorni non fa che presentarsi qua per importunarmi.
Sta diventando uno stalker fastidioso di cui non riesco a liberarmi. Tanto che ormai dopo scuola non posso nemmeno più tornare direttamente a casa mia per non rischiare di rivelargli dove vivo.
Anche perché sono certa che riconoscerebbe subito il nostro palazzo e mi ricollegherebbe a Jace.

Motivo per cui, quasi tutti i giorni, io e Nic non facciamo altro che starcene in giro a fare altro, ma soprattutto a seminarlo e a fargli perdere le nostre tracce.

Ecco spiegato il motivo del messaggio di Scarlett.

Oggi abbiamo il treno diretto per Philadelphia, e giuro che se quel fastidioso di un Morris inizia a trattenermi gli spacco la faccia a suon di pugni.

Non posso permettermi di stare in giro. Devo tornare a casa il prima possibile per partire.

Scendo i primi scalini seguita da Nic, e quando sto quasi per esultare per l'assenza di quello stalker ecco che mi blocco ai piedi della scalinata.

Butto fuori il fumo incurvando le sopracciglia dal nervoso. Quando incrocio quello sguardo stringo i pugni: Zack è nel parcheggio, appoggiato alla sua moto con le braccia incrociate al petto e un ghigno sul volto. I suoi occhi maligni mi fissano senza battere ciglio.

"Hai parlato troppo presto." Ringhio a Nic senza smettere di fulminare quel bastardo.

Il mio migliore amico sbuffa forte. Poi gira la testa verso di me.

"Vieni a casa mia e fatti venire a prendere lì da tua sorella."
"Scherzi?" Gli sbotto contro. "Non voglio che scopra dove abiti se dovesse seguirci."

Quel pazzo sarebbe capace di perseguitarci in moto fino a casa di Nic, e la cosa non mi va giù per niente.

"E poi se dovesse vedere Nate lo riconoscerebbe subito."
"Il ragazzo di tua sorella dici?"
"Sì."
"E allora cosa vuoi fare?" Mi domanda rotando gli occhi. "Rischiare di perdere il treno?"

Sbuffo infastidita al massimo. Cazzo, oggi so già che partirò con il sangue che mi bolle dentro.
E io che speravo di passare una giornata tranquilla.

Non posso prendere il pullman con lui qua. Mi seguirebbe in moto fino a che non scendo. E indipendentemente da dove io vada a finire, mia sorella e Nate passerebbero a prendermi per andare in stazione. E Zack non deve assolutamente vedere Nate. Altrimenti scoppia il finimondo.

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