Capitolo 51

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È da quando sono tornata a scuola che Nic non fa altro che cercarmi. Dopo la nostra litigata in quel bar non abbiamo più parlato. Non sa nulla di tutto ciò che è mi è successo in questi ultimi giorni. Soprattutto non sa niente di Heric.
E forse è meglio così. Preferisco non raccontargli più niente, o per lo meno per un po' finché non mi sentirò più tranquilla.

"Eccoti finalmente." Dice comparendo davanti a me con le mani in tasca.
"Dimmi." Rispondo dura, essendo che è lui che mi ha chiesto di incontrarci all'entrata della scuola prima di cominciare le lezioni.

Qua Nic si ammutolisce. Prende un profondo respiro e mi guarda con espressione amareggiata.

"Senti, mi dispiace." Dice facendomi sollevare un sopracciglio. "Sul serio." Specifica, probabilmente vedendo la mia reazione. "Non volevo dire quel che ho detto..." Continua, ma notando che il mio viso non cambia tenta di rimediare diventando il più sincero possibile. "O forse sì, lo intendevo... ma non volevo buttarla giù in quel modo."
"Aha." Annuisco falsamente aspettando che vada avanti.
"Uff... Emma, sul serio. Non volevo dire quel che ho detto."
"Un attimo fa hai detto di sì." Lo metto con le spalle al muro.
"Oh, cazzo... sì, ok intendevo quello, ma non volevo dirlo così bruscamente."

Nella mente mi riecheggiano le sue parole: una bambina che corre dietro a un principe azzurro che non la degna di uno sguardo. Queste sono le parole che ha usato quella sera, dopo il casino successo con Heric e Samantha in quel locale.
Ma non sono state tanto le parole a farmi male, in quel momento, ma il fatto che dopo una situazione del genere avessi bisogno di staccare da ogni cosa, mentre lui non ha fatto altro che puntare il dito nella piaga causandomi un dolore ancora più profondo.

"Cosa posso fare per farmi perdonare?" Chiede sinceramente.
"Proprio niente." Rispondo. "Non hai speranze." Dico, ma appena vedo la sua espressione ferita inizio a pentirmi del tono che sto usando io, stavolta.

Diamine, sarà perché lui insieme ad Alison è uno dei miei primi e unico amico di una vita intera, ed è per questo che mi fa un effetto strano.

Forse ho solo paura di allontanare una delle poche persone con cui ho tanti ricordi belli, ma il mio orgoglio non mi permetterà mai di ammetterglielo.

"Capisco..." Dice soltanto, abbassando la testa. "Se dovessi cambiare idea..." Si gira per andarsene, ma stavolta sono io a prendere parola.
"Offrimi una birra." Dico, provocando una sua reazione confusa dove inclina la testa storcendo il labbro.
"Cosa?"
"Offrimi una birra." Ripeto io sbuffando. "L'ultima l'ho sprecata per colpa tua." Gli ricordo.

Se solo ripenso a quando ho sbattuto per terra quella bottiglia di vetro in preda ad un attacco d'ira mi domando che reazione avranno mai avuto i gestori del bar. Me ne sono andata troppo presto per vedere, ma ormai è acqua passata, non mi interessa nemmeno più di tanto.

Nic, da guardarmi confuso, accenna un sorrisetto d'intesa.

"Sarà fatto." Dice euforico venendo ad avvolgere un braccio intorno al mio collo.
"E staccati un po'!" Sbuffo io tentando di liberarmi, ma nel mentre che Nic comincia a lanciarmi qualche battuta a cui non faccio neanche caso vedo passare lui: Heric.

È appena arrivato. Sta parcheggiando la moto nel parcheggio della scuola. Quando si toglie il casco escono fuori i suoi ricci biondi, e per un istante mi tornano in mente le immagini di ieri sera, giù nel box di casa mia.
Con passo sicuro raggiunge l'entrata della scuola, ed è proprio qua che i nostri sguardi si incrociano in lontananza.

Sbatto velocemente le palpebre per ricompormi il prima possibile. Mentre lui, appena si accorge di Nic al mio fianco, distoglie infastidito lo sguardo.
Poi lo vedo sparire dentro scuola.

Il Migliore Amico di mio Fratello Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora